GRECIA: prove tecniche di neonazismo
Il Corpo di Cristo e la Notte dei Cristalli
“Li hai armati con il tuo voto” |
Brutti segaioli, levate le tende. Avete capito? Levate le tende, finocchi. Rotti pigliainculo, attori dei miei coglioni. Sì, continua pure a fissarmi, piccola troia.Il vostro tempo è finito. Avanti, riprendimi. Vi fate fottere dai pakistani. Fottuti coglioni albanesi, eh, voi siete dei fottuti coglioni albanesi.
Il regista Laertis Vasiliou ha descritto a Vice quei momenti: «Era come la Kristallnacht, hai presente? Come durante il Terzo Reich in Germania». E a Paul Mason della Bbc ha rivelato: «Quelli di Alba Dorata hanno chiamato mia madre. Le hanno detto: “consegneremo il corpo di tuo figlio in una scatola, a pezzetti”».
La Bolzaneto Ateniese
Se fuori dal teatro Chytirio la polizia è stata a guardare i militanti di Alba Dorata, in altre occasioni è intervenuta, ma per proteggerli. Lo scorso 30 settembre un nutrito gruppo di antifascisti organizza una manifestazione nei pressi di piazza Aghios Panteleimon, in risposta al raid compiuto dai neonazisti contro un centro comunitario di immigrati tanzanesi. Gli scontri iniziano quando la testa della parata motorizzata – circa 150 persone – incontra dei militanti neonazisti. In quel momento, come riporta il Guardian, «un gran numero di poliziotti spunta dalle strade limitrofe». Alcuni dimostranti vengono arrestati e portati al Direttorato Generale della Polizia dell’Attica (Dgpa), il quartier generale delle forze dell’ordine. Altri 25 manifestanti, che l’8 ottobre si presentano davanti all’edificio per protestare contro i fermi dei compagni, fanno la stessa fine. Quello che segue a questi arresti è degno di un torture porn serbo. Gli antifascisti raccontano al giornale inglese di essere stati seviziati in tutti i modi possibili: sputi, schiaffi, privazione del sonno con torce e laser puntati negli occhi, bruciature di sigarette, video ricattatori girati dai poliziotti con i cellulari. Gli arrestati sostengono di essere rimasti per 19 ore senza la possibilità di vedere un avvocato e, soprattutto, senza acqua. «Eravamo così assetati che abbiamo bevuto l’acqua dei cessi», dice una di loro. Un uomo, ferito alla testa e con un braccio rotto, dichiara di essere stato pestato fino al Dgpa e di aver ricevuto cure mediche solo il giorno dopo. Un secondo manifestante afferma che gli agenti lo hanno costretto ad allargare le gambe per colpirlo nei testicoli. «Mi hanno sputato addosso – continua il manifestante – e hanno detto che saremmo morti come i nostri nonni nella guerra civile». Una donna, appartenente al secondo gruppo di antifascisti, confida alla Bbc che i poliziotti l’hanno fatta spogliare di fronte a tutti. «L’Unità Delta [la polizia motorizzata, nda] è arrivata e ha parlato di Alba Dorata come se si trattasse dei loro fratelli. Poi hanno elogiato Hitler, dicendo che era meglio di Stalin». Infine, gli agenti l’avvertono su una circostanza: «Ricordatevi che ora siamo dei sostenitori di Alba Dorata». Un altro antifascista, anche lui del secondo gruppo, ha descritto al Guardian il trattamento riservato loro quella sera: Dovevamo oltrepassare un ufficiale che ci ha fatto spogliare nel corridoio, piegare e ispezionare il nostro deretano davanti a tutti. Con noi faceva quello che voleva. Ci schiaffeggiava, ci colpiva, ci diceva di non guardarlo e di non sedersi con le gambe incrociate. […] Tutto quello che potevamo fare era guardarci l’un l’altro con la coda dell’occhio per farci coraggio. L’ufficiale ci ha tenuto lì per più di due ore. Chiamava col cellulare e diceva: “Sono al lavoro e li sto fottendo, li sto fottendo per bene”. È stato un giorno uscito dal passato, il passato della junta dei Colonnelli. Stando a Charis Ladis, avvocato di uno dei detenuti, i maltrattamenti nei commissariati sono piuttosto rari. Ma questo caso indica che si è entrati in una nuova fase: «Finora la certezza era che se qualcuno fosse stato arrestato, anche violentemente, sarebbe stato al sicuro durante la detenzione». La giornalista Helena Smith, chiedendo conto di queste accuse al portavoce della polizia greca Christos Manouras, si è sentita rispondere così: «Nel Dgpa non c’è stato alcun utilizzo della forza da parte degli agenti. […] Non c’è dubbio che la polizia greca rispetti sempre i diritti umani e non usi la violenza»
Dovevamo oltrepassare un ufficiale che ci ha fatto spogliare nel corridoio, piegare e ispezionare il nostro deretano davanti a tutti. Con noi faceva quello che voleva. Ci schiaffeggiava, ci colpiva, ci diceva di non guardarlo e di non sedersi con le gambe incrociate. […] Tutto quello che potevamo fare era guardarci l’un l’altro con la coda dell’occhio per farci coraggio. L’ufficiale ci ha tenuto lì per più di due ore. Chiamava col cellulare e diceva: “Sono al lavoro e li sto fottendo, li sto fottendo per bene”. È stato un giorno uscito dal passato, il passato della junta dei Colonnelli.
«Un nuovo tipo di guerra civile»
Dai flussi elettorali dello scorso giugno è emersocome in certi seggi – quelli in cui ha votato anche la polizia – la percentuale di Alba Dorata sia arrivata anche al 23%. L’analista politico Paschos Mandravelis ha provato a mettere in prospettiva questi dati: «I greci non sono diventati degli estremisti da un giorno all’altro. Larga parte del supporto al partito arriva dalla polizia, principalmente da giovani reclute che sono apolitiche e non sanno nulla né di Hitler né di Stalin. Per loro, i militanti di Alba Dorata sono gli unici alleati quando ci sono gli scontri tra la polizia antisommossa e gli estremisti di sinistra». Il deputato neonazista Ilias Panagiotaros (proprietario di un negozio di articoli militari molto frequentato dagli agenti) si è spinto ancora più in là, quantificando il sostegno della polizia in un «50-60% del personale, forse anche di più. Il numero cresce ogni giorno». «Nell’acqua giovane i vuoti si ricolmano automaticamente – scriveva Vassilis Vassilikos nel capolavoro Z – le molecole di acqua, le cellule viventi, i riflessi immediati del cielo, si riformano presto come nel cervello degli adolescenti. Mentre bastava gettare un sasso nelle acque fangose […] perché dal buco si sprigionasse un odore peggiore di quello di una carogna». Oggi la Grecia è un susseguirsi di vuoti causati dalla disgregazione dei partiti tradizionali, piegati dal peso della propria corruzione. È uno specchio d’acqua fangoso, costantemente incrinato dai sassi lanciati dell’estremismo politico e bucato dai macigni di Alba Dorata. L’ultimo l’ha gettato Panagiotaros. «La società greca», ha detto il deputato a Paul Mason, è pronta a combattere «un nuovo tipo di guerra civile»: da una parte «ci saranno i nazionalisti come noi» e i greci che vogliono veder tornare il Paese all’antico splendore; dall’altra si schiereranno «i clandestini, gli anarchici e tutti quelli che hanno distrutto Atene svariate volte». E se Syriza, come sembra dai sondaggi, vincerà le prossime elezioni? Nessun problema. «Vinceremo quelle dopo – conclude Panagiotaros – Non è un sogno che entro uno, due o tre anni saremo il primo partito politico».
Settembre 22nd, 2013 at 12:19
Bellissimo articolo, dai contenuti – ovviamente – tutt'altro che piacevoli. Fa rabbrividire. Purtroppo la fame e l'ignoranza alimentano l'odio, e dall'odio si passa alla violenza.
Settembre 22nd, 2013 at 12:19
Bellissimo articolo, dai contenuti – ovviamente – tutt'altro che piacevoli. Fa rabbrividire. Purtroppo la fame e l'ignoranza alimentano l'odio, e dall'odio si passa alla violenza.