…allarme carceri, la situazione è drammatica

…il 2011 sta per finire e se tiriamo le somme per quel che riguarda le carceri in Italia osserviamo una situazione a dir poco drammatica.
Vi do un paio di numeri, ad oggi in Italia i detenuti sono 67.428 di cui 24.401 stranieri e 37.213 con sentenze passate in giudicato, detto questo l’altro dato fondamentale da sapere, è quanti posti sono a disposizione: 45.817.
Quindi in Italia abbiamo circa 22mila detenuti in più, stipati in celle piccolissime con condizioni igienico sanitarie indecenti.
Come mai le carceri italiane sono così piene? E’ possibile che ci siano tutti questi criminali? 
La risposta è NO! In realtà l’indagine fatta dall’osservatorio  ANTIGONE*, ci fa vedere una situazione ben diversa e una delle cause del sovraffollamento è probabilmente la Fini-Giovanardi, legge ideologica sulle droghe – ci spiega il presidente dell’associazione –  che riempie le carceri di persone pericolose soltanto verso loro stesse. Sempre dalla stessa indagine si scopre che in Italia il 37% dei detenuti ha violato questa legge, media molto alta se consideriamo che in Europa si aggira intorno al 15/18%, colpa anche dell’ ex Cirielli che diminuisce i termini di prescrizione dei reati e aumenta le pene ai recidivi, quindi troviamo per esempio piccoli spacciatori che ricevono pene più severe senza la possibilità di misure alternative.Sono proprio quelle che mancano in Italia infatti, secondo un’altra indagine, scopriamo che nel 2009 quelli che hanno scontato la pena con misure alternative al carcere sono poco più di 13mila, contro i 123mila della vicina Francia.
Abbiamo grandi e piccole città con le loro strutture e in ognuna di esse il numero dei detenuti supera sempre quello della reale capienza disponibile, anche in questo caso voglio darvi un paio di numeri: Bologna per esempio ha una capienza massima di 497 detenuti, ma ne sono presenti ben 1.168 con un’ indice di sovraffollamento del 235%, poi Milano “S.Vittore” con 712 posti ma 1635 detenuti con un tasso del 230%, Venezia “Santa Maria Maggiore” con 168 posti ma 352 detenuti e il 210% di tasso e, infine, Lamezia Terme con 30 posti, 91 detenuti e un incredibile tasso del 303%. Questi che ho appena elencato sono i dati significativi di alcune città, ma la cosa tremenda è che la lista è lunghissima, praticamente ogni carcere italiano è sovraffollato e in condizioni pietose. 





In carcere non esiste dignità e soprattutto di carcere ultimamente, si muore.
Proprio qualche giorno fa nell’ O.P.G. di Reggio Emilia è morto suicida un detenuto; ad Asti 5 agenti di polizia penitenziaria sono finiti sotto processo per abuso di potere e violenze, colpevoli di aver maltrattato due detenuti che durante l’interrogatorio hanno dichiarato di essere stati spogliati completamente e rinchiusi per due mesi in una cella priva di vetri alle finestre, di letto, lavandino e sedie, con il cibo razionato a pane e acqua, senza contare le botte che con cadenza regolare gli erano inflitte. Non scordiamoci Stefano Cucchi, Giuseppe Uva e potrei continuare all’infinito perché purtroppo l’Italia degli ultimi anni si è resa protagonista molto spesso di queste indecenti vicende . Anche qui i numeri parlano chiaro: dall’inizio dell’anno alla data del 25 ottobre 2011 i morti nelle carceri sono 154 di cui di cui 53 per suicidio, nel 2010 invece i morti sono stati 184 di cui 66 per suicidio. E se consideriamo che in carcere si suicida 1 detenuto ogni 1000, mentre fuori dal carcere si suicida 1 persona ogni 20.000 circa, la situazione è critica.
In Italia in realtà dal 1932 esiste un’ente pubblico chiamato “cassa delle ammende” istituito dal Ministero della Giustizia e gestito dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria. 
La cassa delle ammende è destinata a raccogliere fondi da sanzioni disciplinari o pecuniarie disposte dai giudici, proventi realizzati dai manufatti dei detenuti, vendita dei corpi di reato non reclamati e tali fondi dovrebbero essere destinati a programmi di riabilitazione e reinserimento dei detenuti. Ma è realmente così?
Praticamente no, perché la cassa delle ammende si trova ora più che mai in una situazione drammatica di mancanza di fondi. Nel 2008 ha inserito nei progetti quello dell’ edilizia penitenziaria, al fine di finanziare il piano carceri e mettere fine almeno al sovraffollamento, ma purtroppo anche qui con i dati alla mano, vediamo che non è stato proprio così, anzi si è aggiunto il problema delle carceri fantasma:


dati forniti dall’osservatorio Antigone:


  • Accadia (Foggia), penitenziario consegnato nel 1993, ora di proprietà del Comune e mai utilizzato;
  • Agrigento: sei sole detenute occupano i 100 posti della sezione femminile;
  • Altamura (Bari): si aspetta ancora l’inaugurazione di una delle tre sezioni dell’istituto;
  • Arena (Vibo Valentia): sopresso;
  •  Arghillà (Reggio Calabria): inutilizzato, è mancante della sola strada d’accesso, delle fogne e dell’allacciamento idrico, ma è per il resto ultimato e dotato di accorgimenti tecnici d’avanguardia;
  •  Bovino (Foggia): presente una struttura da 120 posti, già pronta, chiusa da sempre;
  •  Casamassima (Bari): carcere mandamentale condannato all’oblio da un decreto del Dipartimento;
  •  Castelnuovo della Daunia (Foggia), arredato da 15 anni e mai aperto;
  •  Codigoro (Ferrara) che, nel 2001, dopo lunghi lavori, sembrava pronto   all’uso, è ad oggi ancora chiuso;
  •  Cropalati (Cosenza) soppresso;
  •  Cropani (Catanzaro): occupato da solo un custode comunale;
  •  Frigento (Avellino): inaugurato e chiuso a causa di una semplice frana;
  •  Galatina (Lecce): totalmente inutilizzato;
  •  Gela (Caltanissetta): esiste un penitenziario enorme, nuovissimo e mai aperto;
  •  Gorizia: risulta inagibile un intero piano dell’istituto carcerario e non sono stati programmati i necessari lavori;
  •  Gragnano (Napoli): inaugurato e chiuso a causa di una semplice frana;
  •  Irsina (Matera): costato 3,5 miliardi di lire negli anni ’80, ha funzionato soltanto un anno ed oggi è un deposito del Comune;
  •  Licata (Agrigento): completato, ma non essendo stato collaudato è ad oggi inutilizzato;
  •  Maglie (Lecce): solo parzialmente utilizzato per ospitare detenuti semi-liberi, con enormi sprechi di personale;
  •  Mileto (Vibo Valentia): ristrutturato e chiuso;
  •  Minervino Murge (Bari): struttura mai entrata in funzione;
  •  Monopoli (Bari): nell’ex carcere mai inaugurato, non ci sono detenuti ma sfrattati che hanno occupato abusivamente le celle abbandonate da 30 anni
  • Morcone (Benevento): costruito, abbandonato, ristrutturato, arredato e nuovamente abbandonato dopo un periodo di costante vigilanza armata ad opera di personale preposto;
  • Orsara (Foggia): presente una struttura mai aperta;
  • Pescia (Pistoia), il Ministero ha soppresso la casa mandamentale;
  • Petilia Policastro (Crotone): soppresso;
  • Pinerolo (Torino): chiuso da oltre dieci anni senza che sia stata individuata l’area ove costruirne uno nuovo;
  • Revere (Mantova), dopo 20 anni dall’inizio dei lavori di costruzione, il carcere con capienza da 90 detenuti (costo stimato: 5 miliardi di lire) è ancora incompleto, i lavori sono fermi dal 2000 e i locali, costati più di 2,5 milioni di euro, sono già stati saccheggiati;
  • Rieti: struttura penitenziaria completamente nuova in grado di contenere 250 detenuti utilizzata solo per un terzo della sua capacità ricettiva a causa della carenza di personale;
  • San Valentino (Pescara): costruito da quasi 20 anni, non ha ospitato mai alcun detenuto, ora è in totale stato di abbandono;
  • Soriano Calabro (Vibo Valentia): soppresso;
  • Spinazzola (Barletta-Andria-Trani): soppresso;
  • Squillace (Catanzaro): ristrutturato e poi chiuso;
  • Udine: chiusura della sezione femminile; 
  • Venezia: la capacità ricettiva è ridotta a 50 unità;
  • Vicenza: la capacità ricettiva è ridotta a 50 unità;
  • Villalba (Caltanissetta), 20 anni fa è stato inaugurato un istituto per 140 detenuti, costato all’epoca 8 miliardi di lire, e che dal 1990 è stato chiuso e recentemente tramutato in centro polifunzionale;
  • Volturara Appula (Foggia): struttura da 45 posti ancora incompiuta e mai aperto.

e adesso? tutte queste strutture? Detto questo, è chiaro che l’Italia non è in grado di fronteggiare neanche questa emergenza, d’altronde l’Italia è anche questo: sprechi, corruzione, mafia, degrado.
La cosa più preoccupante di tutto questo, a mio avviso, è la totale mancanza di rispetto per i detenuti, come se il fatto di aver commesso dei reati, più o meno gravi, possa giustificare un trattamento simile: credo che la dignità umana debba essere rispettata sempre e comunque.
E’ un paese malato, che sta irrimediabilmente contagiando anche i suoi abitanti…












*l’osservatorio ANTIGONE è un’associazione politico/culturale per i diritti e le garanzie nel     sistema penale. Ne aderiscono magistrati, operatori penitenziari, studiosi, parlamentari, insegnanti e cittadini.

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