Aldrovandi: i due in carcere in permesso premio

I 4 ASSASSINI di Federico

Paolo Forlani e Luca Pollastri, i due agenti di polizia condannati per la morte del giovane Federico Aldrovandi, sono fuori per 4 giorni. 

di Cinzia Gubbini

Hanno chiesto un permesso per visitare la famiglia e gli è stato concesso: i due agenti di polizia Luca Pollastri e Paolo Forlani condannati per la morte del giovane ferrarese Federico Aldrovandi sono usciti stamattina dal carcere di Ferrara. Ne dà notizia il sito Estense.com. Forlani e Pollastri sono gli unici due poliziotti che stanno scontando dietro le sbarre il residuo di pena di sei mesi, dopo la condanna a 3 anni e sei mesi per omicidio colposo. Tre anni, infatti, sono stati indultati.




Gli altri due agenti, Monica Segatto e Enzo Pontani, invece, hanno ottenuto praticamente subito gli arresti domiciliari, la prima dal Tribunale di Sorveglianza di Padova e il secondo da quello di Milano.

Forlani e Pollastri sono entrati in carcere a fine gennaio, usciranno a fine luglio. La domanda è: ma che tipo di permesso è stato concesso ai due? Secondo quanto dichiarato dall’avvocato Gabriele Bordoni a Estense.com si è trattato di un permesso “per motivi famigliari”. Ma come si sa non è che esistono dei permessi per andare a trovare moglie e figli o genitori se sei in carcere. Il permesso per motivi famigliari esiste ma deve essere concesso in caso di eccezionalità, si chiama “permesso di necessità” e viene concesso in casi particolarmente gravi (ad esempio morte o pericolo di morte di un congiunto).

Poi ci sono i permessi premio. Sentendo quanto dichiarato da Bordoni che parla di “45 giorni di permesso che spettano a ciascun detenuto nel corso di un anno”, sembra proprio che si stia parlando di questa tipologia. Sono quelli concessi dal Tribunale di Sorveglianza ai detenuti non ritenuti socialmente pericolosi o che hanno tenuto una “condotta regolare”. Teoricamente, Pollastri e Forlani potrebbero avere 22 giorni di permesso ciascuno. Probabile che proveranno a chiederne degli altri. Anzi l’avvocato Bordoni, ha assicurato a Estense. com che lo faranno, in modo da “alleviare l’ingiusto trattamento”. Come è noto, contro i sei mesi in carcere dei due poliziotti è stato scatenato un enorme can can, comprensivo di manifestazione a Ferrara (sotto gli uffici in cui lavora la mamma di Federico) e a Roma del sindacato Coisp. E Bordoni ha anche pensato fosse opportuno presentare un ricorso alla Commissione europea dei diritti dell’uomo.




FONTE: Popoff

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