Archive for Novembre, 2011

…muore durante l’arresto. Marcel Vitiziu come Stefano Cucchi

martedì, Novembre 8th, 2011
Marcel Vitiziu, 30 anni, detenuto nella casa circondariale di Gazzi a Messina, muore lunedì 3 ottobre 2011 per arresto cardiaco, mentre in ambulanza viene trasferito al Policlinico.

E’ la sera di venerdì 30 settembre, il titolare della tabaccheria di Camaro Inferiore chiama i carabinieri chiedendogli d’intervenire perché un uomo apparentemente ubriaco e confuso non vuole più uscire dal locale. 
Quando arrivano i carabinieri, si trovano davanti, cit. “un ragazzo troppo agitato, completamente ubriaco e impossibile da calmare” e, sempre ufficialmente, nel tentativo di fuggire, scivola, cade e sbatte la faccia sul pavimento del locale. Qualche minuto dopo viene caricato in ambulanza, sedato e trasportato al Pronto Soccorso; lì i medici fanno sapere che ha solamente una ferita al naso e una all’ arcata sopraccigliare, il tutto guaribile in 30 giorni. 
Nel giro di un’ ora Marcel viene trasferito alla casa circondariale di Gazzi in stato di arresto, con l’ accusa di oltraggio a pubblico ufficiale.
Intanto la notte tra venerdì e sabato sarà un vero e proprio inferno, Marcel sta male, molto male, tanto che sabato mattina gli agenti di polizia penitenziaria lo trasferiscono al policlinico per un’ ulteriore controllo.
Qui il responso dei medici non coincide assolutamente con quello del Pronto Soccorso: “rottura del setto nasale, edema e trauma cranico facciale”.
Queste lesioni per l’ avvocato Giuseppe Serafino sono un po’ troppo, per essere compatibili con una caduta, seppur rovinosa. Nonostante tutto questo Marcel viene riportato in carcere e poco dopo le sue condizioni peggiorano ancora, tanto che domenica torna in ospedale, viene sottoposto ad un’altra TAC che non fa che confermare la diagnosi del giorno prima ma, anche in questo caso, incredibilmente, si decide per la detenzione in carcere.
Lunedì mattina il gip Massimo Micali si reca in carcere per convalidare l’arresto e davanti a Marcel allarga le braccia e dichiara: “le condizioni di Marcel Vitiziu sono troppo gravi per sostenere un’ interrogatorio di garanzia”, e se ne va’.
Alle 11 il ragazzo viene portato d’urgenza in ospedale per un sospetto infarto
 ma è tutto inutile: la corsa in ospedale e i primi tentativi dei medici di rianimarlo sono del tutto vani, Marcel è morto.
Una morte sospetta e provocata probabilmente da quelle lesioni interne mal diagnosticate, lesioni sulle quali l’ avvocato Giuseppe Serafino ha chiesto alla Procura Generale di indagare perché, dichiara l’avvocato, ” bisognerà capire chi le ha provocate e soprattutto perché sia stato disposto l’arresto viste le sue critiche condizioni di salute, invece di un eventuale trattamento sanitario obbligatorio”. Queste risposte ora dovranno fornirle i medici incaricati dell’autopsia dalla procura di messina, che su questa morte ha aperto un fascicolo. Forse tutto questo, alla sorella di Stefano Cucchi, ha ricordato qualcosa…

…la RAI trasmetta il documentario su Stefano Cucchi

sabato, Novembre 5th, 2011
Stefano Cucchi

Articolo21 invita tutti i cittadini a sottoscrivere questo appello per chiedere che il film su Stefano Cucchi “148 Stefano. Mostri dell’inerzia”di Maurizio Cartolano, prodotto da Ambra Group e presentato al Festival del Cinema di Roma non solo possa essere visto in tutte le sale cinematografiche ma sia successivamente acquisito e trasmesso dal servizio pubblico radiotelevisivo e che sia promossa una serata speciale dedicata alla vicenda di Cucchi, ma anche alle storie di Federico AldrovandiGiuseppe UvaAldo BianzinoMichele Ferrulli e degli altri che hanno perso la vita in situazioni analoghe. Affinchè a nessun altro cittadino e ai loro familiari possa riaccadere di vivere tragedie simili.


Se vi preme e vi interessa che il film/documentario su Stefano Cucchi possa essere visto alla televisione, cinema ecc… siete invitati ad apporre la Vostra firma, andando sul sito di Articolo 21. 


Ecco il link:


http://www.articolo21.org/101/appello/la-rai-trasmetta-il-documentario-su-stefano-cucchi.html




GRAZIE A TUTTI!!! Matteo sickböy Naldi.

…condannati i vigili picchiatori di Parma

venerdì, Novembre 4th, 2011

…e finalmente giustizia è stata fatta!!! 
Ieri mattina a Parma sono stati condannati in primo grado tutti e otto i vigili urbani che, nel settembre 2008, fermarono Emmanuel Bonsu, giovane ragazzo ghanese di 25 anni. Poco dopo essere uscito da scuola, venne scambiato per il palo di uno spacciatore e brutalmente pestato.


Simona Fabbri (7 anni e 6 mesi), Stefania Spotti (6 anni e 8 mesi), Graziano Cicinato (2 anni perché gli è stato riconosciuto solo il sequestro di persona), Pasquale Fratantonio (7 anni e 9 mesi), Marco de Blasi (3 anni e 3 mesi), Andrea Sinisi (4 anni e 9 mesi), Giorgio Albertini (4 anni e 7 mesi), Mirko Cremonini (3 anni e 6 mesi). Questi sono i nomi dei “picchiatori”, purtroppo però, solo per tre di loro, Simona Fabbri, Stefania Spotti e Pasquale Fratantonio, è scattata l’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Per gli altri l’interdizione sarà solamente di 5 anni, Graziano Cicinato invece, a cui è stato riconosciuto “solo” il sequestro di persona, se la cava con il beneficio della sospensione della pena e non menzione della condanna nel casellario giudiziale.
Fratantuono poi, ci ha “deliziato” con una dichiarazione al termine della quale è scoppiato in lacrime: “Ho scelto di non partecipare al processo perché non sarei stato in grado di sopportare la pressione psicologica. Ho deciso di essere qui perché volevo che lei sapesse che la violenza e il razzismo non appartengono alla mia cultura. Sono fermamente convinto di aver fatto il mio dovere nella prima operazione antidroga della mia vita. Mi è molto difficile parlare in questa aula e mi rammarica sapere che qualcuno ha sofferto come oggi soffro io nella convinzione che ho agito per fini diversi da quelli istituzionali”. 

Ma non è finita qui…sempre il nostro “simpaticissimo” Fratantuono, si era reso protagonista di un’ INDECENTE foto (che mostrava agli amici come trofeo), che raffigura Lui, il vigile, che tiene per il collo Bonsu seduto sulle sue ginocchia con un occhio tumefatto. 
E pensare che in seguito al pestaggio, il ragazzo è addirittura stato costretto a tornare a casa con una busta con scritto “Emmanuel negro”.

Per fortuna che la violenza e il razzismo non appartengono alla sua cultura, pensate come sarebbe andata a finire la vicenda, se invece gli fossero appartenute!!!!! 
Intanto Emmanuel, oltre alla soddisfazione di vedere condannati i suoi vessatori, riceverà anche un risarcimento di 135.000 euro che gli verranno immediatamente liquidati.

Sono contento, perché almeno questa volta, giustizia è stata fatta. Purtroppo la storia c’insegna che probabilmente ci troveremo altre volte a parlare di fatti simili, e chiedere ancora una volta che venga fatta giustizia.



…il Punk a Bologna in una mostra fotografica

venerdì, Novembre 4th, 2011
Punx in Piazza Maggiore 1980
i Clash in Piazza Maggiore 1980

…la galleria d’arte contemporanea ONO*, giovedì 27 ottobre 2011, ha inaugurato un’interessantissima mostra fotografica che si concluderà domenica 4 dicembre.

Vivienne Westwood

La mostra sarà divisa in quattro sezioni: i Sex Pistols, un negozio in 430 King’s Road (SEX) di Malcom McLaren e Vivienne Westwood, il giubileo del ’77 della Regina Elisabetta e Margaret Thatcher. Verrà illustrata non solo la scena musicale, ma anche tutta la rivoluzione socio-culturale che dal ’77 al ’80 nacque dal Punk.


…John Tiberi, David Corio, Bob Gruen, William English, Berry Plummer, Michael Putland, Eileen Polk, Paul Zone, Phil Grey sono gli autori di una magnifica selezione fotografica di quelli che furono i protagonisti della scena punk inglese e americana come, Sex Pistols, Clash, Siouxie and the Banshees, Adam and the Ants, Ramones, Lou Reed, New York Dolls e Blondie.

La ONO inoltre, per omaggiare la città di Bologna, mette in mostra foto uniche riguardanti il concerto dei Clash che si tenne il 1° giugno dell’ 80 in Piazza Maggiore.




Clash



*ONO Arte Contemporanea, via Santa Margherita 10, Bologna. 051.262465
 la galleria sarà aperta dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 16.00 fino alle 21.30


Il caso Cucchi

martedì, Novembre 1st, 2011
…un detenuto nelle celle di sicurezza del tribunale di Roma disse: “Cucchi?! Macché caduto dalle scale! Ha avuto un incontro di boxe, solo che era lui il sacco!” 

In questa vicenda orribile sono dodici gli imputati: sei medici e tre infermieri che lo ebbero in cura, e tre agenti della polizia penitenziaria.Tutti e dodici dovranno rispondere a vario titolo di: lesioni, abuso d’autorità, favoreggiamento, abbandono d’incapace, abuso d’ufficio e falso ideologico.
Torniamo però indietro nel tempo, per la precisione nell’ ottobre 2009, quando Stefano Cucchi viene arrestato per droga. Il giorno dopo verrà portato in tribunale  per l’udienza di convalida, e qui, dopo la morte del giovane Cucchi, il giudice Maria Inzitari, in seguito, rilascerà la sua versione dei fatti: “Ha risposto a tono a tutte le domande, non ha detto di essere stato percosso, né io ho avvertito nulla di anomalo”. E aggiungerà – “non ho disposto alcuna visita medica, e non ricordo che in aula nessuno la chiese.” Tuttavia, il medico, Giovanni Battista Ferri, nelle celle del tribunale di Roma aveva visitato Stefano Cucchi e dichiarò: “Camminava con difficoltà, si appoggiava al muro. Lo stesso Cucchi mi disse che aveva dolori nella zona della schiena, nella zona sacrale e alle gambe. Disse che il giorno prima era caduto scendendo le scale, e mi chiese solamente un ansiolitico calmante, per sopportare meglio l’astinenza da droga.Diversa invece, è la posizione che prende l’ispettore di polizia caposcorta, Antonio La Rosa, che portò Stefano Cucchi, dal tribunale al carcere Regina Coeli a Roma. Disse: “sono anni che faccio questo lavoro e riconosco bene quando uno è stato pestato” -e continua- “camminava con passo lento, non poteva piegarsi, era molto sofferente. “Davanti al carcere ci disse che aveva difficoltà a salire le scale, perché gli facevano male le gambe.  Il suo volto era quello di una persona pestata, era impaurito, mi raccontò che era la prima volta che finiva in carcere, e voleva sapere che cosa sarebbe successo. Io cercai di tranquillizzarlo, e gli dissi che non era come quello che si vede nei film.”Purtroppo però per Stefano le cose non sono andate a finire bene, speriamo solamente che chi deve pagare per tutto questo paghi.