sito neonazista pubblica lista di magistrati, politici e giornalisti “delinquenti”

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Si chiama Stormfront, ed è l’appendice italiana del movimento che fa capo all’ex leader del
Ku Klux Klan, Don Black.

In questi giorni in una discussione apparsa sul forum del sito, i nostalgici neonazi si sono offesi perché accusati di razzismo!
Hanno dichiarato: “siamo stati accusati di razzismo, ma odiamo di più certi italiani che aiutano gli allogeni”, quindi si sono sentiti in dovere di pubblicare una loro “lista nera” nella quale ci sono nomi di: “italiani che compiono atti di delinquenza aiutando gli allogeni”.
Per chi non lo sapesse con “allogeno” s’intende chi appartiene ad una minoranza etnica.
Nella lista appaiono i nomi di Don Ezio Segat sacerdote della diocesi di Vittorio Veneto, che secondo i neonazi avrebbe preso i soldi del Veneto Fronte Skinhead e li avrebbe donati a “i poveri fratelli immigrati”, monsignor Cesare Nosiglia e Don Fredo Oliviero, tantissimi sono i politici, praticamente il governo Monti al completo. Poi ci sono amministratori come il sindaco di Padova Flavio Zanonato, la vicepresidente della giunta toscana Stella Targhetti descritta come una “bastarda immigrazionista”, e l’assesore all’integrazione di Torino Ilda Curti, infine gli esponenti di Sel a Milano: Luca Gibillini, Mirko Mazzali e Anita Sonego.
Nella lista troviamo anche giudici: il P.M. Laura Longo che sta conducendo le indagini su un gruppo di cittadini che attaccarono e devastarono un campo rom e che nel procedimento ha contestato l’aggravante dell’odio razziale, il giudice Domenico Galletta, il G.U.P. Carlo Fontanazza e poi ancora Antonella Consiglio, Giuseppina Di Maida e Filippo Serio giudici del riesame.
Non mancano poi gli avvocati: Salvatore Staiano, Giorgo Bisagna ed Emiliano Riba che è l’avvocato dell’imam di Torino Khounati. Vengono citati anche altri personaggi come: Gad Lerner, Maurizio Costanzo e Roberto Malini dell’organizzazione Everyone (gruppo di cooperazione internazionale per la cultura dei diritti umani) che aveva chiesto agli Stati Uniti di mobilitarsi per la chiusura del sito.
Il sito però è ancora lì e ovviamente l’Italia è uno dei pochi paesi europei a non averlo bandito a differenza di Francia e Germania.
In realtà la chiusura del sito non è cosa facile poiché il portale neonazista si appoggia ad un server americano che ha sede in Florida a West Palm Beach, di conseguenza qualsiasi procedimento di natura giudiziaria presentato dalle sole autorità italiane diventa assai complesso.
Le procure italiane infatti, non sono state in grado di identificare e perseguire quei neonazisti di Stormfront Italia che a gennaio 2011 pubblicarono un’altra lista nera, la “lista degli Ebrei italiani”
definiti come: “facce da cancellare”.

Everyone in un comunicato dichiara: “cogliamo l’occasione dei sanguinosi fatti di Firenze e della volontà della Procura della Repubblica del capoluogo toscano di indagare per apologia di reato gli utenti del web che hanno diffuso, in concomitanza dell’omicidio dei due ragazzi senegalesi, contenuti di istigazione alla violenza e all’odio razziale (ampiamente apparsi su Stormfront Italia), per invitare la rappresentanza U.S.A. in Italia a farsi portavoce presso il governo degli Stati Uniti della necessità urgente di dichiarare fuorilegge il portale www.stormfront.org e il movimento ad esso connesso in quanto contrari ai valori di civiltà, democrazia e libertà sanciti, tra l’altro, dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani”.

Ora però mi chiedo perché solamente adesso ci si muove per farli chiudere, come al solito dobbiamo aspettare che qualcuno muoia o venga pestato a sangue. Ricordo a tutti che fascismo e nazismo in Italia (e non solo) sono ILLEGALI e sinceramente mi sono stancato di sentire politici che predicano l’integrazione e poi danno il consenso per aprire i “circoletti nostalgici” di Casapound & F.N., poi quando qualcuno muore o viene semplicemente aggredito urlano alla tragedia.
In Italia mancano serietà, coerenza e legalità e fino a quando non ci saranno, ci troveremo sempre di più queste condizioni.

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