E’ scientifico: chi è di destra o razzista è perché ha il Q.I. basso.

Aprile 20th, 2013 by hacksolo404
un’esempio di… IDIOTI!!!

Chi da bambino presenta un quoziente intellettivo alquanto basso, crescendo, avrà maggiori possibilità di sviluppare tendenze razziste, conservatrici e pregiudizi. Questo è ciò che emerge da uno studio condotto dalla Brock University nell’Ontario, Canada.
Interessante ricerca quella condotta dalla Brock University nell’Ontario, Canada, e pubblicata sulla rivista Psychological Science. Dagli studi è infatti emerso che chi da bambino presenta un quoziente intellettivo alquanto basso, crescendo, avrà maggiori possibilità di sviluppare tendenze razziste, conservatrici e pregiudizi.
Lo studio è stato condotto su un campione di oltre 15mila britannici, il cui Q.I. è stato misurato da bambini, a 10 o 11 anni, e il cui livello di razzismo e conservatorismo è stato analizzato a 30 o 33 anni di età.

Ebbene, la percentuale di persone il cui quoziente intellettivo era risultato più basso da bambini, nei test hanno aderito in maggior percentuale rispetto agli altri ad affermazioni quali “La vita di famiglia soffre se una madre lavora a tempo pieno”, “Non lavorerei con persone di razze diverse dalla mia”, “La scuola dovrebbe insegnare ai bambini a obbedire all’autorità”.
Il professor Gordon Hodson, autore e responsabile dello studio ha spiegato: “Quello che è emerso è un ciclo vizioso, in cui le persone con basso Q.I. vivono intorno a ideologie conservatrici, che formano resistenze al cambiamento, e dunque pregiudizi”. Secondo il professore le persone “meno intelligenti” svilupperebbero tendenze maggiormente conservative a causa di strutture ed ordini più facili da capire rispetto alla complessità che li circonda.
CIO’ SPIEGA TANTE TANTE COSE. Cose che già sapevamo empiricamente e che ora la scienza conferma.

N.B. ora siamo ancor più legittimati a chiamarli IDIOTI !!!

Chi è Emma Bonino? Ce lo ricorda Marco Travaglio.

Aprile 6th, 2013 by hacksolo404


In vista di una candidatura al quirinale come possibile presidente della repubblica, MarcoTravaglio, nell’editoriale di questa mattina ripercorre la carriera politica di Emma Bonino.
 

Voglio così riproporvi l’articolo integrale tratto da “Il Fatto Quotidiano” del 06/04/2013 che ci da, a parer mio, un bellissimo quadro su Emma Bonino…
…tanto per ricordarcelo.

Molti italiani vorrebbero Emma Bonino al Quirinale. Perché è donna, perché è competente, perché è onesta e mai sfiorata da scandali, perché ha condotto battaglie spesso solitarie per i diritti civili e umani e politici in tutto il mondo, forse anche perché è sopravvissuta a Pannella e perfino a Capezzone. Insomma, un sacco di ottimi motivi, tutti veri e condivisibili. Ma della sua biografia, in questo paese dalla memoria corta, sfuggono alcuni passaggi politici che potrebbero indurre qualcuno, magari troppo giovane o troppo vecchio per ricordarli, a cambiare idea e a ripiegare su candidati più vicini al proprio modo di pensare. A costo di essere equivocati, come ormai accade sempre più spesso, complice il frullatore del web, li ricordiamo qui per completezza dell’informazione, convinti come siamo che di tutti i candidati alle cariche pubbliche si debba sapere tutto. “Conoscere per deliberare”, diceva Luigi Einaudi, cuneese come lei. Nata 65 anni fa, la Bonino è stata parlamentare in Italia sette volte e in Europa tre volte, a partire dal lontano 1976. Da sempre radicale, si è poi candidata nel ’94 con Forza Italia fondata da Berlusconi, Dell’Utri, Previti & C., e col centrodestra berlusconiano è rimasta alleata, fra alti e bassi, fino alla rottura del 2006, quando è passata al centrosinistra.
Ha ricoperto le più svariate cariche: deputata, senatrice, europarlamentare, commissario europeo, vicepresidente del Senato, ministro per gli Affari europei nel governo Prodi. Ed è stata candidata a quasi tutto: presidente della Repubblica, presidente del Consiglio, presidente delle Camere, ministro degli Esteri e della Difesa, presidente della Regione Piemonte e della Regione Lazio, alto commissario Onu ai rifugiati, rappresentante Onu in Iraq, addirittura a leader del centrodestra (da Pannella, nel 2000). Nel ’94, quando si candidò per la prima volta con B., partecipò con lui e la Parenti a un comizio a Palermo contro le indagini su mafia e politica. Poi, appena eletta, fu indicata dal Cavaliere assieme a Monti come commissario europeo. Il che non le impedì di seguitare l’attività politica in Italia, nelle varie reincarnazioni dei radicali: Lista Sgarbi-Pannella, Riformatori, Lista Pannella, Lista Bonino. Nel ’99 B. la sponsorizzò per il Quirinale, anche se poi confluì su Ciampi. 
Ancora nel 2005, alla vigilia della rottura, la Bonino dichiarava di “apprezzare ciò che Berlusconi sta facendo come premier” (una legge ad personam dopo l’altra, dalla Gasparri alla Frattini, dal lodo Schifani al falso in bilancio, dalla Cirami alle rogatorie alla Cirielli) e cercava disperatamente un accordo con lui. Sfumato il quale, scoprì all’improvviso i vizi del Cavaliere e le virtù di quelli che fino al giorno prima lei chiamava “komunisti” e “cattocomunisti”. Molte delle sue battaglie, referendarie e non, coincidono col programma berlusconiano: dalla deregulation del mercato del lavoro (con tanti saluti allo Statuto dei lavoratori, articolo 18 in primis) e contro le trattenute sindacali in busta paga. Per non parlare del via libera alle guerre camuffate da “missioni di pace” in ex Jugoslavia, Afghanistan e Iraq. E soprattutto della giustizia: separazione delle carriere, amnistia, abolizione dell’azione penale obbligatoria, responsabilità civile delle toghe e no all’arresto per molti parlamentari accusati di gravi reati: perfino Nicola Cosentino, imputato per associazione camorristica. Alle meritorie campagne contro il finanziamento pubblico dei partiti, fa da contrappunto la contraddizione dei soldi pubblici sempre chiesti e incassati per Radio Radicale. Nel 2010 poi la Bonino fece da sponda all’editto di B. contro Annozero : il voto radicale in Vigilanza fu decisivo per chiudere i talk e abolire l’informazione tv prima delle elezioni. Con tutto il rispetto per la persona, di questi errori politici è forse il caso di tenere e chiedere conto.

NUTELLA: 3 milioni di multa negli U.S.A. è nociva alla salute.

Marzo 7th, 2013 by hacksolo404

Nell’ esperimento,mettono un barattolo di nutella sotto il sole per far sciogliere l’olio contenuto all’interno,e mettono l’olio in un bicchiere per farlo vedere -L’olio di palma e l’olio di palmisto sono composti di acidi grassi, esterificati con glicerolo come ogni normale grasso. Entrambi contengono un’alta quantità di acidi grassi saturi, circa il 50 e 80% rispettivamente.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità l’olio di palma potrebbe avere effetti negativi sulla nostra salute a causa del suo elevato contenuto di grassi saturi .Tra gli altri l’ olio di palma, più simile all’ oliva se «colorato», molto usato perché più economico proprio nelle friggitorie e nei fast food. La Nutella non fa bene alla salute”. Ferrero risarcisce i consumatori americani-la Ferrero, il colosso di Alba che la produce, ha appena chiuso una class action negli Stati Uniti davanti ai tribunali di Trenton nel New Yersey e San Diego in California, impegnandosi a pagare un totale di 3 milioni di dollari ai consumatori americani che avranno i requisiti per insinuarsi nella causa. Alla causa si sono aggiunti anche altri consumatori, cui andranno 2,5 dei 3 milioni del risarcimento. Il giudice ha infatti stabilito che chiunque possa dimostrare di aver acquistato un barattolo di Nutella negli Stati uniti tra il 2008 e il 2012 è legittimato a presentare denuncia, entrando così nella class-action.
Oltre al risarcimento, la Ferrero dovrà cambiare la campagna pubblicitaria americana e modificare l’etichetta per evidenziare il livello di grassi e zuccheri presenti in un barattolo.

FONTE:informarexresistere

Processo Operazione IXODIDAE: assolti tutti gli anarchici imputati.

Febbraio 27th, 2013 by hacksolo404

Tutti assolti per non aver commesso il fatto gli otto Anarchici coinvolti nell’operazione Ixodidae (zecca). I militanti erano stati accusati di associazione sovversiva con finalità di eversione dell’ ordine democratico.

Sono stati tutti assolti per non aver commesso il fatto gli anarchici coinvolti nell’operazione Ixodidae (letteralmente “zecca”, termine dispregiativo usato negli ambienti di destra per riferirisi a persone di sinistra).
Gli otto militanti erano stati accusati di associazione sovversiva con finalità di eversione dell’ ordine democratico. Ixodidae, un’operazione durata quasi 3 anni (le indagini sono iniziate il 6 ottobre 2009 e hanno avuto termine il 21 agosto 2012) e che ha richiesto un’impiego di risorse notevoli durante le indagini per provare a dimostrare che la compagine roveretana fosse davvero un gruppo organizzato con lo scopo di sovvertire l’ordine democratico. Infatti sono state oltre 10mila le intercettazioni ambientali effettuate e passate al vaglio, 92mila le ore di riprese video analizzate, 148.990 i contatti telefonici, 18.000 le comunicazioni telematiche intercettate, 80 gli eventi giudiziari presi in considerazione di cui 28 sono stati considerati nell’ ambito di questo procedimento. Il tutto conclusosi con 8 assoluzioni.

Aldrovandi l’ora della verità, rischiano il carcere i quattro poliziotti.

Gennaio 18th, 2013 by hacksolo404
Federico Aldrovandi

Martedì la decisione sugli agenti condannati dopo la morte di Federico, il diciottenne di Ferrara ucciso a settembre del 2005. Qualunque sia la decisione lasceranno il servizio.

Martedì prossimo sarà un giorno cruciale per i quattro poliziotti condannati dopo la morte di Federico Aldrovandi, il diciottenne di Ferrara ucciso nel settembre del 2005 durante un duro intervento in strada di una pattuglia del 113. La Cassazione, nel giugno scorso, ha confermato per i quattro agenti ancora in servizio la condanna a tre anni e sei mesi e ora arriva l’ultimo atto di una storia sventurata. Il Tribunale di sorveglianza di Bologna presieduto da Francesco Maisto ascolterà i quattro agenti e dovrà decidere la loro sorte: la via del carcere oppure, accogliendo le richieste dei difensori, l’affidamento in prova ai servizi sociali o, come misura intermedia, la detenzione domiciliare. Quale che sia la decisione, comunque, è evidente che i quattro agenti — Enzo Pontani, Paolo Forlani, Monica Segatto e Luca Pollastri — dovranno lasciare il servizio, perché anche il più lieve affidamento in prova, con quello che comporta come impegno oltre che come immagine che confligge con la figura di un rappresentante delle istituzioni, non potrà essere compatibile con il servizio attivo.Tra gli impegni spettanti a coloro che sono affidati ai servizi sociali c’è anche quello di svolgere lavori socialmente utili o riparatori nei confronti delle vittime. È plausibile che il Ministero li sospenda per i sei mesi che durerà la loro pena, quale che sia: solo sei mesi perché grazie all’indulto tre anni sono stati condonati. Si è arrivati a questo stadio
giudiziario della triste vicenda dopo che, il 30 luglio scorso, i poliziotti hanno ricevuto un ordine di carcerazione, ma con la decisione del pubblico ministero di sospenderne l’esecuzione per dare agli avvocati modo di chiedere misure alternative al carcere. E’ quello che era successo anche per il caso del direttore del Giornale Alessandro Sallusti.

FONTE: Repubblica.it di  Luigi Spezia

Adozioni “gay”, il no dei cattolici: prove tecniche di disonestà intellettuale

Gennaio 14th, 2013 by hacksolo404

Ancora polemiche sulla sentenza che affida un bambino alla mamma lesbica. I benpensanti stilano la patente di genitore incentrata sull’orientamento sessuale.

La sentenza della Cassazione che ha confermato l’affidamento esclusivo di un bambino alla madre, convivente con un’altra donna, ha iniziato come prevedibile a far discutere. Le prime reazioni sono arrivate dal mondo cattolico, che reclama come unico alveo familiare possibile per un minore quello formato da una donna (la madre) e un uomo (il padre). Le gerarchie cattoliche e la stampa a loro vicina incentrano la critica sul diritto del bambino alla bigenitorialità tacciando la sentenza della Suprema Corte di considerare “il bambino come soggetto manipolabile, attraverso sperimentazioni che sono fuori della realtà naturale, biologica e psichica, umana”(Carlo Cardia su Avvenire del 12 gennaio) e di avallare “l’adozione dei bambini da parte degli omosessuali” che “porta il bambino a essere una sorta di merce” (arcivescovo Vincenzo Paglia, presidente del Dicastero vaticano per la famiglia). Non sono mancate, sulla stampa tutta, interviste a psicoanalisti e psicologi dell’età evolutiva tra i quali vige una variegata gamma di approcci proprio perché, come indica correttamente la sentenza, “si dà per scontato ciò che invece è da dimostrare, ossia la dannosità di quel contesto familiare per il bambino”.Intanto è da rilevare, per smontare la crescente strumentalizzazione del caso, che la sentenza non parla di adozione gay né di omogenitorialità: il bambino in questione ha un padre col quale continuerà a vedersi con cadenza quindicinale, ma è stato affidato alla madre che convive con la sua compagna. D’altronde alle esagerazioni siamo abituati da tempo: l’aborto e l’eutanasia, per il mondo cattolico, sono omicidi, le coppie gay un attentato alla famiglia tradizionale e ora affidare un bambino a una madre lesbica significa consentire le adozioni omosessuali.
Detto ciò, viene spontaneo osservare che la tutela del minore e del suo diritto a crescere in un ambiente sano venga affrontata solo quando passa dalle aule di un tribunale. E allora ognuno crede di poter dire cosa è giusto o sbagliato, pontificando su questioni “morali” che con la legge nulla hanno a che vedere. Un problema di diritto, cioè, si trasforma in un referendum etico.
Se la domanda “è giusto che un bambino venga affidato alla madre se questa convive con un’altra donna?” è lecita, allora lo sono tante altre. E tutte riguardano la salute psicologica del bambino. Vuol dire che la legge dovrebbe intervenire in tutti quei casi in cui si teme una “manipolazione”, per dirla con Avvenire, del minore o un impatto negativo sulla sua crescita. Eppure, per le famiglie “normali”, cioè formate da un uomo, una donna e relativa prole, nessuno si preoccupa dell’educazione dei figli. Non se ne preoccupano i tribunali, non se ne preoccupa l’opinione pubblica. Ma all’interno di queste famiglie esistono anche genitori litigiosi, assenti, violenti, anaffettivi o irresponsabili, genitori che riversano aspettative o malesseri sui figli, genitori che li usano come arma di ricatto nei confronti del coniuge (o ex); persone, in altri termini, inadeguate al loro ruolo che producono danni indelebili nella progenie. La sacralità dell’alveo in cui si muovono, però, li esime da ogni forma di giudizio.Sindacare su cosa sia giusto e cosa sbagliato per la crescita di un bambino porta a discorsi pericolosi. Ammettendo per un attimo che i parametri di valutazione siano univoci, se esistono situazioni “buone” e “cattive” in cui allevare un figlio allora esistono anche genitori capaci e incapaci. E ancor prima, persone adeguate ad avere figli e persone che non lo sono. E questo indipendentemente dalla formalizzazione familiare (matrimonio, convivenza omo o etero, separazione). Chi strumentalizza la sentenza della Cassazione dovrebbe, per logica, proporre un esame per diventare genitore, una specie di patente, magari da rinnovare ogni anno, che attesti l’idoneità dell’individuo ad assumersi l’onere intellettivo, emotivo, psicologico ed economico della crescita di un figlio. Chi non superasse l’esame non potrebbe mettere al mondo figli e, se ce li ha già, dovrebbero essergli tolti per affidarli a genitori più degni. Questo, per assurdo, è lo scenario che si prospetta se si attribuisce alla sentenza un valore morale.
Ma c’è di più. La fecondazione eterologa, vietata in Italia dalla legge 40 ma possibile in tutti i paesi più evoluti del nostro, consente a ogni donna single o lesbica che lo desideri – e possa permettersi il viaggio – di diventare madre. E nel secondo caso magari assieme alla sua compagna. Cosa propongono su questo i difensori dei diritti dell’infanzia? Un intervento legislativo? La sterilizzazione obbligatoria delle donne non regolarmente coniugate?
La riproduzione è un diritto dell’individuo, che sia eterosessuale, omosessuale, intelligente, stupido, grasso o magro. Che sia all’altezza del mestiere più difficile del mondo, quello di genitore, o non lo sia. Entrare di violenza, e per legge, in un ambito così delicato e soggettivo porterebbe ad aberrazioni vicine a quell’eugenetica contro la quale si urla, quasi sempre a sproposito, nel mondo cattolico.
Se nulla si può fare per quei disagi latenti e mai denunciati che subiscono molti figli a causa di genitori inadatti seppur eterosessuali, molto, invece, è possibile per agevolare minori che, integralisti nostrani nolenti o volenti, hanno due genitori dello stesso sesso o vivono in famiglie omoparentali. Perché il problema è solo culturale e la discriminazione che ne consegue non è “naturale”, bensì generata da chi la brandisce come arma per salvaguardare valori ormai obsoleti in una società che cambia.
Ecco perché la sentenza della Cassazione, in questo senso, è importante. Non entra nel merito del tipo di affettività dei genitori ma si limita a giudicarli per quello che sono nel contesto: una madre e un padre che si contendono un figlio. Al quale bisogna dare, come in tutte le separazioni, il massimo della tutela giuridicamente possibile.
FONTE: Articolo tratto da Informare per Resistere scritto da: Cecilia M. Calamani.

Sul corpo di Cucchi “c’è sangue dappertutto”.

Dicembre 10th, 2012 by hacksolo404
Sul corpo di Cucchi “c’è sangue dappertutto”
Ilaria Cucchi
Le parole scritte nero su bianco dalla sorella Ilaria: “Ora non si potrà più negare che abbia subito un feroce pestaggio”
 
Dopo una breve pausa, passata in giro per l’europa, oggi ritorno.
In realtà, avrei voluto intervenire con i miei articoli tantissime altre volte, ma ho deciso di ripartire da qui.
In primo luogo perchè del caso Cucchi mi sono occupato tante altre volte, e in secondo luogo perchè FORSE, finalmente si scorge un piccolo bagliore in fondo al tunnel della giustizia, che in Italia, sembra essere infinito.
 
Riporto di seguito l’articolo della sorella di Stefano Cucchi, pubblicato su Huffington Post Italia:
 
Milano. Sant’Ambrogio.
La città è deserta per la festa del patrono. Io e mio padre siamo qui in piedi all’Istituto di medicina legale mentre professori consulenti e periti osservano al microscopio il corpo di mio fratello.

E’ la riunione dove si esaminano i prelievi effettuati sulla colonna vertebrale di Stefano. L’ultima prima della perizia che verrà consegnata il prossimo 12 dicembre, in vista dell’udienza in Corte di Assise nell’aula bunker di Rebibbia che sarà celebrata il prossimo 19 dicembre. L’atmosfera è tesa.

Vedo le espressioni soddisfatte dei miei consulenti e percepisco l’imbarazzo di altri.

Stefano Cucchi
“C’è sangue dappertutto”, dicono i miei consulenti, alcuni annuiscono, altri tacciono.

Le ossa della colonna vertebrale di mio fratello sono piene di sangue, il quale invade anche il canale midollare. Ora non si potrà più negare che abbia subito un feroce pestaggio. l3, l5, s4 sono sigle che vogliono dire fratture, che vogliono dire dolore, che vogliono dire sofferenza, che vogliono dire morte.

Io lo vedo mio fratello in quelle condizioni, e osservo mio padre di fianco a me col cappotto, con le mani in tasca e lo sguardo basso perso nel vuoto.

Uno dei miei consulenti polemicamente si rivolge a qualcuno e dice: “l5 non è una frattura da bara, vero professore?”. “Non è una frattura da bara, vero professore?”, ripete più volte. Il professore è in imbarazzo, ha lo sguardo basso e ammette : “E’ vero, non lo è”.

Ora, se si vuol dare la colpa soltanto ai medici per quanto è successo al Pertini, sostenendo che le botte non c’entrano, bisogna affermare che se Stefano si fosse ricoverato per sbaglio il 17 ottobre stendendosi da solo su quel letto, sarebbe morto comunque e nello stesso modo.

Oppure occorre sostenere che un malato defedato, in pessime condizioni di salute, puó essere indifferente a traumi e fratture alla colonna vertebrale che gli vengano procurati prima della sua morte.

Siamo qui io e mio padre e il pensiero è unico. Quanta fatica ci chiede lo Stato per dover dimostrare ciò che è ovvio per tutti.

Giappone: usciremo dal nucleare entro il 2030

Settembre 16th, 2012 by hacksolo404
Fukushima: esplosione della centrale

Il Giappone si appresta a chiudere i suoi reattori nucleari nell’arco di circa 30 anni, optando per un forte cambiamento strategico dopo il disastro della crisi atomica di Fukushima del 2011. Lo prevedono le nuove linee energetiche nazionali approvate oggi dal governo presieduto dal premier Yoshohiko Noda.

Il Giappone, terzo Paese al mondo con il maggior numero di reattori (50, senza i quattro distrutti della centrale colpita dal sisma/tsunami dell’11 marzo 2011) si aggiunge – pur se c’è ancora un lungo percorso a ostacoli da completare – alla lista di Stati che hanno optato per scelte drastiche, come la Germania, che ha deciso di spegnere le sue 17 unità entro il 2022, e la Svizzera, che si propone di eliminare i 5 reattori entro il 2034.
Nucleare, il Giappone annuncia l’uscita entro il 2030. “Nuovo inizio”

Il premier Yoshohiko Noda ha annunciato le nuove linee energetiche nazionali approvate dal governo che contengono un forte cambiamento strategico dopo il disastro della crisi atomica di Fukushima del 2011. Intanto il presidente francese Hollande ha fatto sapere che chiuderà la centrale di Fessenheim

“Il governo attuerà tutte le misure possibili per portare la produzione nucleare a zero negli anni 2030”, secondo il documento sugli sviluppi del piano energetico nazionale messo a punto dopo la peggiore crisi nucleare da Cernobyl del 1986. A tal proposito, ci sono tre principi da seguire: nessun nuovo reattore da costruire, decommissionamento di quelli con più di 40 anni di vita, riavvio delle unità che hanno superato i giudizi sulla sicurezza da parte dell’Authority di settore.

Prima della crisi di Fukushima, il Giappone genera il 30% del proprio fabbisogno elettrico dal nucleare, con l’obiettivo di superare il 50% entro il 2030. La percezione popolare diffusa, dopo la crisi, è decisamente cambiata verso il nucleare, tanto che il movimento anti-atomo è in netta crescita a livello nazionale.

Partecipando mercoledì a un dibattito sulle elezioni per la nuova leadership del partito Democratico, Noda ha riconosciuto, in merito a una domanda sul futuro del nucleare, che “la gente si sta muovendo verso l’abbandono non solo sotto il profilo emotivo, ma anche sotto quello pratico”, accettando un migliore uso dell’elettricità e preparandosi a bollette più care.

Intanto il presidente francese Francois Hollande ha annunciato la chiusura della centrale nucleare di Fessenheim, al confine con la Germania, nel 2016. “La centrale di Fessenheim la più vecchia del nostro parco, sarà chiusa alla fine del 2016 in condizioni che garantiranno la sicurezza dei rifornimenti di questa regione, la riconversione del sito e la conservazione di tutti i posti di lavoro”, ha detto Hollande durante una conferenza sull’ambiente. La centrale di Fessenheim, in Alsazia, è entrata in funzione nel 1978.

FONTE: Il Fatto Quotidiano

Censura sul web, aumentano le richieste a Google

Giugno 19th, 2012 by hacksolo404
Nel secondo semestre del 2011, il motore di ricerca ha ricevuto 1.007 domande. Anche dai governi occidentali.

Fin ora il primato delle richieste di censura sul web riguardava la Cina, che continua a promuovere leggi sul controllo della Rete. Ma un nuovo allarme viene lanciato da Google, che denuncia migliaia di richieste derivanti da molti governi occidenatali. Il fenomeno, dice Cupertino riguarda spesso “democrazie occidentali non tipicamente associate con la censura”.

Nel rapporto del secondo semestre del 2011, il motore di ricerca più celebre del mondo dice di aver ricevuto ben 1.007 richieste riguardanti YouTube e lo stesso Google, che ha soddisfatto in totale il 54% delle deomande, dalle quali sono escluse Cina e Iran. Proprio il Paese della grande muraglia poche settimane fa aveva annunciato un nuovo giro di vite per gli utenti della Rete.

La misura riguardava l’anonimato sul web, che il governo di Pechino ha formalmente vietato, costringendo le aziende a registrare ogni internauta con i propri veri dati ananagrafici, forzandole a rassicurare le autorità il rispetto della norma, che si chiama “tenuta in una bozza di aggiornamento di un documento governativo chiamato “Metodi per la governance del sistema informativo Internet”. Il provvedimento è stato anche esteso a forum e blog.

FONTE: Globalist.it

H.A.A.R.P.

Giugno 13th, 2012 by hacksolo404
Estratto dalla RELAZIONE sull’ambiente, la sicurezza e la politica estera Commissione per gli affari esteri, la sicurezza e la politica di difesa dell’ Unione Europea 14 gennaio 1999, A4-0005/99.

Il 5 febbraio 1998 la sottocommissione “Sicurezza e disarmo” del Parlamento europeo tenne un’audizione in cui si parlò anche di HAARP. Benché invitati, i rappresentanti della NATO e degli USA preferirono non partecipare. La commissione deplora che gli USA non abbiano inviato nessuno all’udizione e non abbiano approfittato dell’occasione per commentare il materiale presentato(24)

H.A.A.R.P.

HAARP, il programma di ricerca sulle radiazioni ad alta frequenza (High Frequency Active Auroral Research Project) è condotto congiuntamente dall’aeronautica e dalla marina militare americane e dall’istituto di geofisica dell’Università dell’Alaska di Fairbanks. Progetti analoghi vengono condotti addirittura in Norvegia, probabilmente in Antartide, ma anche nell’ex Unione Sovietica(25). HAARP è un progetto di ricerca in cui, attraverso impianti basati a terra e una serie di antenne, ciascuna alimentata da un proprio trasmettitore, si riscaldano con potenti onde radio parti della ionosfera(26). L’enegia così generata riscalda talune parti della ionosfera provocando buchi e lenti artificiali.
Lo HAARP può essere impiegato per molti scopi. Manipolando le proprietà elettriche dell’atmosferasi diventa in grado di porre sotto controllo forze immani. Facendovi ricorso quale arma militare, le conseguenze potrebbero essere devastanti per il nemico. Attraverso HAARP è possibile convogliare in una zona prestabilita energia milioni di volte più intensa di quella che sarebbe possibile inviare con qualsiasi altro trasmettitore tradizionale. L’energia può anche essere indirizzata verso un obiettivo mobile, per cui si potrebbe applicare anche contro i missili del nemico.

Il progetto consente anche di migliorare le comunicazioni con i sommergibili e di manipolare la situazione meteorologica globale. Ma è possibile anche il contrario, cioè disturbare le comunicazioni. Manipolando la ionosfera è possibile ostacolare le comunicazioni globali facendo però arrivare a destinazione le proprie. Un’altra applicazione del sistema è quella di scandagliare a raggi X la terra per vari chilometri di profondità (con un’apposita tomografia a effetto penetrante) per esplorare campi di petrolio e di gas, ma anche attrezzature militari sotterranee. Radar in grado di vedere oltre l’orizzonte e di definire gli oggetti a grande distanza sono un’altra delle applicazioni del sistema HAARP. Ciò consente di individuare gli oggetti in arrivo da dietro la curvatura del pianeta.

A partire dagli anni ’50 gli Stati Uniti hanno effettuato esplosioni di materiale nucleare nelle fasce di Van Allen(27) per sondare gli effetti delle esplosioni atomiche ad un’ltezza così elevata sulle trasmissioni radio e le operazioni radar in virtù dell’intenso impulso elettromagnetico scatenato dalle deflagrazioni. Esse crearono nuove fasce di radiazione magnetica comprendenti quasi tutta la terra. Gli elettroni correvano lungo linee di campo magnetiche creando un’aurora boreale artificiale sopra il Polo Nord.
Con questi test militari si rischia seriamente di danneggiare per molto tempo la fascia di Van Allen. Il campo magnetico terrestre può essere distrutto in vaste aree impedendo le comunicazioni via radio. Secondo scienziati americani ci vorranno probabilmente molte centinaia di anni prima che la fascia di Van Allen si stabilizzi nella sua posizione normale. Il sistema HAARP può provocare mutamenti delle costanti meteorologiche. Esso può anche influenzare tutto l’ecosistema, soprattutto nella sensibile area antartica.

Un’ulteriore seria conseguenza del sistema HAARP sono i buchi ionosferici causati dalle potenti onde radio inviate. La ionosfera ci protegge dalle radiazioni provenienti dal cosmo. Si spera che i buchi giungano a riempirsi nuovamente, ma le esperienze compiute con i mutamenti dello strato di ozono puntano in direzione contraria. Ciò significa che esistono buchi non indifferenti nella fascia protettiva della ionosfera.

A causa delle sue notevoli ripercussioni sull’ambiente, HAARP è una questione che riguarda tutto il mondo e bisogna anche chiedersi se i vantaggi di sistemi del genere controbilancino effettivamente i rischi. Le conseguenze ecologiche ed etiche vanno analizzate approfonditamente prima di qualsiasi altra ricerca e sperimentazione. HAARP è un progetto quasi totalmente sconosciuto all’opinione pubblica, ed è importante aumentare la consapevolezza di quest’ultima in proposito.

HAARP è il proseguimento di cinquant’anni di ricerca spaziale intensiva di chiaro stampo militare, portata avanti anche nel quadro delle “guerre stellari” per il controllo delle fasce più alte dell’atmosfera e delle comunicazioni. Tale ricerca va considerata seriamente nociva per l’ambiente, con conseguenze incalcolabili per la vita umana. Nessuno è oggi in grado di dire con sicurezza quali possono essere le conseguenze di HAARP. La cultura della segretezza nell’ambito della ricerca militare dev’essere combattuta. E’ necessario promuovere il diritto alla trasparenza e alla verifica democratica dei progetti di ricerca militari, come pure il controllo parlamentare.

Tutta una serie di atti normativi internazionali (“Convenzione sul divieto dell’utilizzo a scopi militari o ad altri scopi ostili delle tecniche di modificazione dell’ambiente”, “The Antarctic Treaty”, “Trattato recante princìpi per il comportamento degli Stati nell’esplorazione dello spazio esterno, compresi la luna e gli altri corpi celesti” e la Convenzione dell’ONU sulle leggi del mare) fanno risultare HAARP assai dubbio non soltanto dal punto di vista umano e politico, ma anche da quello giuridico. Il trattato sull’Antartide prevede che l’Antartide possa essere utilizzata unicamente a scopi pacifici(28). Ciò potrebbe anche significare che HAARP rappresenta una violazione del diritto internazionale. Tutte le conseguenze dei nuovi sistemi di armamenti devono essere valutate da organismi internazionali indipendenti. Vanno inoltre elaborati altri accordi internazionali tesi a proteggere l’ambiente da inutili devastazioni in caso di guerra.
Per il Bene Comune

(24) Il presente paragrafo si basa sulle informazioni emerse nel corso dell’audizione.
(25) Dr. Nick Begich, oratore all’audizione.
(26) Nella ionosfera si trovano enormi campi magnetici protettivi denominati fasce di Van Allen, i quali intercettano particelle cariche (protoni, elettroni e particelle alfa).
(27) Nel 1958 la U.S. Navy fece esplodere tre bombe dotate di materiale nucleare fissile a un’altezza di 480 km sopra l’Atlantico meridionale. Test concepito dal Ministero della difesa degli Stati Uniti e dalla Commissione per l’energia atomica con il nome in codice “Progetto Argus”. Fonte: dr. Rosalie Bertell.