Camera dei deputati: 4 milioni per il sito web? No…anzi si
sabato, Agosto 24th, 2013
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Sardegna in fiamme |
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…evidente nostalgia… |
Poteva esserci solo una categoria di ignoranti nel nostro Paese?
Certo che no.
Ecco allora i fascisti da commemorazione, i leghisti che fanno rotolare i massi sugli stranieri e gli ultras che rapinano le sorelle all’autogrill.
Desta vivo interesse in tutto il mondo il fenomeno del razzismo made in Italy: nessun altro popolo è in grado di produrre forme di razzismo sempre nuove, diverse, fantasiose come noi italiani. Confermando un primato indiscutibile nato ormai quasi un secolo fa con il fascismo.
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F-35 |
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il Quirinale |
Alcune invece contattano il numero solo per richiedere informazioni di largo raggio, sul come fare le denunce o sulle norme di custodia dei figli. Un elemento che serve a capire le difficoltà che le migranti incontrano proprio a livello di accesso alle informazioni e ai servizi, oltre alla comprensione linguistica”.
Oggi la Direttiva Europea n. 29 del 25 ottobre 2012 istituisce le norme minime in materia di diritti di informazione, di assistenza linguistica e protezione delle vittime di violenza, tenendo conto anche delle donne e dei minori stranieri. Disposizioni che potrebbero mettere in discussione delle norme attualmente in vigore in Italia. Dal Rapporto ombra della piattaforma italiana Lavori in Corsa: 30 anni Cedaw risulta infatti che la protezione delle vittime di tratta e sfruttamento sessuale, generalmente senza documenti in regola, sia resa più complessa dalle modifiche introdotte dal Pacchetto Sicurezza del 2009, giacché è evidente che “se per informarsi o esporre denuncia queste persone rischiano di essere trattenute ed espulse, ovvero soggette a procedimenti penali, la richiesta di aiuto diminuisce drasticamente” soprattutto quando “la denuncia degli sfruttatori non sempre garantisce alle vittime un’adeguata protezione”.
“Oltre a questo – afferma Maura Misiti – se si vuole realmente contrastare la tratta di esseri umani bisognerebbe monitorare il fenomeno con una raccolta sistematica dei dati a livello globale, come ha fatto recentemente l’Eurostat, dove emerge che il nostro Paese ha il primato per tratta di esseri umani: su 23.632 vittime nell’Unione europea, 6.426 sono in Italia. Altrettanto inquietante è il fenomeno della tratta dei minori, che possono arrivare in Europa anche con modalità legittime come motivi di studio o adozione, tanto che dal 23 ottobre 2012 è entrata in vigore la legge italiana di ratifica della Convenzione di Lanzarote.
Spostando l’attenzione sulle donne straniere che lavorano come colf o badanti in Italia, il Rapporto ombra della Cedaw cita un’indagine del 2007 in cui si evidenziava un 17,5% di vittime di discriminazione, con un 23% di maltrattamenti e sfruttamenti economici e un 16,9% di molestie sessuali, “generalmente sottaciute a causa della condizione di isolamento, per paura di perdere il lavoro, la casa, o di essere passibili di denuncia e di espulsione se irregolari”.
“Il fenomeno delle collaboratrici domestiche straniere – afferma Maura Misiti – è decisamente poco conosciuto e include situazioni di enorme vulnerabilità, laddove esiste un rapporto diretto col proprio datore di lavoro. Un’area di sommerso e clandestinità che le svariate leggi fatte non hanno risolto, anzi incentivando il lavoro nero. Una questione che mette peraltro in discussione il sistema di welfare italiano, dove la famiglia si trasforma in ammortizzatore sociale, spesso scaricandosi sulle sole donne”.
Interpellata sul fenomeno delle mutilazioni genitali femminili nel nostro Paese, Maura Misiti risponde: “Dal 2006 esiste una legge che punta sulla prevenzione, con linee guida del ministero della salute rivolte agli operatori sociosanitari che però non hanno avuto una grande diffusione. Una ricerca del 2009 stima che in Italia vi siano circa 35.000 vittime di mgf, di cui un migliaio di potenziali vittime con età inferiore ai 17 anni. Comunque le cose iniziano a muoversi anche nei paesi d’origine delle immigrate, e oggi ben 18 Paesi africani hanno una legge nazionale che sanziona la pratica”.
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Maura Misiti |
“Un altro dramma a cui bisognerebbe dare risalto – continua Maura Misiti – è quello della violenza all’interno dei Centri di Identificazione ed Espulsione. Limbi con persone molto vulnerabili e senza diritti, dove la cronaca ha evidenziato una lunga cronologia di stupri e maltrattamenti, ben documentati dal movimento “Donne contro i Cie”.
In quanto alla ratifica della Convenzione di Istanbul votata all’unanimità dal parlamento italiano, Maura Misiti conclude: “L’entrata in vigore è condizionata dalla ratifica di almeno 10 Paesi, di cui 8 appartenenti al Consiglio di Europa, e l’Italia è il quinto ad aver aderito. Quindi, anche se rappresenta un segnale politico molto importante, c’è ancora tanta strada da fare prima che la convenzione venga realmente applicata, anche a livello nazionale, attraverso un processo di implementazione di interventi legislativi, di sensibilizzazione e di prevenzione, includendo la creazione di un osservatorio nazionale sul fenomeno. Per concludere vorrei ricordare che la Convenzione prevede indicazioni specifiche verso le donne migranti e richiedenti asilo, rese particolarmente vulnerabili dal loro status“.
FONTE: il Fatto Quotidiano, articolo di Erika Farris
panino, una banana o una bottiglia d’acqua, paga anche quelle, mentre a Roma, oltre al viaggio, tutto era gratis come hanno raccontato alcuni anziani al Tg3. Il Che di Arcore è un attore nato con straordinarie battute da avanspettacolo: “Non ho mai telefonato neanche al centralino di Mediaset per non essere accusato di conflitto d’interessi”.
La differenza tra via del Plebiscito e Predappio sta nella ripresa televisiva ben orchestrata, la regia ha usato sapiente grandangoli, mai inquadrato la fine della strada e sempre le bandiere di Forza Italia di quinta. La messa in scena ha raggiunto il culmine quando il pregiudicato si è avvicinato ai fan e la telecamera che lo seguiva ha indugiato sui particolari delle mani che si stringevano. A Roma l’unico eversore era lui e le sue parole contro la magistratura sono da denuncia penale. Il Capo dello Stato, che è anche il presidente del Csm, cosa aspetta ad intervenire?
Purtroppo il berlusconismo ha annacquato le menti, come è accaduto la sera della conferma della condanna per frode fiscale, gli speciali tv si sono sprecati: da Porta a porta a Mentana passando da Rete 4. Il Che di Arcore, ha compiuto l’ennesimo atto eversivo, passato sotto il silenzio generale: ha consegnato a tutte le tv un video di ben 9 minuti che i fedelissimi, primo fra tutti Bruno Vespa, hanno trasmesso per intero[VIDEO]. Il pregiudicato ha potuto entrare nelle case dei cittadini per dichiararsi innocente e definendo la Giustizia “vile”. Tutti i commentatori hanno analizzato la sua immagine: grasso, gonfio, stanco, distrutto, molto provato. E la messa in onda del video tutto normale? Nel 1994 quando il pregiudicato cominciò a mandava le cassette in Rai c’erano giornalisti come Roberto Costa, responsabile del telegiornale della Lombardia, che, quando Rossella, direttore del Tg1, gli telefonò chiedendogli di mandare ad Arcore qualcuno a ritirarla rispose: “Posso mandare una troupe con un giornalista per l’intervista, non siamo un’agenzia di pony express”.
In questi giorni in Italia si è sentita una grande puzza di P2.
FONTE: Il Fatto Quotidiano