Archive for Luglio, 2013

India: 23 i bambini morti avvelenati, folla attacca polizia [VIDEO]

giovedì, Luglio 18th, 2013

La folla attacca un posto di polizia dopo la morte per avvelenamento di 23 bambini che avevano mangiato un pasto offerto da una mensa scolastica. Tre poliziotti e due contractor uccisi in un attacco della guerriglia maoista.


Avvelenati da un insetticida finito nei pasti della mensa della loro scuola: almeno 23 bambini sono morti intossicati nel giro di 24 ore, in un bilancio ancora provvisorio, dopo aver mangiato in una mensa scolastica dello stato del Bihar, nel nord-est dell’India, mentre un’altra trentina é ancora ricoverata in ospedale, fra cui alcuni in gravi condizioni. 

Una tragedia che a scatenato la rabbia di genitori e residenti, che sono scesi in piazza scagliandosi contro la polizia e distruggendone una postazione e alcune auto (nella foto). 


Le cause dell’intossicazione che ha colpito circa 50 allievi dai 4 ai 12 anni nel villaggio di Dharmasati Gandaman, nel distretto di Saran, sono ancora sconosciute. Ma si ipotizza che potrebbe essere stato un insetticida o un pesticida mescolato nel cibo. I bambini sono stati colpito da conati di vomito e forti convulsioni dopo il pranzo cucinato a scuola. Alcuni sono morti dopo atroci sofferenze prima di arrivare dall’ospedale. Un padre in lacrime ha raccontato a una tv privata che il figlio “é tornato a casa piangendo in preda a forti dolori allo stomaco”. I medici hanno somministrato un antidoto all’atropina, sostanza usata contro i veleni, ma per molti non c’é stato nulla da fare. La cuoca, ricoverata anch’essa con gli stessi sintomi di avvelenamento, ha detto ai giornalisti di aver sentito un “forte odore cattivo” nell’olio di senape usato per friggere. 
Il pasto, di riso e lenticchie, fa parte di un programma nazionale di assistenza alimentare chiamato “Mid-day Meal Scheme” e che ha l’obiettivo di combattere la malnutrizione che colpisce ben il 47% dei bambini indiani. La polizia ha aperto un’inchiesta per accertare le cause, mentre le autorità del Bihar, uno degli stati più poveri e arretrati dell’India, ha annunciato un risarcimento di 200 mila rupie (circa 2.500 euro) ai familiari. 
Ma il ministro dell’Istruzione P.K. Shahi insinua il complotto e il sospetto che l’avvelenamento dei bambini avesse lo scopo di gettare discredito sul governo locale. Ha poi affermato che il marito della direttrice della scuola “é vicino a un leader politico”. Subito dopo la tragedia alcuni partiti hanno inscenato manifestazioni di protesta contro il “chief minister” Nitish Kumar, un leader emergente nel panorama politico indiano, chiedendo la sua testa. Incidenti del genere sono abbastanza frequenti nelle scuole indiane a causa delle precarie condizioni igieniche delle cucine, di prodotto avariati e soprattutto della mancanza di controlli. Proprio ieri, nel distretto di Madhubani, sempre in Bihar, una cinquantina di scolari sono finiti all’ospedale con un forte mal di pancia dopo aver mangiato a scuola. E’ stato poi scoperto che nelle pentole del loro pasto gratuito c’erano delle lucertole morte.
Nel Bihar, invece, cinque poliziotti sono stati uccisi ieri dai guerriglieri maoisti nel corso di uno scontro a fuoco. Secondo l’agenzia di stampa Pti oltre 200 combattenti ‘naxaliti’ hanno lanciato un attacco contro un cantiere nel distretto di Aurangabad. Le vittime sono tre agenti di polizia e due ‘contractor’ privati di una società che sta costruendo un ponte sul fiume Belaru. I guerriglieri hanno anche piazzato delle cariche esplosive e le hanno fatte esplodere. 

VIDEO: [link#1 ] –  [link#2]
                

FONTE

IMPORTANTE! Mandiamo a casa Calderoli, firma anche tu la petizione

martedì, Luglio 16th, 2013

Vorrei attirare un’attimo la vostra attenzione e girarvi il link per firmare la petizione pubblicata su CHANGE.ORG, per mandare a casa il “ministro”(?) Calderoli.


Mancano poche firme 12.000 circa e il procedimento per farla vi ruberà solo pochi minuti.

E’ importantissimo che tutti firmiate. Qui sotto vi giro il testo della petizione che comunque compare anche sul sito e il link per potervi recare su CHANGE.ORG e firmare.
Ringrazio tutti anticipatamente. 

Le battute di Calderoli contro la ministra Kyenge (“sembra un orango”) sono la spia di una sub cultura razzista per troppo tempo accettata o derubricata a “eccessi verbali”. Nelle sue parole, come sempre, traspare l’odio per la ministra Kyenge, che ha il doppio torto di essere donna e di non avere la pelle bianca. Questa spirale va ora stroncata. Ci auguriamo che già alla prossima seduta del Senato sia posta la richiesta di far dimettere questo signore, quantomeno dalla carica di vicepresidente del Senato e che siano disertate le sedute da lui eventualmente presiedute.



PER FIRMARE LA PETIZIONE CLICCA QUI:  CHANGE.ORG  



redazione InfoLab0.1

Guantanàmo detenuti costretti all’alimentazione forzata [VIDEO]

lunedì, Luglio 15th, 2013

“Tutti i criminali dovranno essere trattati come pazienti e le prigioni diventare degli ospedali riservati al trattamento e alla cura di questo particolare tipo di ammalati”.

Mahatma Gandhi

         

Manifestanti contro la Detenzione Indefinita

L’ormai interminabile sciopero iniziato a Febbraio nel campo di prigionia di Guantanàmo ha come causa principale, delle perquisizioni, eseguite con una frequenza quasi persecutoria nelle quali alcune guardie avrebbero profanato (in questo caso distrutto) svariate copie del Corano con la scusa che potessero contenere oggetti di contrabbando, ben sapendo che nessun musulmano userebbe il “Libro Sacro” come contenitore.



Le perquisizioni però non sono l’unica causa, ci spiega James Wright, avvocato d’ufficio di uno dei detenuti, i problemi, tanti e terribili per la loro detenzione sono per esempio le celle ghiacciate, l’impossibilità d’accesso alle aree di ricreazione, l’impossibilità di alcuni detenuti di bere per 2/3 giorni acqua dalle bottiglie, quindi potabile, poiché quella presente nei rubinetti dei bagni non lo è; e per ultima ma non per questo meno importante è la frustrazione di una “DETENZIONE INDEFINITA”, che vuol dire essere incarcerati  senza che sia stata formalizzata un’accusa, in questo caso, incarcerati con il solo SOSPETTO di essere terroristi.


Ora nel carcere rimangono 160 detenuti dei quali 106 sono in sciopero e 41 di questi sono sottoposti all’ALIMENTAZIONE FORZATA, pratica indecente che viene denunciata a gran voce anche dal C.A.I.R. “Council on American-Islamic Relations” che attraverso un portavoce dichiara: “l’alimentazione forzata è sbagliata sempre, ma è particolarmente grave durante il Ramadan” – ed ancora – “Non si tratta nemmeno più di un problema religioso. E’ una questione di diritti umani, in aperta violazione delle norme internazionali e dell’etica medica”.
Anche un importante leader musulmano inglese, il dottor Azzam Tamimi, ha detto “è tempo che il presidente Obama prenda una decisione coraggiosa, che possa essere apprezzato nell’intero mondo islamico”.
Lo stesso Baràk Obama peraltro ad inizio mandato, si era impegnato affinché il “carcere della vergogna” così viene soprannominato, venisse chiuso, ma ottenne pessimi risultati (problemi di fondi).

Ora, grazie al rapper e attore Yasiin Bey (Mos Def) che si è prestato a testare su se stesso, assistito da medici e infermieri la procedura di alimentazione forzata a cui sono sottoposti 41 dei 106 detenuti scioperanti, rinchiusi nel campo di prigionia di Guantanàmo.

Il grado di civilizzazione di una società si misura dalle sue prigioni. 

          Fëdor Dostoevskij, 1866





FONTE VIDEO: The Guardian


Il Regime continua, ecco la “ricetta” di Ignazio Abrignani

venerdì, Luglio 12th, 2013

No comment
Brescia, 12 maggio 2013 vi ricordate?!  Berlusconi? Contestazioni? “Malore”?
Va bene, vi rinfrescherò la memoria e vi spiegherò perché ci tengo a ricordarvelo.

Quello splendido (per via delle contestazioni!) pomeriggio a Brescia, si tenne un comizio del Popolo delle Libertà a dir poco disastroso nel quale Berlusconi, causa le tantissime contestazioni, accusò un “forte malore”. 

Nei giorni seguenti assistemmo alle lagnanti polemiche degli stessi esponenti del PdL; dal Ministro Alfano che “strigliava” in un primo momento i contestatori dal palco, e poi si rifaceva, con due furiose telefonate, prima,
sul prefetto Narcisa Brassesco Pace e subito dopo sul questore Luigi De Matteo, esigendo spiegazioni sulla “fallimentare” gestione dell’ordine pubblico. 
Fino ad arrivare all’immancabile e quasi… “invisibile“, capogruppo PdL Brunetta, il quale il giorno seguente, rilasciava un’intervista al Giornale dichiarando: 
“Se non si interviene subito, il virus delle contestazioni sistematiche sarà legittimato e diverrà endemico, così da indurre a rinunciare a incontri pubblici di chi è sgradito a qualcuno”. cit.
Bene, dopo queste “pillole di saggezza” ormai vi starete chiedendo del perché vi ho ricordato questo simpatico evento.

Ve l’ho ricordato perché questo “tragico” evento ha segnato profondamente gli animi degli esponenti del PdL, e dopo settimane di meningi spremute, l’altro ieri alla camera è approdata un’imbarazzante proposta di legge ideata da Ignazio Abrignani (PdL), che cita: “Chiunque, con qualsiasi mezzo impedisca o turbi una riunione politica, sia pubblica che privata, verrà punito con la reclusione da uno a tre anni e con la multa da 1.000 a 2.500 euro”, nel caso in cui tutto questo non bastasse, continua il testo: “se la riunione è di propaganda elettorale la multa è raddoppiata”

Ignazio “il genio”

Questa è l’idea di Ignazio “genio” Abrignani,  che peraltro dopo aver proposto questa ignobile legge dichiara in un tipico paradosso all’italiana: “la legge che preveda il carcere per chi manifesta “contro qualcuno” serve e garantire la “libertà di manifestare”

Eeeh!?! 
 
 

Ecco, dopo quest’ultimo affronto alla pubblica intelligenza, mi auguro vivamente che questa proposta rimanga tale e venga cestinata immediatamente.
D’altronde c’è stato un periodo in Italia nel quale bastava pagare qualche “trascinatore” e come per magia intere folle di “fan” urlanti acclamavano il politichetto di turno… ad oggi probabilmente tutto questo non basta più, perciò ecco fatto, un bella “legge” piena di repressione et voilà il Regime continua…


Comunicato Corso Traiano 128 Occupato

venerdì, Luglio 12th, 2013

La battaglia contro gli sfratti e per il diritto all’abitare ha segnato un nuovo importante risultato quest’oggi a Torino con la nascita di una nuova occupazione in corso Traiano 128, nel quartiere di Mirafiori. Si tratta di una palazzina di proprietà di un’azienda della grande distribuzione rimasta abbandonata ormai da alcuni anni.


L’iniziativa è stata portata avanti da alcune famiglie sfrattate affiancate dallo Sportello per il diritto alla casa Zona San Paolo, dal collettivo Prendocasa e dal comitato di quartiere di San Salvario e si pone in continuità con il corteo di alcune settimane fa che ha avviato un percorso cittadino per il diritto all’abitare e in cui il problema della casa è stato posto con forza di fronte a delle istituzioni ormai da tempo immobili e incapaci di dare risposte agli effetti della crisi.





Ad aver preso casa con l’occupazione di oggi sono ben 10 famiglie di italiani, migranti e rifugiati, tutte accomunate dalla volontà di mobilitarsi assieme per riprendersi il diritto ad un tetto sopra la testa.

Da segnalare l’atteggiamento nervoso delle forze dell’ordine che, poco dopo l’ingresso nella palazzina da parte delle famiglie e dei comitati, ha fatto giungere sul posto due volanti che hanno tentato di trattenere due compagni impegnati nella lotta per la casa e di requisire alcuni strumenti da lavoro utilizzati poco prima per l’ingresso nell’edificio. Di fronte alla reazione e alla determinazione delle persone presenti gli agenti hanno però abbandonato in fretta il tentativo e si sono allontanati.

Nel frattempo sono iniziati i lavori di pulizia e ristrutturazione all’interno dello stabile per renderlo immediatamente disponibile all’abitazione.

In una città come Torino in cui, con la crisi, la questione abitativa ha assunto da tempo i tratti di una vera e propria emergenza e in cui l’amministrazione locale si rifiuta di avviare la moratoria sugli sfratti che da più parti viene richiesta per dare il segnale di un impegno concreto su questo fronte, una decina di famiglie ha deciso oggi di prendersi autonomamente le risposte ai propri bisogni che il Comune non è in grado di dare.


di: Corso Traiano 128 Occupato

Carlo Giuliani: 18 minuti per un processo [VIDEO]

mercoledì, Luglio 10th, 2013
Carlo Giuliani
Il video che Q Code Mag vi propone oggi è quello che i legali dei familiari di Carlo Giuliani hanno depositato per l’apertura di un procedimento civile di risarcimento del danno subito, dal momento che l’azione penale si fermò in una archivizione in cui si sostenne, con una perizia fantascientifica, la leggittima difesa del carabiniere Mario Placanica. I diciotto minuti sono un documentario (clicca qui) non adatto a un pubblico sensibile, o a essere visionato mentre in casa girano i più piccoli. Avvertenza dovuta.
Q Code Mag, nei giorni scorsi, ha pubblicato il documento integrale depositato in Procura. Lo abbiamo fatto perché riteniamo che quello scritto sia ancora più chiaro di molti articoli e perché crediamo nella condivisione di documenti, anche lunghi, dove il lettore può decidere se

avvalersi di una sintesi giornalistica documentata, oppure avere la possibilità di leggere direttamente la fonte. Carlo fu raggiunto da un proiettile al volto, passarono sul suo corpo agonizzante due volte con il Defender dei carabinieri. Come sostengono i legali della famiglia, corroborati dal parere del medico legale, Carlo non era ancora morto, quando gli venne tirata una sassata in piena fronte da un agente delle forze di polizia presenti sul posto.

Una storia drammatica, che si è arricchita, grazie allo studio meticoloso dei fotogrammi, di questo particolare aberrante. L’udienza in cui un giudice dovrà dire se apre il processo civile o meno è prevista per il 9 di luglio.


In Italia qualcuno ne parla? Vaccini Esavalenti ritirati in mezza Europa

lunedì, Luglio 8th, 2013

Sembra impossibile che oggi il mondo sia arrivato a questo punto. Siamo inorriditi dai giornalisti burattini del sistema.


Ritirano molti lotti di vaccino esavalente in 19 paesi al mondo e nessuno ne parla, o meglio quell’unico che ne parla riporta concetti in modo ambiguo. Immediatamente dopo ritirano 2,3 milioni di dosi di vaccino antinfluenzale e tutti i quotidiani ne parlano come se fosse merito dell’efficacia e dell’efficienza del sistema di Farmacovigilanza.


Considerato che in questo paese non esistono due differenti organi di Farmacovigilanza, denominati  entrambi AIFA, è impossibile da comprendere come sia possibile incensarne l’efficacia e l’efficienza [due parole care al Servizio Sanitario Nazionale] quando solo 48 ore prima era incorsa nella più grande topica del secolo a danno della salute dei nostri figli.

Questa manovra mediatica rientra in precise tecniche di comunicazione dei media: enfatizzare una notizia per far passare assolutamente in secondo piano la notizia più importante, senza che nessuno se ne possa render conto, è un gioco risaputo.

Volete la prova? … Ve la forniamo subito!



 Dei vaccini esavalenti ritirati in mezzo mondo, destinati a neonati di 3 mesi, ancora oggi non ne parla alcun quotidiano pur sapendo che valanghe di genitori [che si scambiano informazioni in tempo reale sui social networks] hanno chiesto comprensibili rassicurazioni alle varie ASL. La notizia ufficiale del ritiro è esplosa a livello globale nella settimana dal 6 al 13 ottobre, con successivo aggiornamento in data 16 ottobre a seguito delle forti pressioni esercitate dagli stessi genitori nei confronti delle autorità preposte e della ditta produttrice.

La seconda [!!!] segnalazione dell’azienda produttrice il vaccino antinfluenzale, la olandese Crucell, che ha riscontrato “potenziali pericoli” per la salute in due [su 32] lotti del vaccino antinfluenzale Inflexal V, arrivando così alla decisione di ritirare l’intera produzione, riporta la data del 1 ottobre.

Sarà un caso?! [è sempre un caso!], ma quest’ultima notizia viene amplificata da tutti i media solo successivamente e immediatamente a ridosso del ritiro preventivo dell’Infanrix Hexa, quando il tam tam era diventato ormai di dominio pubblico sulle pagine di tutti i Ministeri della Salute… tranne il nostro, troppo impegnato a promuovere campagne vaccinali            antinfluenzali pur contro ogni evidenza scientifica di utilità!

Ciò che il nostro Ministero della Salute dimentica, così come la Farmacovigilanza dell’AIFA e i giornalisti burattini del sistema, è che in caso di ritiro di lotti vaccinali classificati con difetto di CLASSE I [il più pericoloso] vige una incontestabile disposizione EMEA riguardante i ritiri di prodotti dal mercato e gestione non conformità che impone di allertare anche i paesi non interessati dal commercio dei vaccini incriminati [pagina 22 – punto 3.2]. Perché questo non è avvenuto in Italia?

Per questo motivo, perdurando il silenzio, come privati cittadini abbiamo contattato la Segreteria del Procuratore della Repubblica di Torino Dott. Raffaele Guariniello [già noto per le inchieste riguardanti i vaccini al mercurio e i danni alla salute provocati dal vaccino pandemico H1N1, anche se – guarda caso – il suo pool è stato soggetto a smantellamento], esponendo i fatti e sentendoci invitare ad inoltrare un esposto conoscitivo alla Magistratura al fine di porre chiarezza alle tante domande rimaste senza risposta:

  • se “nessuna contaminazione è stata trovata nei prodotti”, perché li ritirano?
  • se “nessuna contaminazione è stata trovata nei prodotti”, perché è stato attribuito al difetto riscontrato la classificazione di CLASSE I?
  • chi ci assicura che siano stati effettuati controlli di qualità sui vaccini destinati ai nostri figli?
  • chi ci assicura che siano stati effettuati controlli di qualità sulle giacenze delle ASL dei vaccini destinati ai nostri figli?
  • perché ad oggi non esiste evidenza documentata dei controlli di qualità da parte del Ministero, dell’Istituto Superiore di Sanità, dell’AIFA, della GSK e/o di altri laboratori delegati?
  • perché ad oggi non esiste evidenza documentata dei controlli di qualità da parte del Ministero, dell’Istituto Superiore di Sanità, dell’AIFA e/o di altri laboratori delegati sugli altri vaccini commercializzati dalla GSK?
  • se su tutti i lotti si effettuano “controlli di qualità stringenti e standardizzati”, come possono sfuggire anche inquinanti vistosi come le polveri trovate dall’equipe del Dott. Montanari?
  • che cosa significa che la qualità è “certificata”?
  • se chi “certifica” i controlli trascura anche la presenza di polveri di Acciaio, di Piombo, di Titanio, di Tungsteno e quant’altro, che razza di “certificazione” è?

A questo punto siamo fermamente intenzionati a conoscere ufficialmente tutti i dettagli relativi ai numeri di lotto dei vaccini interessati in tutti i 19 paesi coinvolti dal provvedimento, com’è giusto che sia, e siamo fermamente intenzionati ad ottenere altrettante certificazioni ufficiali che comprovino gli avvenuti controlli di qualità sul prodotto [inclusi gli inquinanti ambientali] e sulle giacenze in dotazione alle varie ASL.

Ricordiamo che in Francia il provvedimento di ritiro precauzionale ha riguardato anche la formulazione Tetravalente e Pentavalente dello stesso Infanrix, pertanto i controlli di qualità dovrebbero essere estesi a tutti i prodotti commercializzati dalla GSK [incluso il vaccino Priorix – trivalente Morbillo Parotite Rosolia]

In questo caos totale nel quale si ritrova il nostro Paese, dove ogni giorno esce una novità in materia sanitaria, laddove ormai la coperta è troppo corta per fare anche solo finta di riscaldare un solo malato, crediamo sia importante essere coerenti e rafforzare un concetto che prosegue a sfuggire: non si gioca e non si fa mercato sulla salute dei bambini!


FONTE

Caso Casalnuovo, assolto il maresciallo

venerdì, Luglio 5th, 2013

Assolto, anche se non con formula piena ma per insufficienza di prove. Il che fa dire ai famigliari di Massimo Casalnuovo, morto a 22 anni “andremo avanti”. Oggi era il giorno della udienza per la morte del giovane di Buonabitacolo, deceduto dopo essere caduto dal motorino. Il pm Michele Sessa aveva individuato nel vicecomandante dei carabinieri Michele Cunsolo il colpevole di quella assurda morte. Tanto da arrivare a chiedere il massimo della pena per omicidio preterintenzionale e danneggiamenti.

Un’attesa, quella della famiglia di Massimo, che è durata quasi due anni: quella maledetta sera del 20 agosto Massimo stava tornando a casa dopo aver fatto un giretto su un motorino appena riparato, lui che lavorava nell’officina meccanica del padre. Svoltò a una curva poco distante da casa, e proprio lì dietro si era “appostati” i carabinieri che avevano deciso di multare tutti quelli senza casco. Nessun segnale che informasse automobilisti e motociclisti che c’era un blocco. Secondo la versione dei carabinieri Massimo 


tentò di evitare il blocco, per questo scivolò e morì. Secondo la versione di alcuni testimoni, invece, Massimo aveva preso la curva alla larga solo perché non si era accorto che c’era un blocco, e il vicecomandante, che voleva fermarlo a tutti i costi, diede un calcio al motorino provocando la rovinosa caduta del ragazzo.

Una versione che ha convinto il pm, che aveva raccolto anche prove di fatto, come l’impronta del calcio sul motorino. Indagini lunghe, lunghissime, più di un anno e mezzo. E oggi, in un’altra giornata di estate, la famiglia di Massimo – che non è mai stata chiamata in Procura – attendeva l’inizio di un processo, in cui speravano di poter ascoltare i testimoni, veder ricostruita la vicenda davanti agli occhi imparziali di un giudice.

Ma è stata una attesa vana: come era prevedibile il difensore di Giovanni Cunsolo, Renivaldo Lagreca, ha consigliato al maresciallo il rito abbreviato, quello che si svolge solo sulla lettura degli atti. E gli atti ci sono ma – ad esempio – le testimonianze sono riportate in forma riassuntiva. Non è la stessa cosa sentire i testimoni, e poter loro fare delle domande. 




La Camera di Consiglio è durata quattro ore. Poi la sentenza del giudice Enrichetta Ciuffoli: assolto per insufficienza di prove. “Aspettiamo di leggere le motivazioni, la formula è dubitativa, bisogna ragionare. Nel nostro ordinamento vale il brocardo in dubio pro reo: in mancanza di prove sicure, la sentenza è favorevole all’imputato”, spiega l’avvocato di parte civile Cristiano Sandri.

La strada del rito abbreviato era sicuramente la meno impervia per l’imputato in un caso come questo. Un caso che ha molti risvolti oscuri e poco chiari, come il fatto che in ospedale arrivò prima il maresciallo per farsi curare una ferita che il povero Massimo in fin di vita. In paese e sui social network è molto attivo il Comitato “Verità e Giustizia per Massimo”, che non ha mai smesso di denunciare sospette collusioni di potere. Come quando qualche giorno fa su un sito di informazione locale venne pubblicato un incredibile panegirico del maresciallo Cunsolo, a solo pochi giorni dall’avvio del processo.


di Cinzia Gubbini 

da Popoff Globalyst Syndicate.

Massimo Casalnuovo, oggi 05/07/2013 udienza preliminare

venerdì, Luglio 5th, 2013
È fissata per oggi, 5 luglio, alle ore 9.30, l’udienza preliminare presso il Tribunale di Sala Consilina per decidere sul rinvio a giudizio per il maresciallo dei carabinieri coinvolto nella morte di Massimo Casalnuovo.
Buonabitacolo (SA), 20 agosto 2011. Massimo Casalnuovo, un ragazzo di 22 anni, era a bordo del suo motorino, quando, all’uscita di una curva, si trovò davanti una pattuglia di carabinieri, che stava effettuando un controllo su un altro ciclomotore. Riferì uno dei testimoni:


 
 “Il maresciallo dei carabinieri è balzato fuori dall’auto dove stava redigendo il verbale e ha cercato di fermare il motorino. Il conducente lo ha evitato, il militare ha sferrato un calcio sul lato sinistro del mezzo, un Beta 50. Il ciclomotore ha percorso ancora alcuni metri sbandando, poi è sbattuto contro un muretto a secco di un ponte che sovrasta il fiume Peglio. Il ragazzo che lo guidava è stato sbalzato a terra, aveva sangue sulla fronte e non appariva cosciente”. Massimo moriva dopo pochi minuti all’ospedale di Polla. I Carabinieri, invece, sostengono che il ragazzo abbia accelerato per evitare il posto di blocco e abbia perso il controllo del mezzo. Il giovane avrebbe addirittura tentato d’investire uno dei due militari, che sempre secondo i Carabinieri, avrebbe riportato delle lesioni

Giustizia e Verità per Massimo.


FONTE: A.C.A.D. Associazione Contro gli Abusi in Divisa – ONLUS

12,2% DISOCCUPAZIONE in Italia RECORD DAL 1977

mercoledì, Luglio 3rd, 2013
Non ci possono essere dubbi per individuare la priorità  PANE e LAVORO
 

Disoccupazione italiana mai così alta da quando esistono le rilevazioni Istat: a maggio 2013 secondo i dati provvisori e destagionalizzati dell’istituto di statistica, ha toccato quota 12,2 per cento.  E’ il nuovo massimo storico, il livello più alto toccato sia dalle serie mensili (gennaio 2004) che da quelle trimestrali, avviate nel primo trimestre 1977, cioè 36 anni fa.
In dettaglio, il numero di disoccupati a maggio risultava pari a 3 milioni 140mila persone, in aumento di 56mila unità su aprile e di 480mila su base annua. La crescita interessa sia gli uomini che le donne. Cala tuttavia la disoccupazione giovanile (15-24 anni): a maggio si è attestata al 38,5%, in calo di 1,3 punti percentuali su aprile, ma in rialzo di 2,9 punti su base annua. Risultano in cerca di lavoro 647mila ragazzi.


Il tasso di disoccupazione è così in aumento di 0,2 punti percentuali rispetto ad aprile e di 1,8 punti nei dodici mesi. Nel dettaglio il tasso di disoccupazione maschile, pari all’11,5%, raggiunge il valore più alto dall’inizio delle serie storiche, anche di quelle trimestrali (1977). In aumento risulta anche il tasso di disoccupazione femminile, che tocca quota 13,2 per cento. Guardando al numero di disoccupati (3 milioni 140mila persone) l’Istat registra un rialzo dell’1,8% rispetto ad aprile e del 18,1% su base annua.………
Se l’Italia piange, l’Europa certo non ride. Secondo i dati Eurostat, nella zona euro a maggio la disoccupazione è salita ancora passando dal 12% al 12,1%, un punto base in meno della  Penisola, quindi. Per l’istituto di statistica del vecchio continente, si tratta di “un incremento marcato” rispetto al 2012, quando la media era dell’11,3% (e in Italia del 10,4%). Numeri alla mano, Eurostat stima che sono 26,405 milioni gli uomini e le donne senza lavoro nella Ue, di cui 19,222 milioni solo nella zona euro.Il più alto tasso di senza lavoro è in Spagna (26,9%), Grecia (26,8%), Portogallo (17,6%) e Cipro (16,3%). Il più basso in Austria (4,7%), Germania (5,3%) e Lussemburgo (5,7%). Rispetto a un anno fa, i cali più profondi sono stati registrati in Lettonia (da 15,5% a 12,4%), Estonia (da 10,0% a 8,3%) e Lituania (da 13,3% a 11,7%). La disoccupazione giovanile è scesa anche nella zona euro: da 23,9% di aprile a 23,8% di maggio. Ad aprile 2012 era del 23 per cento.



FONTE