Comunicato stampa del Partito dei Comunisti di Serbia in occasione del 75° anniversario della vittoria partigiana sui fascisti in Jugoslavia

 

Nelle lotte contro i fascisti nella Seconda guerra mondiale, furono uccisi 8,6 milioni di soldati dell’Armata Rossa, 305.000 partigiani jugoslavi, 300.000 soldati americani e 270.000 soldati britannici. Quindi, il numero più alto di vittime, dopo i soldati dell’Armata Rossa, fu quello dei combattenti delle unità partigiane in Jugoslavia.

Nel luglio 1941, il Partito Comunista, forte dei suoi 12.000 membri, organizzò una rivolta armata contro gli occupanti fascisti. Già in autunno, Užice e le zone circostanti venivano liberate. Prese così vita la Repubblica di Užice, con una fabbrica di armi, una tipografia e un centro amministrativo. Era l’unico territorio libero dell’Europa schiavizzata e prima della fine della guerra, furono diversi i territori liberi nelle varie zone della Jugoslavia.

Il movimento partigiano era l’unico movimento antifascista in Jugoslavia. Unità partigiane si formarono in tutte le parti della Jugoslavia e i comunisti costituivano i combattenti più valorosi oltre che l’intero personale di comando. Senza aiuto esterno, inflissero gravi perdite ai fascisti e ai loro servitori, mandando Hitler su tutte le furie perché costretto a impiegare dai 200.000 ai 450.000 soldati sul campo di battaglia jugoslavo nella lotta contro i partigiani, che aveva invece pianificato per il fronte orientale e che rappresentò l’aiuto concreto dei partigiani alla fraterna Armata Rossa.

Nelle battaglie contro un nemico molto più potente e meglio equipaggiato, il movimento partigiano crebbe fino a diventare, alla fine della guerra, la quarta forza militare del campo alleato, con 800.000 soldati. Il suo comandante supremo fu il maresciallo Josip Broz Tito, che guidò in modo geniale il centro di comando delle unità di vittoria in vittoria, fino alla liberazione completa del paese. Il maresciallo Tito fu l’unico comandante in capo nella Seconda guerra mondiale che prese direttamente parte alle battaglie armate in prima linea e fu l’unico comandante in capo a rimanere ferito.

I partigiani jugoslavi furono gli unici in Europa a liberare l’intero paese dall’occupante fascista e dai traditori interni. Tuttavia, dobbiamo ricordare che l’Armata Rossa marciò attraverso il nord della Serbia durante la campagna verso Berlino nell’autunno del 1944 e in collaborazione con i partigiani, ha accelerato la liberazione di Belgrado e Vojvodina. Furono 400.000 i soldati tedeschi a restare uccisi nei combattimenti con i partigiani.

La lotta antifascista fu anche una rivoluzione socialista. Con la liberazione del paese, il capitalismo in Jugoslavia venne distrutto. Il Partito Comunista Jugoslavo portò avanti una rivoluzione armata da solo, conquistandosi il diritto al proprio cammino verso il socialismo. L’autogoverno socialista jugoslavo fu una grande applicazione pratica del principio del marxismo-leninismo. La Jugoslavia ha avuto 1,7 milioni di vittime nella Seconda guerra mondiale. Non dimenticheremo mai che furono 50.000 gli iscritti del partito a morire nella lotta contro i fascisti e per la rivoluzione socialista, 70.000 quelli della gioventù comunista e lo stesso numero di candidati membri per il partito.

Oggi in Serbia, negli stati dell’ex Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia e in in tutto il mondo è in atto una revisione della storia, che riabilita gli effettivi collaborazionisti, sminuisce i loro crimini, inventa i motivi per cui hanno collaborato con l’occupante. Per contro, i veri e unici combattenti per la libertà, l’Esercito Popolare di Liberazione della Jugoslavia, il quartier generale supremo e tutti i comunisti vengono demonizzati. Vengono presentati come “distruttori” di serbi, croati, ecc., falsificando la storia e negando i fatti. Finora, oltre 2.000 criminali di guerra e collaboratori degli occupanti sono stati riabilitati in Serbia, tutto a causa dell’isteria anticomunista. Dobbiamo combattere con tutte le nostre forze contro tali manipolazioni e menzogne.

GLORIA AI VINCITORI

FONTE E TRADUZIONE: RESISTENZE.ORG

PARTITO DEI COMUNISTI DI SERBIA: solidnet.org

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