Archive for Maggio, 2012

E’ finalmente morto Klaas Faber, il 3° criminale nazista più ricercato.

domenica, Maggio 27th, 2012
Klaas Faber

Germania. Si è spento uno dei più spietati criminali di guerra nazisti, Klaas Faber.
Faber era tra i tre principali ricercati sulla lista del centro Simon Wiesenthal. Nel 1947 fu condannato a morte in Olanda per il coinvolgimento in 22 omicidi, in seguito ad un ricorso però la sua pena fu commutata in ergastolo.Nel 1952 riuscì a scappare in Germania dove ha vissuto in libertà fino alla sua morte, avvenuta nell’ospedale di Ingolstadt all’età di 90 anni. Più volte infatti l’Olanda ha cercato di ottenere la sua estradizione ma le autorità tedesche hanno sempre “protetto” l’uomo all’interno dei propri confini.Faber si arruolò come volontario nelle SS dopo essere stato guardia del corpo personale del leader nazista Anton Mussert.Ha prestato servizio nell’unità “Silbertanne”, un gruppo composto da 15 uomini incaricato di compiere rappresaglie, e nel campo di transito di Westerbook, dal quale passarono migliaia di olandesi tra cui la piccola Anna Frank e nel quale si macchiò di sei omicidi.Era inoltre membro del Sonderkommando Feldmeijer, squadra responsabile di alcuni attentati nei confronti di eminenti cittadini olandesi.
Faber non ha mai pagato per il male che ha fatto. Dopo la guerra si è sposato ed ha condotto una vita più che dignitosa lavorando come impiegato per la casa automobilistica “Audi” fino al pensionamento.Il “trattamento speciale” riservatogli dal governo tedesco, che ha ripetutamente fatto fallire ogni richiesta di giustizia da parte dell’Olanda, rappresenta una profonda ferita nell’orgoglio del paese.

La storia di Placido Rizzotto.

sabato, Maggio 26th, 2012
Placido Rizzotto

A sessantaquattro anni dall’omicidio si sono svolti qualche giorno fa i funerali di stato di Placido Rizzotto. Con questo articolo vorrei rendere omaggio ad un’ uomo, un sindacalista e per certi versi un eroe d’altri tempi. Penso che tutti noi dovremmo prendere esempio da Rizzotto per il coraggio e la voglia di legalità nel combattere questa terribile piaga che affligge l’ Italia: la mafia.
-Matteo Naldi– 

Nato nel gennaio del 1914 a Corleone, figlio di Giovanna Moschitta e Carmelo Rizzotto, Placido era il primo di sette figli. Rimase orfano quando era ancora bambino, e subito dopo l’arresto ingiustificato (perchè falso) del padre per associazione mafiosa, fu costretto ad abbandonare la scuola per occuparsi della famiglia. Durante la seconda Guerra Mondiale prestò servizio presso il “Regio Esercito”, ma dopo l’armistizio dell’ 8 settembre si unì ai partigiani della “Brigata Garibaldi” come socialista.
Al termine della guerra rientrò a Corleone e fu insignito della carica di presidente dell’ A.N.P.I. di Palermo e quello di segretario della Camera del lavoro di Corleone. Fu esponente di spicco del Partito Socialista Italiano e della CGIL.
Venne rapito nella serata del 10 marzo 1948, mentre andava da alcuni compagni di partito, e ucciso dalla mafia per il suo impegno a favore del movimento contadino per l’occupazione delle terre. Mentre veniva assassinato, il pastorello Giuseppe Letizia assistette al suo omicidio di nascosto e vide in faccia gli assassini e per questo venne ucciso con un’iniezione letale fattagli dal boss e dottore Michele Navarra, il mandante del delitto di Placido Rizzotto.
Le indagini sull’omicidio furono condotte dall’allora capitano dei Carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiesa. Sulla base degli elementi raccolti dagli inquirenti, vennero arrestati Vincenzo Collura e Pasquale Criscione che ammisero di aver preso parte al rapimento di Rizzotto in concorso con Luciano Liggio. Grazie alla testimonianza di Collura fu possibile ritrovare alcune tracce del sindacalista ma non il corpo, che era stato gettato da Liggio nelle foibe di Rocca Busambra, nei pressi di Corleone. Criscione e Collura, insieme a Liggio che rimase latitante fino al 1964, furono assolti per insufficienza di prove, dopo aver ritrattato la loro confessione in sede processuale.
Il 9 marzo 2012 l’esame del DNA, comparato con quello estratto dal padre Carmelo Rizzotto, morto da tempo e riesumato per questo scopo, ha confermato che i resti trovati il 7 settembre 2009 presso le foibe di Rocca Busambra a Corleone appartengono a Placido.
Il 16 marzo 2012 il Consiglio dei Ministri ha deciso i Funerali di Stato per Placido Rizzotto, svolti a Corleone il 24 maggio 2012 alla presenza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

Il bluff della tariffa bioraria. Ora l’energia di sera costa di più.

sabato, Maggio 19th, 2012

Concentrare i consumi di elettricità dalle 19 in poi permette di risparmiare meno dell’1% rispetto alle ore diurne. La causa è una distorsione in atto nel mercato energetico, dovuta forse a una guerra dei prezzi tra rinnovabili e fonti tradizionali. Su cui l’Authority ha annunciato un’indagine. Aspettare il tramonto per accendere la lavatrice o il ferro da stiro non conviene più. La tariffa bioraria dell’energia elettrica, introdotta nel 2010 per favorire il risparmio grazie a prezzi vantaggiosi nelle ore serali, non è più a buon mercato come prima. Anzi: a volte usare la corrente dalle 19 in poi costa di più rispetto alla fascia diurna F1, orario di punta con i maggiori consumi (nei giorni feriali dalle 8 alle 19).
A svelare il perché è un’inchiesta del Salvagente: s’ipotizza che la causa sia l’avvento sul mercato energetico delle rinnovabili, fotovoltaico ed eolico in testa. L’energia che giunge nelle nostre case ha una provenienza mista: arriva dalle centrali elettriche, ma anche da pannelli solari e pale eoliche. Le fonti pulite, nelle ore del giorno in cui vanno a pieno regime, hanno la precedenza sulle altre, e così riducono l’attivazione delle centrali tradizionali, che entrano in azione solo in orari periferici. Ne deriva una guerra dei prezzi, in cui i produttori di energia tradizionale cercano di rifarsi dei mancati guadagni diurni alzando le tariffe di sera. Interpellata dalle associazioni dei consumatori l’Authority dell’energia elettrica e del gas rassicura: «La bioraria conviene ancora: c’è stato un avvicinamento, non un’inversione tra le fasce orarie. Ma stiamo pensando di rivedere il sistema per renderlo ‘più flessibile’».

Il meccanismo sfasato. Secondo il Salvagente, l’utente attento che concentra il 70% dei propri consumi elettrici nelle fasce serali ora risparmia circa 4,80 euro, pari a solo l’1% in meno in bolletta. Un risparmio irrisorio, che ha il sapore di una beffa. Destinato peraltro a ridursi ancora in futuro. Alla base dei rincari – rivela l’inchiesta – c’è un fenomeno in atto da poco nella Borsa elettrica, il mercato di compravendita dell’energia. Prima del boom del fotovoltaico, avvenuto negli ultimi mesi del 2011, in Borsa si registravano due picchi di prezzo: uno diurno, il cosiddetto “peak shaving” delle 11, e uno serale, tra le 18 e le 20. Ora il primo è del tutto scomparso e il secondo è salito alle stelle. La ragione è che il fotovoltaico produce energia a costi marginali nulli, e così di giorno riesce a offrire elettricità a prezzi molto bassi.
Si stima che nel 2011 il sole abbia tagliato dalle bollette circa 400 milioni di euro. Gli impianti tradizionali, schiacciati dalla concorrenza dell’energia solare, sono costretti spesso a restare spenti durante il giorno, dunque lavorano meno e devono rifarsi con prezzi più alti alla sera. Soprattutto chi ha investito in nuovi impianti a ciclo combinato. La conferma arriva da Assoelettrica, organismo di categoria delle imprese elettriche: «I costi di produzione salgono perché anche se gli impianti vengono chiamati a produrre solo per 2-3 ore, a causa dei tempi di accensione e spegnimento, devono comunque restare accesi anche per 9 ore». La conseguenza è una distorsione del mercato energetico, a tal punto che qualcuno sospetta l’esistenza di un cartello, cioè un accordo tra produttori per falsare la concorrenza.

La risposta dell’Authority. Allertate dagli aumenti nelle ore serali, le associazioni dei consumatori hanno chiesto un incontro all’Autorità dell’energia elettrica e del gas. Intanto il presidente Guido Bordoni ha già annunciato un’inchiesta sull’accaduto ed è intervenuto sull’argomento nel corso di un’audizione in Commissione industria del Senato. «Per meglio comprendere gli effetti di questo fenomeno – riferisce una nota – l’Authority sta sviluppando analisi volte a valutare l’evoluzione dei costi degli impianti in vista di eventuali provvedimenti. L’integrazione delle fonti rinnovabili richiederà, a livello europeo, di rivedere l’attuale disegno di mercato, pensato per un parco elettrico tradizionale».

ARTICOLO DI: Erika Tomasicchio

L’Italia e la censura dei blog.

mercoledì, Maggio 16th, 2012
50 mila blog chiusi per stampa clandestina?

 All’inizio di maggio una sentenza della prima sezione penale della Corte di Appello di Catania ha equiparato un blog ai giornali di carta. Dunque commette il reato di stampa clandestina chiunque abbia un diario in Internet e non lo registra come testata giornalistica presso il tribunale competente, come prevede la legge sulla stampa n 47 del 1948.La vicenda è paradossale e accade in Italia. Lo storico e giornalista siciliano Carlo Ruta aveva un blog: si chiamava “Accadeinsicilia” e si occupava del delicato tema della corruzione politica e mafiosa. In seguito a una denuncia del procuratore della Repubblica di Ragusa, Agostino Fera, quel blog è stato sequestrato e chiuso nel 2004 e Ruta ha subito una condanna in primo grado nel 2008. Ora la Corte di Appello di Catania, nel 2011, ritiene che quel blog andava considerato come un giornale qualsiasi – ad esempio La Repubblica, Il Corriere della Sera o Il Giornale – è dunque doveva essere registrato presso il “registro della stampa” indicando il nome del direttore responsabile e l’editore. La notizia farà discutere a lungo la blogosfera italiana: cosa succederà ora?Massimo Mantellini se la prende con Giuseppe Giulietti e Vannino Chiti per aver presentato in Parlamento la Legge 62 sull’editoria, che è stata poi approvata, con la quale si definisce la natura di prodotto editoriale nell’epoca di Internet. Ma il vero problema, a mio avviso, è la completa o scarsa conoscenza di cosa sia la Rete da parte di grandi pezzi dello Stato, incluso la magistratura. Migliaia di burocrati gestiscono quintali di carta e non sanno quasi nulla di cosa accade in Internet e nei social network. Questa sentenza, quindi, è un regalo alla politica cialtrona che tenterà ora di far chiudere i blog scomodi. Proveranno a imbavagliarci.In Italia ci sono oltre 50 mila blog. Soltanto BlogBabel ne monitorizza 31 mila. Nel mondo esistono almeno 30 milioni di blog e forse sono anche di più. I blog nascono come diari liberi on line, può aprirne uno chiunque. Una casalinga. Uno studente. Un professore universitario. Un operaio. Un filosofo. Chiunque. Ma adesso in Italia non è più possibile e possiamo dire che inizia il Medioevo Digitale.

Nel mondo arabo i blog e i social network hanno acceso il vento della democrazia, il presidente americano Barack Obama plaude il valore di Internet e la libertà d’informazione, Wikileaks apre gli archivi segreti delle diplomazie, e noi, in Italia, in un polveroso palazzo di giustizia, celebriamo la morte dei blog.

Salviamo i cani di Green Hill.

mercoledì, Maggio 16th, 2012
www.fermaregreenhill.net

Comunicato della campagna “Salviamo I Cani Di Green Hill”  www.fermaregreenhill.net

Come forse già saprete oggi 16 maggio alle ore 12.00 sono stati presentati gli emendamenti all’ormai famoso articolo 14 che andrebbe a modificare il recepimento della Direttiva Europea sulla vivisezione e vietare l’allevamento di cani, gatti e primati per scopi scientifici e gli esperimenti senza anestesia. Come saprete era possibile presentare emendamenti migliorativi, quindi con ulteriori restrizioni a favore degli animali, o peggiorativi, quindi che tenessero aperto Green Hill e non portassero alcun passo in avanti per gli animali vittime della ricerca.Da quello che è trapelato sono tanti gli emendamenti presentati, almeno alcune decine, e verranno discussi a partire dal 6 giugno.Notizia positiva è l’impegno da parte dello schieramento del Pd di votare l’articolo 14 e chiedere così la chiusura di Green Hill. Notizia negativa è che un “dissidente” dello stesso Pd ha presentato l’emendamento soppressivo, che porterebbe a recepire la Direttiva così com’è, senza miglioramento alcuno per gli animali e mantenendo aperto Green Hill.L’emendamento in questione è stato presentato, e non ci stupiamo, da Ignazio Marino.Il signor Marino è infatti un ricercatore. Ma non un ricercatore qualsiasi. Si occupa di trapianti e anche di xenotrapianti, trapianti da una specie all’altra. Gli xenotrapianti sono il tentativo di costruire delle chimere tramite le modificazioni genetiche, mezzo umano e mezzo animale, per avere delle fabbriche di organi da prelevare e inserire come pezzi di ricambio nei corpi umani. Questa idea è stata sperimentata per decenni, senza molti passi avanti, ma con la morte di decine e decine di migliaia di babbuini, macachi, maiali, oltre che dei pochi pazienti umani utilizzati come cavia. Sperimentazione senza limiti di specie.La Commissione XIV del Senato ha più volte espresso pareri contrari all’applicazione delle restrizioni alla Direttiva Europea, paventando soprattutto problemi di natura tecnica che impedirebbero di applicarle senza incorrere in sanzioni da parte dell’Unione Europea. Ma diversi rappresentanti del Senato, del Ministero della Salute e del Ministero per le Politiche Europee hanno dichiarato che i rischi di infrazione sono bassi e che comunque si possono affrontare per una causa che, dato il forte consenso popolare espresso, si impegnano pubblicamente ad appoggiare.

Il Capitano Paul Watson arrestato a Francoforte, sulla base di un mandato spiccato dal Costa Rica.

lunedì, Maggio 14th, 2012
Il capitano Paul Watson

13 maggio 2012 – Friday Harbour, WA – Il Capitano Paul Watson, Fondatore e Presidente di Sea Shepherd Conservation Society, è stato tratto in arresto ieri in Germania con richiesta di estradizione in Costa Rica.

La polizia tedesca ha affermato che il mandato per l’arresto del Capitano Watson è stato spiccato in risposta a una presunta violazione del traffico navale in Costa Rica, avvenuta durante le riprese di “Sharkwater” nel 2002. Lo specifico episodio di “violazione del traffico navale” ha avuto luogo in alto mare, in acque guatemalteche, quando Sea Shepherd ha individuato un’attività illegale di shark finning (prelevamento di pinne di squalo, ndt), messa in atto da un’imbarcazione del Costa Rica chiamata “Varadero”. Su ordine delle autorità guatemalteche Sea Shepherd ha intimato all’equipaggio della Varadero di cessare le proprie attività illegali di shark finning e di tornare in porto per essere perseguito. Mentre Sea Shepherd scortava la Varadero verso il porto, sono state cambiate le carte in tavola e una nave armata del Guatemala è stata inviata a intercettare l’equipaggio di Sea Shepherd. L’equipaggio della Varadero ha accusato Sea Shepherd di aver tentato di uccidere i componenti dell’equipaggio stesso, mentre le prove video dimostrano che questo non risponde a verità. Per evitare la nave armata del Guatemala, Sea Shepherd ha poi fatto rotta per il Costa Rica, dove ha scoperto ulteriori attività illegali di shark finning, sotto forma di pinne di squalo essiccate, collocate a migliaia sui tetti di un edificio industriale.

I conservazionisti di tutto il mondo nutrono la speranza che il Costa Rica ritirerà le accuse formulate nei confronti del Capitano Watson. Sussiste altresì la possibilità che siano già state ritirate, ma Sea Shepherd non ha potuto averne riscontro dai funzionari del Costa Rica. Considerando la ricchezza della biodiversità del Costa Rica, sarebbe una farsa da parte loro non schierarsi dalla parte degli squali, che sono all’apice della catena alimentare e che pertanto garantiscono l’equilibrio tra le comunità ecologiche dell’oceano.
Il Capitano Watson è assistito in carcere dal Vicepresidente del Parlamento Europeo, Daniel Cohn Bendit, e dall’Eurodeputato Jose Bove. Speriamo che questi due stimati signori possano garantire la liberazione del Capitano Paul Watson prima che questa sciocchezza si trascini ulteriormente. Anche i membri europei di Sea Shepherd si sono mobilizzati per sostenere il Capitano Watson.Con la grave situazione degli squali che sta andando peggiorando, Sea Shepherd Conservation Society ha iniziato a delineare una nuova campagna a favore degli squali per il 2012. Julie Andersen, fondatrice di Shark Savers e di Shark Angels, si è unita a Sea Shepherd per essere la punta di lancia della nostra campagna mondiale tesa a salvare gli squali dall’estinzione.
Sea shepherd userà la propria competenza ed esperienza, oltre alla propria capacità di interagire con i media, per dare alle persone di tutto il mondo il potere di riprendersi i propri squali: animali di importanza cruciale per il loro ambito ambientale ed economico, oltre che per gli stessi ambiti a livello mondiale.Sea Shepherd offre la propria assistenza a Paesi di tutto il mondo per applicare le leggi internazionali e locali, porre fine alle attività di bracconaggio senza scrupoli, pattugliare i santuari marini sotto attacco, attuare difese utilizzando tecnologie avanzate e dare potere alle persone del luogo attraverso attività di formazione e fornitura di risorse mirate a permettere loro di intraprendere questa battaglia. Inoltre Sea Shepherd combatterà anche sul campo dell’opinione pubblica, cambiando tutto quello che sappiamo su un animale oggetto del massimo disprezzo.La prima area in cui Sea Shepherd si attiverà sarà il Pacifico meridionale, dove il nostro team si dirigerà a giugno. “Abbiamo tutte le leggi di cui abbiamo bisogno per proteggere gli squali. Ora faremo leva sulle nostre risorse e sulla nostra competenza per aiutare i Paesi di tutto il mondo ad applicarle. Prendendo a modello le Galapagos, ci dirigeremo laddove c’è bisogno di noi, applicando le leggi locali e nel contempo sviluppando strategie e formando gli abitanti del luogo affinché possano difendere i loro squali, sviluppando azioni di applicazione delle leggi in tutto il mondo”.

Chi e cos’è Sea Shepherd Conservation Society?

SSCS Logo

Fondata nel 1977, Sea Shepherd Conservation Society (SSCS) è un’organizzazione internazionale senza fini di lucro che opera nell’ambito della conservazione, con la missione di porre fine alla distruzione degli habitat e al massacro della fauna selvatica negli oceani di tutto il mondo, al fine di conservare e proteggere gli ecosistemi e le specie. Sea Shepherd usa tattiche innovative nel campo dell’azione diretta per investigare e documentare e, laddove necessario, agire per portare l’attenzione su attività illegali in alto mare e opporsi a esse. Salvaguardando la biodiversità dei nostri ecosistemi oceanici, il cui equilibrio è delicato, Sea Shepherd agisce per garantire la loro sopravvivenza per le generazioni future. Il Fondatore e Presidente, il Capitano Paul Watson, è un leader famoso e rispettato in tutto il mondo nel campo delle problematiche ambientali. Per ulteriori informazioni, visitate il sito www.seashepherd.org

Ti droghi? Dillo al ministro…

venerdì, Maggio 11th, 2012
pagina del questionario

Nelle case di molti italiani sta arrivando un surreale questionario governativo sul consumo di alcol, fumo, sali da bagno, incensi, colle solventi, energy drink, sedativi, barbiturici, crack, eroina, ma anche ayahuasca e kobret. E vogliono pure sapere dove ve li procurate!!!

Una lettera timbrata dalla presidenza del Consiglio (Monti Mario) e dal ministero della Salute (Balduzzi Renato) non è posta ordinaria. Arriva ai primi di febbraio. E’ una lettera d’aiuto e quando la patria chiama, in un momento così difficile per la patria suddetta, ci si mette a disposizione. In questo caso, a maggior ragione perché si tratta di rispondere a un QUESTIONARIO realizzato in 25 paesi membri della Comunità Europea (due quindi non hanno aderito).

“Il suo contributo”, si legge nella missiva, “per noi è fondamentale”. Di quale contributo si tratta? Presto detto. La ricerca mira a «studiare le abitudini e gli stili di vita della popolazione italiana e di valutare l’eventuale consumo di alcune sostanze potenzialmente nocive». L’anonimato è garantito, in base alla legge sulla privacy.

La prima pagina è dedicata al quadro A con le informazioni generali, chi siete, che fate, quanto avete studiato. Poi si entra nel vivo dell’argomento (quadro B) con due domande dall’apparenza innocua: “pratica regolarmente attività fisica?” e “cosa fa durante il suo tempo libero?”. Qui si sale di livello perché (B5) “se alla domanda precedente ha risposto “assisto ad eventi musicali”, ha mai partecipato a un rave party?”. Sì o no che sia, si passa al capitolo tabacco (quadro C).

Chi non ha mai fumato può, come a Monopoli, andare direttamente al quadro D: alcol. Qui le domande vertono sulla frequenza dell’evento etilico con un’attenzione speciale al fenomeno dell’happy hour. Quante volte, figliuolo, nell’ultimo mese? Gli astemi possono saltare l’intero quadro D e andare al quadro E-F, dedicato rispettivamente a energy drink e farmaci. Alla F il gioco si fa duro. Che cosa hai preso: sedativi, barbiturici, benzodiazepine, steroidi anabolizzanti? E quante volte? Avevi la ricetta o no?

La sezione G, e siamo appena a metà del libretto, si apre con una domanda che ormai non inganna nessuno: “ha mai SENTITO PARLARE di queste sostanze?” Le sostanze sono: smart drugs dai nomi suggestivi (ayahuasca, dev’essere una cosa maya o azteca), salvia divinorum, spinellum vulgare, amfetamine, ecstasy, colle solventi, popper, crack, coca, eroina oppure kobret, che non è il titolo dell’ultimo film di Scorsese ma si trova subito su google, nel reparto domande utili (“salve, vorrei chiedere come faccio a rendere il kobret iniettabile”).

Al sottoquadro G3 arriva la vera domanda, anche qui con un inquietante misto di minuscolo/maiuscolo: “ha assunto ALMENO UNA VOLTA NELLA VITA qualcuna fra le seguenti sostanze?”, cioè le stesse elencate prima. Se si risponde sì, bisogna dare indicazioni sulla frequenza del consumo per ognuna delle sostanze, da 1-2 volte all’anno al tremendo “ogni giorno o quasi”. Se si risponde no, si può andare al sottoquadro G7, dove uno pensa che potrà ritirare gli effetti personali e tornare a casa. Illusione. Arriva come una mazzata la domanda: “ha mai SENTITO PARLARE di sostanze psicoattive”. No – uno urla – nooo. Ma non gli credono. Perché sarà pur capitato di avere SENTITO PARLARE di incensi, sali da bagno e profumatori ambientali che, in realtà, contengono cannabinoidi o catinoni sintetici. E qui palazzo Chigi e l’Ue ci mettono, come direbbe Montalbano, il carico da undici. “Come se le è procurate?” Sul web, in erboristeria, in uno smart shop (smart, capisci a me) oppure “altro”.

Quando vi siete cantati nome e cognome dello spacciatore, non è ancora finita. Alla sezione H si parla di giochi, cioè di tutte quelle attività che fanno malissimo al cittadino e sulle quali lo Stato guadagna una decina di miliardi di euro all’anno. Al quadro I si parla di salute che, dopo questo giro della morte tra fumo, alcol, droga e gioco d’azzardo, non sarà proprio una bellezza. Però siamo in un paese democratico e il cittadino può, al quadro L, esprimere la sua libera approvazione o disapprovazione per le porcherie elencate nel questionario, sia le sue sia quelle altrui.

A questo punto, c’è ancora uno spazietto per eventuali note/osservazioni da riempire mentre vi riprendete dall’ordalia rilassandovi con una canna o inalando un catinone sintetico. Purché, s’intende, abbiate fatto il vostro dovere rispondendo con sincerità ai quesiti. Vi conviene, del resto. Se provate a non rispondere, come ha fatto il redattore di questo articolo, contribuite alla rovina dei conti pubblici perché vi rimandano il questionario, completo di busta preaffrancata e di calendario 2012 cartonato. Come mai un calendario? Così potete tenere il conto esatto dei danni che vi fate.

FONTE: l’Espresso
ARTICOLO: Gianfrancesco Turano

Bambini come topi da laboratorio.

sabato, Maggio 5th, 2012

All’ospedale di Fallujah non sono in grado di fornire statistiche sui bambini nati con malformazioni; semplicemente ce ne sono troppi.  I genitori non vogliono parlarne. “Le famiglie seppelliscono i propri neonati dopo la loro morte senza dirlo a nessuno,” afferma il portavoce dell’ospedale, Nadim al-Hadidi. “Se ne vergognano troppo.”
“Abbiamo registrato 672 casi a gennaio, ma sappiamo che ce ne sono molti di più”, dice Hadidi. Proietta immagini su una parete del suo ufficio: bambini nati senza cervello, senza occhi o con gli intestini fuori dal corpo.
Di fronte all’immagine bloccata di un bambino nato senza arti, Hadidi dice che i sentimenti dei genitori solitamente variano dalla vergogna al senso di colpa. “Pensano che sia colpa loro, che ci sia qualcosa di sbagliato in loro. E non è affatto d’aiuto quando qualche vecchio dice loro che è la ‘punizione del Signore’”.
E’ difficile guardare le fotografie.  E i responsabili di tutto questo hanno chiuso gli occhi.
“Nel 2004 gli statunitensi hanno sperimentato su di noi ogni genere di ordigni chimici ed esplosivi: bombe termobariche, fosforo bianco, uranio impoverito … siamo stati per loro tutti topi da laboratorio,” dice Hadidi spegnendo il proiettore.
I mesi che sono seguiti all’invasione dell’Iraq nel 2003 hanno visto persistenti dimostrazioni contro le forze d’occupazione.  Ma non è stato che nel 2004 che questa città presso l’Eufrate, a ovest di Baghdad, ha visto il peggio.
Il 31 marzo di quell’anno le immagini dei corpi smembrati di quattro mercenari del gruppo statunitense Blackwater pendenti da un ponte hanno fatto il giro del mondo. Al-Qaeda ha rivendicato la brutale azione e la popolazione locale ha pagato il prezzo dell’Operazione Phantom Fury [Furia fantasma] che è seguita. Secondo il Pentagono si è trattato del più grande scontro urbano dai tempi di Hue (Vietnam, 1968).
Il primo giro di vite è avvenuto nell’aprile 2004 ma il peggiore è stato a novembre di quell’anno.  Controlli casuali casa per casa hanno dato il via a intensi bombardamenti notturni. Gli statunitensi hanno dichiarato di aver utilizzato il fosforo bianco “per illuminare i bersagli di notte”.  Ma un gruppo di giornalisti italiani ha fornito presto prove documentali che il fosforo bianco era stato semplicemente un’altra delle armi vietate utilizzate contro i civili dalle truppe statunitensi.
Il numero totale delle vittime è tuttora ignoto. In effetti, molte di esse non sono ancora nate.
Abdulkadir Airawi, un medico dell’ospedale di Fallujah, è appena di ritorno dall’aver esaminato un interessante nuovo caso. “Questa ragazza è nata con la sindrome di Dandy Walker. Ha il cervello diviso in due e dubito che sopravvivrà.” Mentre parla, le luci si spengono di nuovo nell’interno ospedale.
“Siamo privi della struttura più elementare. Come pretendono che affrontiamo un’emergenza come questa?”
Secondo uno studio pubblicato nel luglio 2010  dall’International Journal of Enviromental Research and Public Health, con sede in Svizzera, “gli aumenti dei casi di cancro, leucemia e mortalità infantile e di cambiamenti del normale rapporto tra i sessi alla nascita a Fallujah sono significativamente maggiori di quelli riferiti relativamente ai sopravvissuti alle bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki nel 1945.”
I ricercatori hanno rilevato che c’è stato un aumento di 38 volte della leucemia (17 volte nelle località giapponesi).  Analisti stimati come Noam Chomsky hanno definito tali conclusioni come “immensamente più imbarazzanti delle rivelazioni di WikiLeaks sull’Afghanistan”.
Samira Alaani, medico capo all’ospedale di Fallujah, ha preso parte a uno studio in stretta collaborazione con l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Diverse verifiche condotte a Londra segnalano quantità insolitamente elevate di uranio e mercurio nei capelli delle persone colpite.  Ciò potrebbe essere la prova che collega l’utilizzo di armi vietate alla quantità dei problemi genetici a Fallujah.
Piuttosto che sul fosforo bianco, molti puntano il dito sull’uranio impoverito (DU), un elemento radioattivo che, secondo gli ingegneri dell’esercito, aumenta significativamente la capacità di penetrazione dei proiettili.  Si ritiene che il DU abbia una vita di 4,5 miliardi di anni ed è stato definito “l’assassino silenzioso che non smette mai di uccidere”.  Molte organizzazioni internazionali hanno chiesto alla NATO di accertare se durante la guerra in Libia è stato utilizzato il DU.
In questo mese il Ministero iracheno della Sanità, in stretta collaborazione con l’Organizzazione Mondiale della Sanità, avvierà il suo primo studio in assoluto sulle malformazioni congenite nei governatorati di Baghdad, Anbar, Thi Qar, Suleimania, Diala e Basra.
Stretta tra i confini dell’Iran e del Kuwait, Basra è situata sopra enormi riserve di petrolio. La popolazione di questa provincia dell’estremo sud ha subito combattimenti molto più di qualsiasi altra regione: dalla guerra contro l’Iran degli anni ’80 alla guerra del Golfo del 1991 e all’invasione guidata dagli USA nel 2003.
Uno studio dell’Università di Baghdad ha segnalato che i  casi di malformazioni alla nascita  erano aumentati di dieci volte a Basra due anni prima dell’invasione del 2003. La tendenza continua a salire.
L’Ospedale Pediatrico di Basra, specializzato nell’oncologia pediatrica, è stato aperto nel 2010. Finanziata da capitale statunitense, questa struttura è stata avviata dall’ex first lady statunitense Laura Bush. Ma, come l’ospedale di Fallujah, questa struttura presunta allo stato dell’arte manca di attrezzature fondamentali.
“La macchina per i raggi X è rimasta un anno e mezzo in magazzino nel porto di Basra per una disputa amministrativa su chi dovesse pagare le tasse portuali. I nostri bambini morivano in attesa di un trattamento radioterapeutico che non arrivava,” dice Laith Shakr Al-Sailhi, padre di un bambino malato e direttore dell’Associazione del Cancro Infantile irachena.
“La lista d’attesa per il trattamento a Baghdad è infinita e il tempo non è mai dalla parte dei pazienti” dice Al-Sailhi nelle baracche che ospitano il quartier generale della sua ONG vicino all’ospedale.
“Inoltre le malattie di questi bambini hanno portato alla rovina economica le loro famiglie. Quelli che possono permetterselo pagano, per il trattamento, fino a 7.000 dollari in Siria e fino a 12.000 dollari in Giordania. L’opzione più economica è l’Iran, con costi in media di 5.000 dollari.
Oggi le famiglie fioccano a Teheran per il trattamento dei figli. Molte di esse dormono nelle strade perché non possono permettersi di pagarsi una stanza in albergo.”

FONTE: Znet Italy 
ARTICOLO DI: Karlos Zurutuza
TRADOTTO DA: Giuseppe Volpe