Michele Ferrulli, un’altro morto di “malapolizia”.

Michele Ferrulli

Michele Ferrulli era un’uomo di 51 anni, 147 kg. e neanche 1 metro e 80.
Il 30 giugno 2011 alle ore 22 circa, ascoltava musica ad alto volume a Milano in via Varsavia di fronte ad un bar.

Per gli agenti che intervennero l’uomo era troppo “aggressivo” e “ostile”, per cui, 13 minuti dopo, fecero arrivare i “rinforzi”.

La collutazione che ne seguì fu talmente animata che i quattro poliziotti affronteranno un processo per eccesso colposo nell’omicidio colposo di Michele Ferrulli, poichè le manganellate di quella sera e il tipo d’intervento lo fecero fuori. 

Il giorno seguente gli agenti firmeranno un rapporto, chiaramente artefatto, perchè immediatamente smentito da un video girato con un telefonino di un testimone oculare presente quella sera.

 

L’autopsia del 5 luglio parlerà di “insufficienza contrattile acuta del ventricolo sinistro, con edema polmonare e cerebrale”, quindi la sbornia di quella sera, secondo i medici, non c’entrava nulla con la morte.
Fu ucciso dalle botte.
Oggi, è stato recapitato ai quattro agenti, l’avviso di chiusura delle indagini, e con esso giunge anche la perizia definitiva della parte civile scritta, ancora una volta, da Gaetano Thiene dell’università di Padova (perito anche nei processi Aldrovandi e Cucchi) che chiarisce e conferma inequivocabilmente quello che era emerso dall’autopsia;
la causa della morte, si legge dalla perizia, e stata “un violento attacco ipertensivo, verosimilmente precipitato dallo stress emotivo del contenimento, dall’eccitazione da intossicazione da alcool e dalle percosse con tempesta emotiva e iperattivazione adrenergica”.

Nel nostro “bel paese” si consuma quindi, l’ennesimo sopruso da parte delle forze dell’ordine, che ormai diventa, storia di tutti i giorni.

Lascio a voi i commenti… 

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