Maria Columbu e…l’e/orrore giudiziario

Vauro 2011

Maria Columbu è una signora disabile di 39 anni e madre di 4 figli e questa è la sua storia.
…anno 2002, Sardegna. Sono le sei del mattino, Maria sente bussare alla porta, sono agenti della guardia di finanza. Entrano in casa, le comunicano che è indagata per terrorismo e procedono con una perquisizione domiciliare nella quale sequestrano, due computers, materiale cartaceo.
In mezzo alle carte gli inquirenti trovano un volantino “sospetto” e “di chiaro stampo brigatista”, perché raffigura una stella a cinque punte che rievoca proprio le Brigate Rosse degli anni ’70, sotto la quale però, c’è anche il numero di telefono di Maria.

Se avesse davvero voluto fare un attentato con tanto di rivendicazione di certo non avrebbe lasciato il numero di telefono, non vi pare?

Tra le prove che hanno portato all’arresto della donna ci sono alcuni  file trovati nei computers, in cui si parla di politica e dove,  presa da un momento di rabbia causata dal suo handicap, che non la fa sentire tutelata come dovrebbe, Maria scrive: “a morte lo stato, a morte Berlusconi”.
Per Francesco Puleio, il sostituto procuratore che ha chiesto e ottenuto la condanna della signora Maria, la “regina delle prove” è in un’altro dei file trovati nel computer, e sono…le istruzioni per la fabbricazione di un ORDIGNO NUCLEARE, che ora anche io vi rivelerò!!! “Per prima cosa procuratevi 110 kg. di plutonio dal vostro fornitore locale; suggeriamo di contattare l’organizzazione terroristica del luogo.”
…queste  “dettagliate”  ma soprattutto  “credibili”  istruzioni si concludono così: “adesso che avete un ordigno nucleare, potete usarlo per spettacoli pirotecnici o per difesa nazionale”.
“Ecco fatto!!! Ora ho tutto quello che serve per incastrare la Columbu!!!”  Questo è quello che deve aver pensato l’acuto sostituto procuratore, quando ha deciso in via definitiva che Maria andava arrestata.
Infatti viene prima condannata a 4 anni, ma alla fine sconta solamente 6 mesi di carcere più 6 mesi di domiciliari. La cosa grottesca è che quando Maria ricorre in appello il giudice dichiara: “le accuse sostenute erano ridicole, ed in prigione non ci doveva proprio andare”, a questo punto viene assolta, ma purtroppo solo dopo aver già scontato 12 mesi della pena.

Di questa assurda storia se ne è occupato anche Luigi Pelazza un inviato del programma televisivo “Le Iene” che, sbalordito dalla vicenda si è immediatamente recato dal sostituto procuratore Francesco Puleio per domandare spiegazioni in merito all’enorme e imbarazzante, errore giudiziario.
Puleio però non gradisce per niente la visita, e dopo averlo sbattuto fuori dal suo ufficio, rilascia un comunicato…che se vogliamo essere sinceri, non corrisponde proprio del tutto alla verità… ecco il  LINK e giudicate voi stessi.
Ora mi chiedo perché si fanno errori  giudiziari così grossolani e superficiali, e soprattutto perché si lascia la libertà a certi incompetenti di commetterli. Ricordo inoltre, che a Maria non è stato dato nessun risarcimento e nessuno le ha chiesto scusa per l’accaduto.

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