…il caso UVA….
…il naso rotto dalle botte, e la bruciatura di sigaretta sulla guancia. |
…il corpo di giuseppe ricoperto di echimosi. |
…da 3 anni Lucia Uva, sorella di Giuseppe Uva, morto nella caserma dei Carabinieri di via Saffi a Varese il 14 giugno 2008, aspetta, e PRETENDE GIUSTAMENTE di sapere la verità su suo fratello.
Era la notte del 14 giugno 2008 e, Giuseppe Uva insieme all’ amico Alberto Biggiogero, vengono fermati e portati in caserma da una gazzella dei carabinieri, per schiamazzi notturni.
In caserma i due vengono separati, Alberto rimane solo, e Giuseppe invece rimane in compagnia dei carabinieri.
Alberto notò un viavai di carabinieri e polizia e sentì le grida dell’amico, dei rumori sordi. Non lo avevano perquisito perciò aveva ancora con sé il cellulare, così chiamò il 118.
Operatore 118: «118…».
Alberto: «Sì, buonasera sono Biggiogero. Posso avere un’autolettiga qui alla caserma di via Saffi? Alla caserma dei carabinieri?».
Operatore 118: «Sì, cosa succede?»
Alberto: «Praticamente stanno massacrando un ragazzo».
L’operatore richiama la caserma dei carabinieri.
Operatore 118: «Carabinieri? Sì, salve, qui il 118. Mi hanno richiesto un’ambulanza, non so mi ha chiamato un signore dicendo di mandare un’ambulanza lì da voi, me lo conferma?».
Centralino caserma: «No, ma chi è che ha chiamato, scusi?»
Operatore 118: «Un signore, mi ha detto che lì stanno massacrando un ragazzo e che voleva un’ambulanza…».
Centralino caserma: «No, sono due ubriachi che abbiamo qui in caserma, adesso gli sequestriamo il cellulare, se abbiamo bisogno la chiamiamo noi».
E così faranno, infatti dopo un po’ i carabinieri richiamano il 118 richiedendo un T.S.O. (trattamento sanitario obbligatorio), Giuseppe verrà trasportato in ospedale dove morirà dopo poche ore. Lucia in obitorio scatterà delle foto a suo fratello, dove si vedono chiaramente echimosi lungo tutto il corpo martoriato dalle percosse, e bruciature di sigaretta.
Nessun carabiniere verrà indagato per questa morte, ma si aprirà comunque un processo che vedrà come unico indagato per omicidio colposo, un medico, che avrebbe ucciso Uva somministrandogli un’eccessiva dose di calmanti.
Accusa però messa in discussione la settimana scorsa da una perizia disposta dal giudice Orazio Muscato; gli esperti incaricati di tale perizia dichiarano che:
Giuseppe Uva non è morto a causa dei calmanti. «Le dosi somministrate – si legge nella
perizia – risultano inidonee a causare il decesso
Non solo, sui jeans indossati da Uva quella notte sono state riscontrate tracce ematiche, ma anche tracce di feci, urina e sperma.Per questo hanno richiesto di completare la perizia riesumando la salma e effettuando una Tac.
Durante tutto il processo peraltro l’amico di Giuseppe, Alberto, non verrà MAI sentito in aula, come testimone!!!!!
Ecco, ora penso che a questo punto si debba assolutamente fare GIUSTIZIA, anche perchè, non prendiamoci in giro, la storia dell’ overdose di medicinali,faceva proprio “ridere”!!!, e non ci credeva nessuno!!!….ma purtroppo sembra che in Italia la giustizia funzioni proprio così, soprattutto quando di mezzo, ci sono una tipologia di persone di questo tipo.
L’unica cosa che mi chiedo, e se succedesse a voi? Non vorreste fosse fatta giustizia? Ritengo che questi orribili fatti di sangue, vadano assolutamente denunciati, e non insabbiati o manomessi solo perchè coinvolti potremmo avere Carabinieri o Polizia. Bisogna che la legge sia davvero uguale per tutti, e che tutti siano uguali davanti alla legge!!!
Tanti sono i morti vittime di abusi e ingiustizie, Aldrovandi, Cucchi, Giuliani, e purtroppo l’elenco è ancora lungo….