Archive for the ‘Petizioni’ Category

Petizione: Costituzione, “non vogliamo la riforma della P2”. Firma l’appello

lunedì, Agosto 5th, 2013

Buongiorno a tutti,

vorrei sottoporre alla vostra attenzione questo appello, lanciato un mese fa da Antonio Padellaro direttore di “il Fatto Quotidiano”.


Per maggiori e più dettagliate informazioni, pubblicherò a seguire il testo della petizione, che comunque potrete trovare anche su Change.org appena deciderete di firmare. Aspettando l’ultima firma che chiuderà la petizione, colgo l’occasione per ringraziare tutti per la partecipazione.
In fondo al testo troverete il link per arrivare direttamente alla pagina che vi consentirà di apporre la vostra importantissima firma.



APPELLO:
Ignorando il risultato del referendum popolare del 2006 che bocciò a grande maggioranza la proposta di mettere tutto il potere nelle mani di un “Premier assoluto”, è ripartito un nuovo e ancor più pericoloso tentativo di stravolgere in senso presidenzialista la nostra forma di governo, rinviando di mesi la indilazionabile modifica dell’attuale legge elettorale.




In fretta e furia e nel pressoché unanime silenzio dei grandi mezzi d’informazione la Camera dei Deputati ha iniziato a esaminare il disegno di legge governativo, già approvato dal Senato, di revisione dall’articolo 138, che fa saltare la “valvola di sicurezza” pensata dai nostri Padri costituenti per impedire stravolgimenti della Costituzione.

Ci appelliamo a voi che avete il potere di decidere, perché il processo di revisione costituzionale in atto sia riportato sui binari della legalità costituzionale.

Chiediamo, innanzitutto, che l’iter di discussione segua tempi rispettosi del dettato costituzionale, che garantiscano la necessaria ponderazione delle proposte di revisione, il dovuto approfondimento e anche la possibilità di ripensamento.

Chiudere, a ridosso delle ferie estive, la prima lettura del disegno di legge costituzionale, impedisce un vero e serio coinvolgimento dell’opinione pubblica nel dibattito che si sta svolgendo nelle aule parlamentari.



In secondo luogo vi chiediamo di restituire al Parlamento e ai parlamentari il ruolo loro spettante nel processo di revisione della nostra Carta costituzionale.


L’aver abbandonato la procedura normale di esame esplicitamente prevista dall’articolo 72 della Costituzione per l’esame delle leggi costituzionali, l’aver attribuito al Governo un potere emendativo privilegiato, l’impossibilità per i singoli parlamentari di sub-emendare le proposte del Governo o del Comitato, la proibizione per i parlamentari in dissenso con i propri gruppi di presentare propri emendamenti, le deroghe previste ai Regolamenti di Camera e Senato, costituiscono altrettante scelte che umiliano e  comprimono l’autonomia e la libertà dei parlamentari e quindi il ruolo e la funzione del Parlamento.

Vi chiediamo ancora che i cittadini possano liberamente esprimere il loro voto su progetti di revisione chiari, ben definiti e omogenei nel loro contenuto.

L’indicazione generica di sottoporre a revisione oltre 69 articoli della Costituzione, contrasta con questa esigenza e attribuisce all’istituendo Comitato parlamentare per le riforme costituzionali indebiti poteri “costituenti” che implicano il possibile stravolgimento dell’intero impianto costituzionale.

Non si tratta di un intervento di “manutenzione” ma di una riscrittura radicale della nostra Carta fondamentale non consentita dalla Costituzione, aperta all’arbitrio delle contingenti maggioranze parlamentari.

Chiediamo che nell’esprimere il vostro voto in seconda lettura del provvedimento di modifica dell’articolo 138, consideriate che la maggioranza parlamentare dei due terzi dei componenti le Camere per evitare il referendum confermativo, in ragione di una legge elettorale che distorce gravemente e incostituzionalmente la rappresentanza popolare, non coincide con la realtà politica del corpo elettorale del nostro Paese. Rispettare questa realtà, vuol dire esprimere in Parlamento un voto che consenta l’indizione di un referendum confermativo sulla revisione dell’articolo 138.

Vi chiediamo infine di escludere dalle materie di competenza del Comitato per le riforme costituzionali la riforma del sistema elettorale che proprio per il suo significato politico rilevantissimo ha un effetto distorsivo nell’ottica della revisione costituzionale.

E’ in gioco il futuro della nostra democrazia.

Assumetevi la responsabilità di garantirlo.

Per firmare la petizione clicca sull’icona: 


Grazie a tutti,

@redazione +InfoLab0.1

Chiamiamola tortura: per l’introduzione del reato nel codice penale italiano

sabato, Agosto 3rd, 2013
Avevo già in almeno altre due occasioni trattato il tema “Tortura” per l’introduzione del reato di tortura nel codice penale.* in Italia, ed oggi torno a chiedere 5 minuti del vostro tempo per firmare una petizione proposta da Associazione Antigone.
Qui sotto vi riprongo l’appello che comunque ritroverete sul sito. Spero sinceramente che chiunque di voi legga questo articolo firmi anche la petizione. 
Grazie a tutti per la collaborazione, 
redazione +InfoLab0.1 
– APPELLO –
Chiamiamola tortura: per l’introduzione del reato nel codice penale italiano (scarica il documento PDF). In Italia la tortura non è reato. 





 

In assenza del crimine di tortura non resta che l’impunità.La violenza di un pubblico ufficiale nei confronti di un cittadino non è una violenza privata. Riguarda tutti noi, poiché è messa in atto da colui che dovrebbe invece tutelarci, da liberi e da detenuti.
Sono venticinque anni che l’Italia è inadempiente rispetto a quanto richiesto dalla Convezione contro la tortura delle Nazioni Unite, che il nostro Paese ha ratificato: prevedere il crimine di tortura all’interno degli ordinamenti dei singoli Paesi.
Quanto accaduto nel 2001 alla scuola Diaz ha ricordato a tutti che la tortura non riguarda solo luoghi lontani ma anche le nostre grandi democrazie. Il caso di Stefano Cucchi, la recente sentenza di un giudice di Asti e tanti altri episodi dimostrano che riguarda anche l’Italia.
Per questo chiediamo al Parlamento di approvare subito una legge che introduca il crimine di tortura nel nostro codice penale, riproducendo la stessa definizione presente nel Trattato Onu. Una sola norma già scritta in un atto internazionale. Per approvarla ci vuole molto poco.

Qui sotto riporto il link per firmare la petizione. Grazie!!!

Osservatorio Antigone  Chiamiamola tortura: per l’introduzione del reato nel codice penale italiano









Forse potrebbe interessarti anche:

*Tortura: l’Italia è sola superata anche dal Vaticano

*26 giugno, giornata mondiale contro la TORTURA e sulle DROGHE

+InfoLab0.1