Il cielo qui è sempre grigio: è veleno. E io non so come salvare i miei figli

A Rebecca, mia figlia, la tosse ieri notte non ha dato tregua e io non sono riuscita a chiudere occhio come accade sempre, da quando sono nati i miei figli. Proprio non mi riesce di dormire se non stanno bene, come se abbandonarmi al sonno fosse una colpa, come se li lasciassi soli a combattere.


Ma non ha l’influenza Rebecca, ha soltanto una tosse stizzosa, frutto di quello che l’altro giorno ha respirato per ore, a causa dell’ennesimo incendio di rifiuti speciali. È quella merda tossica che le ha irritato la gola.

E tutto il cielo a nord di Napoli è grigio, nonostante ci sia il sereno, non è afa ma veleno che si è accumulato all’orizzonte. È tutto grigio questo cielo, grigio come stanno diventando le nostre vite, è il cielo malefico di noi che non abbiamo neanche più la libertà di respirare e di mia figlia, la cui vita non so più come difendere. Lascio questo inferno di grigio, di degrado e di discariche abusive a ogni angolo di strada, per andare ancora una volta a manifestare il mio sdegno di cittadina “abbandonata” dallo stato (la minuscola è voluta).
Sono alla Rai di Napoli e ho un dejavù. Una scena vista tante volte, in questi anni, di proteste, di battaglie, come se le cose fossero rimaste uguali come in un fotogramma. Sempre gli stessi a denunciare, a presidiare. Qualcuno alza un cartello che recita: “In tre anni 3 morti per cancro: moglie, figlia e sorella, per l’assenza dello Stato”. Reazione pacifica e istintiva alle dichiarazioni di un pentito, innalzato al rango di una star o corteo funebre? E perché tanta polizia? I criminali non siamo mica noi? Siamo noi a essere uccisi ogni giorno, noi a essere bombardati, la Siria è anche qua, anche se non siamo a Damasco, ma nessuno digiuna per la Campania infelix, né per il popolo campano avvelenato dai gas mefitici dei roghi tossici, onnipresenti, mai sconfitti, che fanno bella mostra in ogni angolo di strada. Avvelenato dagli inquantificabili veleni interrati. Ucciso dal silenzio inaccettabile e complice delle istituzioni, ora più forte, dopo l’intervista a Schiavone; dal silenzio della stampa, dalla distrazione di mamma Rai, nostro servizio pubblico d’informazione, che è riuscita ad ignorare Schiavone ma non la “rassicurante” Arpac.
Ucciso dalle mistificazioni di chi ci governa; di chi, tutte le volte, riesce a fare solo “mediocri passerelle” e senza vergogna tenta di rovesciare le responsabilità sbattendo in faccia stili di vita, perché riconoscere l’Olocausto ambientale, riconoscere questo sterminio abominevole avrebbe un costo troppo elevato. Il popolo campano ucciso, soprattutto, dalla longa manus del cancro che non risparmia nessuno. L’ultima piccola vittima è stata Tonia. Tonia nostra figlia. Tonia stroncata da un tumore infantile con un’incidenza di un caso su un milione nel mondo, ma che conta solo ad Acerra (più o meno in uno stesso quartiere) quattro casi.
Come è possibile? Cosa sta uccidendo i nostri figli? Fuori nomi e luoghi di questo biocidio! Si faccia luce sugli atti secretati, si sappiano i colpevoli e i luoghi brutalmente inquinati! In caso contrario bisognerà pensare ad un pentito manovrato come una marionetta, pilotato per rilasciare interviste a orologeria, dai poteri forti di quella lobby che ha deciso per un nuovo inceneritore, dai poteri forti di quella lobby che vuole lucrare sulle bonifiche, da quella shock economy che dell’emergenza ha fatto la sua gallina dalle uova d’oro. Intanto, arriveranno ancora cartoline da questa terra condannata al Papa, arriveranno al presidente della Repubblica, un ulteriore tentativo per tenere accesi i riflettori sull’immane sciagura anche se a volte le uniche soluzioni sembra che non siano altro che l’esodo forzato e la deportazione o il sabotaggio come difesa della propria sovranità popolare

 
 
FONTE: Parallelo41 art. di Monica Capo 
 
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