Una tassa sulla morte
Pierre Moscovici |
Il principio divide al momento i vertici dello stato: se Palazzo Matignon ritiene che la soluzione a lungo termine possa rivelarsi come radicale e impopolare, il Presidente della Repubblica è preoccupato che questa abbasserà ancora di più la sua popolarità. Una cosa è certa: questa “tassa di uscita finale” non sarà attuata prima delle elezioni comunali del 2014.
La principale riluttanza di Francois Hollande è che questa tassa colpirà tutta la società contrariamente alla sua precedente posizione che aveva invece colpito categorie specifiche, in molti casi diverse dal suo elettorato tradizionale. Hollande in un recente discorso televisivo aveva promesso di non introdurre nuove tasse per francesi, tuttavia, il suo annuncio è stato spazzato via dai suoi consiglieri. La morte fisica legalmente corrisponde all’estinzione di nazionalità.
La BCE ha inviato un osservatore, con il compito di preparare una relazione sulla misura. In caso di successo, il principio della “tassa di uscita finale” potrebbe essere applicata ad altri paesi della zona euro, in difficoltà economiche. Ovviamente occorrerà definire con precisione i contorni di questa “tassa di uscita finale”. Secondo alcune fonti però passato nel mese di agosto, verrà avviato con la massima discrezione una indagine speciale. La “tassa di uscita finale”, in combinazione con le leggi vigenti in materia di tasse di successione, potrebbe presto diventare ben presto la tassa statale più redditizia. Insomma non solo il grande capitale punta a farci morire prima per risparmiare sui costi previdenziali, ma vuole renderci più oneroso anche il trapasso. Dobbiamo fermarli, con ogni mezzo necessario.
FONTE: Contropiano
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