SI della Camera alla legge contro l’omotransfobia. Una vittoria? NO una “FARSA”

Con 228 sì, 180 voti contrari e 57 astenuti la legge contro la omotransfobia passa al  varo del Senato. Prevista un’estensione delle aggravanti di pena per reati a sfondo discriminatorio e razziale. Ma ci sono degli esonerati.


– LA LEGGE FARSA – 
Da luglio al vaglio della Commissione Giustizia, la legge contro l’omotransfobia è stata finalmente approvata dalla Camera. Causa di tensioni e fratture in seno alle forze politiche del Paese fin dal suo concepimento, il progetto di legge ha come primo e fondamentale obbiettivo quello di estendere quanto previsto dall’articolo 3 della legge Mancino del 1993. Vale a dire un’aggravante della pena fino alla metà, per i reati del codice penale commessi sulla base di “discriminazione, odio o violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi”.

 

La legge Mancino, ormai in vigore da 20 anni , è stata  ampiamente utilizzata dai tribunali italiani per perseguire fenomeni gravi come razzismo e antisemitismo e ha dimostrato, in conformità con il nostro ordinamento giuridico, di funzionare. Ma purtroppo mancava di un pezzo fondamentale: l’estensione doverosa della pena per i reati di omofobia e transfobia. Con il sì della scorsa settimana, la Camera ha finalmente colmato questa lacuna giuridica. Una vittoria? no “una farsa”, come urlano a furor di popolo le associazioni Lgbt.

– IL GOVERNO DEL “NON E’ COLPA MIA” –  

Infatti, se da una parte le aggravanti vengono estese ai reati di omofobia e transfobia, dall’altra con la successiva approvazione del  subemendamento Gitti,  il Parlamento definisce una serie di luoghi e persone giuridiche immuni a questa legge. Parliamo di: ”organizzazioni che svolgono attività di natura politica, sindacale, culturale, sanitaria, di istruzione ovvero di religione o di culto” le quali, per questo “cavillo” normativo, saranno esonerate dall’applicazione della Legge Mancino.

Il subemendamento Gitti è stato introdotto e votato anche dai membri del PD come conseguenza di una serie di proteste da parte dei deputati del PdL. I rappresentanti del centro-destra infatti, dettisi preoccupati che un simile provvedimento potesse ledere la libertà di pensiero e di espressione di chi, come loro, è contrario alle unioni omosessuali, sono stati accontentati. Così, per raccogliere popolarità nelle piazze che contano, onde evitare squilibri insanabili tra le forze al governo, è stata approvata questa clausola salva condotta. Stando al testo, andrà a rendere “luoghi di incontro, apprendimento e crescita” quelle che saranno in realtà zone franche in cui coltivare a piacimento sentimenti omofobi o discriminatori. La legge, approvata dalla Camera e adesso al vaglio del Senato, assume in questo modo tutti i caratteri di una presa in giro per chi quotidianamente si impegna per il riconoscimento delle realtà emarginate. In conformità a tutti i provvedimenti del governo Letta, questa disposizione aggira il problema per poi alla fine non risolverlo, dando anzi alle frange estremiste un’ancora di salvezza per continuare a rimanere impuniti.

– IL PERICOLO DEL COMPROMESSO –
Ancora una volta i diritti della collettività sono stati barattati al fine di evitare spaccature in seno a una maggioranza debole, in costante pericolo di crollare. A farne le spese questa volta: gli omosessuali. Infatti, dopo le ovvie manifestazioni portate avanti in questi giorni dai 5stelle, da Sel e dai militanti delle associazioni Lgtb, si è diffuso tra molti cittadini un risentimento inquietante nei confronti dei gay.Questi infatti, secondo molti contestatori, avrebbero dovuto accettare di buon occhio il tentativo coraggioso del Parlamento di garantire loro dei diritti, invece di scendere in piazza e ricordare all’Italia che nessuna vittoria potrà mai raggiungersi senza l’estirpazione del compromesso politico.

Il pregiudizio serpeggiante in diversi strati della cittadinanza è proprio legato, secondo alcuni, all’ingratitudine dimostrata da parte degli omosessuali nei confronti della politica. Tutto questo si concretizza in quelle stesse forme di discriminazione pubblica che la legge Mancino, se approvata nel suo senso originario, sarebbe andata a punire. Ne sono un esempio gli striscioni omofobi affissi da Forza Nuova a Napoli e a Salerno, denunciati sul web dall’Arcigay. O ancora la manifestazione tenutasi ieri a Legnano (MI), dove una decina di rappresentanti di estrema destra – sempre di Forza Nuova – si sono ritrovati fuori dal Municipio e, armati di megafono, hanno invitato il governo ad introdurre il reato di propaganda omosessuale: “perché i gay sono malati e possono essere curati”.

FONTE
Articolo di Giulia Molari

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