Archive for the ‘Controinformazione’ Category

La maschera di Anonymous è “capitalista”, il copyright è di una multinazionale

domenica, Maggio 12th, 2013
la maschera di Guy Fawkes

La maschera di Guy Fawkes, utilizzata per le proteste di massa contro il capitalismo, è di proprietà delle multinazionali. Lo ha rivelato Nick Bilton per il New York Times.

“Offiremo loro un 5 novembre che non sarà mai più dimenticato!”. Così recitava V, interpretato da Hugo Weaving, nel cult V for Vendetta, tratto dal fumetto di Alan Moore e David Lloyd. 

Da sempre simbolo dell’anticapitalismo e della lotta contro gli oppressori, la maschera di V (che ha il volto di Guy Fawkes, l’attivista politico che fu giustiziato per aver tentato di assassinare il Re Giacomo I d’Inghilterra), presa in prestito anche dal movimento Anonymous, è tra le più vendute al mondo, dagli store tradizionali a quelli digitali. 
La maschera viene utilizzata anche per le proteste di massa, come quelle del movimento Occupy a cavallo tra il 2010 ed il 2011, ma vi sorprenderà scoprire che i diritti dalla vendita di questo simbolo dell’equità, vanno a finire dritti dritti nelle casse di tre multinazionali. A rivelarlo è Nick Bilton per il New York Times, che spiega come nel grattacielo della Time Warner, siano felici di contare ricavi per oltre 28 miliardi di dollari di fatturato, visto che la società è proprietaria della Warner Brothers, incassando da tutto il merchandise delle sue produzioni, V for Vendetta compreso.

La maschera arrichisce anche la Rubie’s e Amazon. Ci sono altre due società che, da questo grande mercato “di protesta”, riescono a fare ottimi affari, sono una multinazionale “a carattere familiare” (ma con più di 3000 dipendenti in 14 paesi) ed un’azienda della new economy: la Rubie’s e Amazon. La prima produce oggettistica per Halloween e feste in maschera, detenendo oltre 150 licenze per produrre i costumi dei film, tra questi c’è anche quello di Guy Fawkes. Quanto ad Amazon, la maschera di “V” è stata tra le più vendute del 2010 e del 2011 e, nonostante un calo nel 2012, resta tra gli oggetti carnevaleschi più venduti. E così che le proteste contro Wall Street, contro Scientology, contro i cattivi governi, ma anche semplici idee d’avantgarde per passare un Halloween, o un Carnevale diverso, fanno a rimpinguare le casse dei “nemici” capitalisti. Meditate gente, meditate.

FONTE

Non paghi le tasse? In Grecia finisci in galera, ma non vale per la casta.

domenica, Maggio 12th, 2013
Per tentare di rimediare alle mancate entrate per l’erario che al momento ammontano a due miliardi di euro, Atene propone la reclusione in speciali carceri destinati solo ai reati finanziari. Inizialmente la misura era prevista dai 5.000 euro di tasse non pagate in su, ma il limite potrebbe scendere a mille


Chi ha debiti con lo Stato rischia il carcere. La Grecia dei tre memorandum, che non chiudono la voragine dei conti scandalo è anche questo, con un disegno di legge in attesa di essere vagliato dal parlamento su cui si sta scatenando un alveare di polemiche. Dal momento che ancora una volta salva la casta che lo propone. Secondo quanto riferito in un’audizione in Commissione Giustizia dal sottosegretario Kostas Karagounis, il governo per tentare di rimediare alle mancate entrate per l’erario che al momento ammontano a due miliardi di euro, propone la reclusione in speciali carceri destinati solo ai reati finanziari. Mentre in un primo momento la misura era prevista dai 5.000 euro di tasse non pagate in su, alcune fonti giornalistiche sostengono che il limite potrebbe scendere a mille.

Ma non è tutto. Perché il dilemma del sovraffollamento delle carceri non è solo italiano, bensì anche greco, con strutture fatiscenti e piene zeppe di detenuti per il 60% stranieri. Per questo il ministro della giustizia Rupakiotis avrebbe individuato dei siti alternativi, come le caserme militari, dove ospitare coloro che hanno debiti con lo Stato. E al contempo ha chiesto al suo parigrado albanese di poter trasferire i numerosissimi detenuti albanesi presenti nelle strutture elleniche direttamente nei penitenziari del paese delle Aquile. Un doppio corto circuito, istituzionale e ministeriale, che sta facendo imbufalire un Paese a un passo dalla crisi di nervi. Che i tre memorandum della troika ha messo in ginocchio, mentre la casta politica, dove abbondano indagati e parlamentari coinvolti in scandali di media ma anche di grossa taglia come il caso Siemens o la lista Lagarde, gode di una singolare immunità. Che vincola il giudizio di un tribunale sugli stessi ad una commissione parlamentare che ne autorizzi il processo, ma che deve esprimersi anche più di una volta in caso di nuove elezioni, così come accaduto lo scorso anno nel Paese. Con tempi che si allungano e prescrizioni che vanno in soccorso di deputati e ministri.

Nell’ultimo trimestre sono stati quasi cinquecento i cittadini greci che hanno varcato le porte di un carcere per debiti con l’erario. Dal momento che in questo biennio di crisi l’economia si è fermata e i circuiti commerciali interrotti, con aziende chiuse, imprenditori e lavoratori che si sono tolti la vita, sono numerosissimi i greci che non sono materialmente riusciti a pagare i famigerati karatzi, ovvero l’Imu sugli immobili che lo Stato ha inserito come voce nella bolletta della luce. E che ha causato il taglio per i morosi che sono stati costretti addirittura a far ricorso alle candele. La domanda, a questo punto, è perché il governo scelga un percorso simile, quando in realtà, se si andasse a pescare nelle sacche degli scandali ci si potrebbe anche guadagnare.In questi giorni infatti nel paese si sta celebrando il maxiprocesso ad uno degli uomini più influenti della storia recente: Akis Tzogatzopulos, ministro della Difesa negli anni novanta ma soprattutto grande ombra dietro le quinte del premier Andreas Papandreou, padre-padrone della politica greca. É accusato di aver costruito una rete di società off-shore per gestire almeno 160 milioni di euro di fondi neri e frutto di tangenti, specificatamente per aver acquistato ingenti quantitativi di armamenti, tra cui sommergibili tedeschi e sistemi missilistici russi. Un nome, quello di Tzogaztopulos in carcere dallo scorso maggio, che sta facendo tremare i palazzi del potere in Grecia, anche perché in un’udienza ha annunciato di voler chiamare come testimoni gli ex premier socialisti Simitis (che curò il passaggio del paese dalla dracma all’euro) e Papandreou su cui incombono i riverberi della commissione di inchiesta sulla lista Lagarde, l’elenco degli illustri evasori. In cui in un’intercettazione telefonica agli atti si fa il nome di sua madre Margareth come titolare della cifra monstre di 500 milioni di dollari.

Tra l’altro molti sono i giudici greci che considerano la misura di detenzione proposta dall’esecutivo incostituzionale, come fatto in un sentenza dal sostituto procuratore di Salonicco, Vasilis Adampas, perché incide sugli articoli 2, 6 e 25 della Costituzione che si riferiscono la protezione della dignità umana. “Il legislatore ha introdotto una non convincente regolamentazione”, ha dichiarato. Le detenzioni per i reati finanziari oggi contano nel Paese 4500 individui, su un totale di circa 13.000. Provocando sdegno tra cittadini e commentatori, dal momento che a fronte di tale inasprimento non sono mancati i pubblici ministeri che negli ultimi anni hanno manifestato atteggiamenti di clemenza nei confronti di reati più gravi. Infatti l’Associazione dei procuratori greci ha scatenato un duro attacco contro il ministro Roupakiotis che ha parlato di “giudici attivisti”, sostenendo che tali espressioni infelici inducono in errore il pubblico e minano la fiducia per la giustizia, in quanto suggeriscono che le decisioni giudiziarie sono spesso il prodotto di un’arbitrarietà fuori dalla legge.



FONTE

Caso Aldrovandi, in piazza a Roma contro la sentenza: poliziotti contestati in piazza dopo la sentenza.

mercoledì, Maggio 8th, 2013
L’ennesima “manifestazione vergogna”.
Ieri mattina davanti al Consiglio Superiore della Magistratura si sono presentati, da una parte, con l’ennesima manifestazione vergognosa, inutile e assolutamente idiota i sindacati di polizia del COISP, lamentandosi del fatto che “da decenni vengono concessi gli arresti domiciliari e le pene alternative a tutti i cittadini, tranne ai poliziotti”.*N.d.R

Nello specifico il sindacato indipendente di polizia contesta il fatto che a due dei quattro agenti condannati a 3 anni e 6 mesi di reclusione per l’omicidio del giovane Federico Aldrovandi non sono stati concessi gli arresti domiciliari (e ci mancherebbe!!!). 

Una protesta che da più parti e alla luce di quanto accaduto a Ferrara (con il questore trasferito per aver autorizzato quella protesta), è stata vista come una “ennesima provocazione” (Nichi Vendola, Sel) e “una vergogna” (Paolo Ferrero, Prc)
Dall’altra gli esponenti del “Comitato Verità per Federico Aldrovandi” che, mostrando lo striscione con la foto di Federico massacrato dagli agenti  chiedono che i poliziotti condannati non rientrino giustamente in servizio. 
Ma soprattutto, lanciano un chiarissimo messaggio, “ovunque saranno loro ci saremo anche noi con l’immagine del volto di Federico”.

Soprattutto sono le parole di Patrizia Moretti a riecheggiare nell’ennesima giornata che non fa bene a nessuno e che ancora una volta mette in luce per quello che realmente è il corpo di Polizia: “Non mi interessa e non commento la manifestazione del Coisp: hanno già avuto tutte le risposte istituzionali possibili, e anche quelle degli altri sindacati di polizia che su questa vicenda si sono schierati tutti contro di loro. Non hanno il diritto di parlare di Federico, si vergognino per l’ennesima volta”.
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N.d.R.*Ecco su quest’ultima dichiarazione vorrei soffermarmi un’attimo:
1°: La situazione carceri in Italia è a dir poco DRAMMATICA, perciò questa è una      grandissima CAZZATA!!!
2°: Signori agenti di polizia forse vi siete scordati che il vostro mestiere è quello di: pattugliare le strade, difendere la popolazione dalla criminalità ecc…NON QUELLO DI FARE I “GIUSTIZIERI” DELLA NOTTE PICCHIANDO ED UCCIDENDO PERSONE UN PO’ DOVE CAPITA!!!
Il fatto di portare un distintivo e pistola non DEVE garantire nessuno sconto di pena, anzi l’esatto opposto.

Abbiate VERGOGNA e portate RISPETTO per quelle famiglie a cui avete tolto praticamente tutto. 
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Lucia Uva: Come è morto mio fratello Giuseppe Uva?

martedì, Aprile 23rd, 2013
Giuseppe Uva

Chi segue il mio blog sa che in passato mi sono già occupato di questa storia in più articoli, e per questo voglio condividere con voi questa petizione lanciata proprio da Lucia Uva, che ha lo scopo di chiedere che il caso sulla morte di Giuseppe venga assegnato ad un’altro P.M. che sia seriamente intenzionato a cercare la VERITA’ e fare così GIUSTIZIA. Anche perché paradossalmente ad oggi l’unica indagata dall’attuale P.M. è Lucia. 

Questo è il link diretto dal quale potrete firmare anche voi la petizione: Come è morto mio fratello #Giuseppe Uva? 

…e questo è quello che ha scritto Lucia:

Cinque anni fa mio fratello moriva a soli 43 anni, dopo essere stato fermato e trattenuto nella caserma dei carabinieri di Varese.

Nessuna indagine é stata conclusa su quanto accaduto quella maledetta notte, nessuna risposta mi è stata data sulla morte di Giuseppe, che ho visto all’obitorio con un pannolone e 78 macchie di sangue sul cavallo dei pantaloni. E a breve il processo andrà in prescrizione.

Chiedo che prima che questo succeda venga sentito il testimone di quella notte; io credo che mio fratello sia morto per pestaggio. Non è stato ascoltato infatti Alberto Biggiogero condotto in caserma insieme a mio fratello, il quale ha sempre raccontato di aver sentito le grida atroci di Giuseppe provenire dalla stanza dove era stato rinchiuso, tanto da chiamare dalla stessa caserma il 118 per chiedere un intervento.
Non mi sembra di chiedere la luna, voglio solo sapere cosa è successo a mio fratello.
Finora l’unico procedimento avviato è su di me, che presa dalla disperazione ho insultato su Facebook i due carabinieri e i sei poliziotti che al telefono ridevano di mio fratello, quella maledetta notte.

L’altro ieri c’è stato il secondo atto giudiziario in tribunale: un medico è stato assolto dall’accusa di aver somministrato dosi eccessive di ansiolitici e calmanti, un altro è stato prosciolto prima ancora che si arrivasse al rinvio a giudizio, mentre un terzo era già stato assolto dopo un processo davanti al tribunale monocratico.

Chiedo che l’indagine venga assegnata ad un altro pubblico ministero che voglia davvero cercare la verità e la giustizia.

Per favore non lasciatemi sola, voglio sapere come è morto mio fratello.

Il cambiamento

domenica, Aprile 21st, 2013
Giorgio Napolitano

Ci sono voluti quasi due mesi, dopo le elezioni di febbraio, per condurre l’Italia al punto d’incontro con il secondo golpe, promesso da Napolitano e da Monti a tutti i poteri forti internazionali alla vigilia della campagna elettorale.
In molti si supponeva che saremmo giunti al nuovo colpo di stato, attraverso le ire dei mercati ed il progredire dello spread, invece la strada scelta è stata di tutt’altra natura. Bersani e Berlusconi hanno di fatto menato per il naso gli italiani che li hanno votati, attraverso due mesi di teatrino tanto folkloristico e disordinato, quanto mirato ad ottenere l’effetto voluto. Il primo ostinandosi fintamente ad inseguire l’appoggio di Beppe Grillo, pur sapendo bene che mancava qualsiasi spazio per ottenerlo. Il secondo cavalcando l’affondamento dell’Italia (quasi le colpe del disastro fossero di un evento tellurico) ed inseguendo Bersani, fingendo di volerlo abbracciare stretto.
PD e PDL hanno passato il tempo cianciando di cambiamento e chiamando i propri elettori a manifestazioni farsa, fino ad arrivare al momento dell’elezione del nuovo Presidente della Repubblica…..

Giunti al punto concordato, Bersani, pur avendo la possibilità di fare eleggere fin dalla prima votazione un uomo del suo partito, nella persona di Stefano Rodotà, proposto molto generosamente da Beppe Grillo, unitamente alla promessa di quell’apertura in chiave nuovo governo a lungo (fintamente) agognata, ha detto di NO, preferendo proporre Marini con il gradimento di Berlusconi. Giunto alla quarta votazione, quando Marini avrebbe avuto i voti per venire eletto, essendo scesa la soglia, ha detto di NO anche a Marini, preferendo riesumare il cadavere politico di Romano Prodi, uno dei pochi uomini invisi a Berlusconi e pertanto destinabile a venire bruciato, mancando l’appoggio del PDL e del partito di Monti.
A questo punto i giochi erano fatti, per giustificare l’avvento del golpe. Tutti i partiti (a parte Grillo ovviamente) in fila alla corte di Giorgio Napolitano, per incoronarlo alla guida del secondo colpo di stato, così come imponevano i dettami della troika e dell’amministrazione Obama.
Basta dissidi, basta veti incrociati, basta franchi tiratori, basta distinguo, basta presidi a comando davanti a Montecitorio, basta polemiche. Tutti uniti, felici e soddisfatti, nel nome del nuovo che avanza e garantirà all’Italia un futuro prospero, sulla falsariga di quanto sperimentato negli ultimi anni.
Molto (ma proprio molto) presto anche la formazione del nuovo governo non sarà più un problema. Nessuno parlerà più di elezioni, nessuno si sentirà in difetto ad abbracciare il proprio avversario politico, nessuno si sognerà di creare problemi. Napolitano nominerà Giuliano Amato alla guida di un nuovo governo delle banche, sulla falsariga di quello guidato da Monti e tutto sarà pronto per le nuove tasse, i nuovi licenziamenti, i nuovi suicidi ed il nuovo crollo del paese.
Il cambiamento arriva a grandi passi, attenti a non rimanere disorientati. E Beppe Grillo? Fino all’ultima votazione il movimento 5 stelle ha continuato a sostenere il nome (condivisibile o meno) di Stefano Rodotà, ma a detta della vulgata si tratterebbe di un partito incoerente, inesperto e privo di senso di responsabilità. 
Buona parte della colpa di quanto accaduto verrà attribuita a lui. Voleva il cambiamento e ora che Napolitano viene ad incarnarlo non si sente in dovere di appoggiarlo? Vergogna!

FONTE: Marco Cedolin (il Corrosivo)

E’ scientifico: chi è di destra o razzista è perché ha il Q.I. basso.

sabato, Aprile 20th, 2013
un’esempio di… IDIOTI!!!

Chi da bambino presenta un quoziente intellettivo alquanto basso, crescendo, avrà maggiori possibilità di sviluppare tendenze razziste, conservatrici e pregiudizi. Questo è ciò che emerge da uno studio condotto dalla Brock University nell’Ontario, Canada.
Interessante ricerca quella condotta dalla Brock University nell’Ontario, Canada, e pubblicata sulla rivista Psychological Science. Dagli studi è infatti emerso che chi da bambino presenta un quoziente intellettivo alquanto basso, crescendo, avrà maggiori possibilità di sviluppare tendenze razziste, conservatrici e pregiudizi.
Lo studio è stato condotto su un campione di oltre 15mila britannici, il cui Q.I. è stato misurato da bambini, a 10 o 11 anni, e il cui livello di razzismo e conservatorismo è stato analizzato a 30 o 33 anni di età.

Ebbene, la percentuale di persone il cui quoziente intellettivo era risultato più basso da bambini, nei test hanno aderito in maggior percentuale rispetto agli altri ad affermazioni quali “La vita di famiglia soffre se una madre lavora a tempo pieno”, “Non lavorerei con persone di razze diverse dalla mia”, “La scuola dovrebbe insegnare ai bambini a obbedire all’autorità”.
Il professor Gordon Hodson, autore e responsabile dello studio ha spiegato: “Quello che è emerso è un ciclo vizioso, in cui le persone con basso Q.I. vivono intorno a ideologie conservatrici, che formano resistenze al cambiamento, e dunque pregiudizi”. Secondo il professore le persone “meno intelligenti” svilupperebbero tendenze maggiormente conservative a causa di strutture ed ordini più facili da capire rispetto alla complessità che li circonda.
CIO’ SPIEGA TANTE TANTE COSE. Cose che già sapevamo empiricamente e che ora la scienza conferma.

N.B. ora siamo ancor più legittimati a chiamarli IDIOTI !!!

Chi è Emma Bonino? Ce lo ricorda Marco Travaglio.

sabato, Aprile 6th, 2013


In vista di una candidatura al quirinale come possibile presidente della repubblica, MarcoTravaglio, nell’editoriale di questa mattina ripercorre la carriera politica di Emma Bonino.
 

Voglio così riproporvi l’articolo integrale tratto da “Il Fatto Quotidiano” del 06/04/2013 che ci da, a parer mio, un bellissimo quadro su Emma Bonino…
…tanto per ricordarcelo.

Molti italiani vorrebbero Emma Bonino al Quirinale. Perché è donna, perché è competente, perché è onesta e mai sfiorata da scandali, perché ha condotto battaglie spesso solitarie per i diritti civili e umani e politici in tutto il mondo, forse anche perché è sopravvissuta a Pannella e perfino a Capezzone. Insomma, un sacco di ottimi motivi, tutti veri e condivisibili. Ma della sua biografia, in questo paese dalla memoria corta, sfuggono alcuni passaggi politici che potrebbero indurre qualcuno, magari troppo giovane o troppo vecchio per ricordarli, a cambiare idea e a ripiegare su candidati più vicini al proprio modo di pensare. A costo di essere equivocati, come ormai accade sempre più spesso, complice il frullatore del web, li ricordiamo qui per completezza dell’informazione, convinti come siamo che di tutti i candidati alle cariche pubbliche si debba sapere tutto. “Conoscere per deliberare”, diceva Luigi Einaudi, cuneese come lei. Nata 65 anni fa, la Bonino è stata parlamentare in Italia sette volte e in Europa tre volte, a partire dal lontano 1976. Da sempre radicale, si è poi candidata nel ’94 con Forza Italia fondata da Berlusconi, Dell’Utri, Previti & C., e col centrodestra berlusconiano è rimasta alleata, fra alti e bassi, fino alla rottura del 2006, quando è passata al centrosinistra.
Ha ricoperto le più svariate cariche: deputata, senatrice, europarlamentare, commissario europeo, vicepresidente del Senato, ministro per gli Affari europei nel governo Prodi. Ed è stata candidata a quasi tutto: presidente della Repubblica, presidente del Consiglio, presidente delle Camere, ministro degli Esteri e della Difesa, presidente della Regione Piemonte e della Regione Lazio, alto commissario Onu ai rifugiati, rappresentante Onu in Iraq, addirittura a leader del centrodestra (da Pannella, nel 2000). Nel ’94, quando si candidò per la prima volta con B., partecipò con lui e la Parenti a un comizio a Palermo contro le indagini su mafia e politica. Poi, appena eletta, fu indicata dal Cavaliere assieme a Monti come commissario europeo. Il che non le impedì di seguitare l’attività politica in Italia, nelle varie reincarnazioni dei radicali: Lista Sgarbi-Pannella, Riformatori, Lista Pannella, Lista Bonino. Nel ’99 B. la sponsorizzò per il Quirinale, anche se poi confluì su Ciampi. 
Ancora nel 2005, alla vigilia della rottura, la Bonino dichiarava di “apprezzare ciò che Berlusconi sta facendo come premier” (una legge ad personam dopo l’altra, dalla Gasparri alla Frattini, dal lodo Schifani al falso in bilancio, dalla Cirami alle rogatorie alla Cirielli) e cercava disperatamente un accordo con lui. Sfumato il quale, scoprì all’improvviso i vizi del Cavaliere e le virtù di quelli che fino al giorno prima lei chiamava “komunisti” e “cattocomunisti”. Molte delle sue battaglie, referendarie e non, coincidono col programma berlusconiano: dalla deregulation del mercato del lavoro (con tanti saluti allo Statuto dei lavoratori, articolo 18 in primis) e contro le trattenute sindacali in busta paga. Per non parlare del via libera alle guerre camuffate da “missioni di pace” in ex Jugoslavia, Afghanistan e Iraq. E soprattutto della giustizia: separazione delle carriere, amnistia, abolizione dell’azione penale obbligatoria, responsabilità civile delle toghe e no all’arresto per molti parlamentari accusati di gravi reati: perfino Nicola Cosentino, imputato per associazione camorristica. Alle meritorie campagne contro il finanziamento pubblico dei partiti, fa da contrappunto la contraddizione dei soldi pubblici sempre chiesti e incassati per Radio Radicale. Nel 2010 poi la Bonino fece da sponda all’editto di B. contro Annozero : il voto radicale in Vigilanza fu decisivo per chiudere i talk e abolire l’informazione tv prima delle elezioni. Con tutto il rispetto per la persona, di questi errori politici è forse il caso di tenere e chiedere conto.

NUTELLA: 3 milioni di multa negli U.S.A. è nociva alla salute.

giovedì, Marzo 7th, 2013

Nell’ esperimento,mettono un barattolo di nutella sotto il sole per far sciogliere l’olio contenuto all’interno,e mettono l’olio in un bicchiere per farlo vedere -L’olio di palma e l’olio di palmisto sono composti di acidi grassi, esterificati con glicerolo come ogni normale grasso. Entrambi contengono un’alta quantità di acidi grassi saturi, circa il 50 e 80% rispettivamente.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità l’olio di palma potrebbe avere effetti negativi sulla nostra salute a causa del suo elevato contenuto di grassi saturi .Tra gli altri l’ olio di palma, più simile all’ oliva se «colorato», molto usato perché più economico proprio nelle friggitorie e nei fast food. La Nutella non fa bene alla salute”. Ferrero risarcisce i consumatori americani-la Ferrero, il colosso di Alba che la produce, ha appena chiuso una class action negli Stati Uniti davanti ai tribunali di Trenton nel New Yersey e San Diego in California, impegnandosi a pagare un totale di 3 milioni di dollari ai consumatori americani che avranno i requisiti per insinuarsi nella causa. Alla causa si sono aggiunti anche altri consumatori, cui andranno 2,5 dei 3 milioni del risarcimento. Il giudice ha infatti stabilito che chiunque possa dimostrare di aver acquistato un barattolo di Nutella negli Stati uniti tra il 2008 e il 2012 è legittimato a presentare denuncia, entrando così nella class-action.
Oltre al risarcimento, la Ferrero dovrà cambiare la campagna pubblicitaria americana e modificare l’etichetta per evidenziare il livello di grassi e zuccheri presenti in un barattolo.

FONTE:informarexresistere

Processo Operazione IXODIDAE: assolti tutti gli anarchici imputati.

mercoledì, Febbraio 27th, 2013

Tutti assolti per non aver commesso il fatto gli otto Anarchici coinvolti nell’operazione Ixodidae (zecca). I militanti erano stati accusati di associazione sovversiva con finalità di eversione dell’ ordine democratico.

Sono stati tutti assolti per non aver commesso il fatto gli anarchici coinvolti nell’operazione Ixodidae (letteralmente “zecca”, termine dispregiativo usato negli ambienti di destra per riferirisi a persone di sinistra).
Gli otto militanti erano stati accusati di associazione sovversiva con finalità di eversione dell’ ordine democratico. Ixodidae, un’operazione durata quasi 3 anni (le indagini sono iniziate il 6 ottobre 2009 e hanno avuto termine il 21 agosto 2012) e che ha richiesto un’impiego di risorse notevoli durante le indagini per provare a dimostrare che la compagine roveretana fosse davvero un gruppo organizzato con lo scopo di sovvertire l’ordine democratico. Infatti sono state oltre 10mila le intercettazioni ambientali effettuate e passate al vaglio, 92mila le ore di riprese video analizzate, 148.990 i contatti telefonici, 18.000 le comunicazioni telematiche intercettate, 80 gli eventi giudiziari presi in considerazione di cui 28 sono stati considerati nell’ ambito di questo procedimento. Il tutto conclusosi con 8 assoluzioni.

Aldrovandi l’ora della verità, rischiano il carcere i quattro poliziotti.

venerdì, Gennaio 18th, 2013
Federico Aldrovandi

Martedì la decisione sugli agenti condannati dopo la morte di Federico, il diciottenne di Ferrara ucciso a settembre del 2005. Qualunque sia la decisione lasceranno il servizio.

Martedì prossimo sarà un giorno cruciale per i quattro poliziotti condannati dopo la morte di Federico Aldrovandi, il diciottenne di Ferrara ucciso nel settembre del 2005 durante un duro intervento in strada di una pattuglia del 113. La Cassazione, nel giugno scorso, ha confermato per i quattro agenti ancora in servizio la condanna a tre anni e sei mesi e ora arriva l’ultimo atto di una storia sventurata. Il Tribunale di sorveglianza di Bologna presieduto da Francesco Maisto ascolterà i quattro agenti e dovrà decidere la loro sorte: la via del carcere oppure, accogliendo le richieste dei difensori, l’affidamento in prova ai servizi sociali o, come misura intermedia, la detenzione domiciliare. Quale che sia la decisione, comunque, è evidente che i quattro agenti — Enzo Pontani, Paolo Forlani, Monica Segatto e Luca Pollastri — dovranno lasciare il servizio, perché anche il più lieve affidamento in prova, con quello che comporta come impegno oltre che come immagine che confligge con la figura di un rappresentante delle istituzioni, non potrà essere compatibile con il servizio attivo.Tra gli impegni spettanti a coloro che sono affidati ai servizi sociali c’è anche quello di svolgere lavori socialmente utili o riparatori nei confronti delle vittime. È plausibile che il Ministero li sospenda per i sei mesi che durerà la loro pena, quale che sia: solo sei mesi perché grazie all’indulto tre anni sono stati condonati. Si è arrivati a questo stadio
giudiziario della triste vicenda dopo che, il 30 luglio scorso, i poliziotti hanno ricevuto un ordine di carcerazione, ma con la decisione del pubblico ministero di sospenderne l’esecuzione per dare agli avvocati modo di chiedere misure alternative al carcere. E’ quello che era successo anche per il caso del direttore del Giornale Alessandro Sallusti.

FONTE: Repubblica.it di  Luigi Spezia