…la DONNA. (secondo “Libero”)
Dicembre 1st, 2011 by hacksolo404…giovedì 1 dicembre 2011, ore 7.00.
…giovedì 1 dicembre 2011, ore 7.00.
Vauro 2011 |
Maria Columbu è una signora disabile di 39 anni e madre di 4 figli e questa è la sua storia.
…anno 2002, Sardegna. Sono le sei del mattino, Maria sente bussare alla porta, sono agenti della guardia di finanza. Entrano in casa, le comunicano che è indagata per terrorismo e procedono con una perquisizione domiciliare nella quale sequestrano, due computers, materiale cartaceo.
In mezzo alle carte gli inquirenti trovano un volantino “sospetto” e “di chiaro stampo brigatista”, perché raffigura una stella a cinque punte che rievoca proprio le Brigate Rosse degli anni ’70, sotto la quale però, c’è anche il numero di telefono di Maria.
Se avesse davvero voluto fare un attentato con tanto di rivendicazione di certo non avrebbe lasciato il numero di telefono, non vi pare?
Tra le prove che hanno portato all’arresto della donna ci sono alcuni file trovati nei computers, in cui si parla di politica e dove, presa da un momento di rabbia causata dal suo handicap, che non la fa sentire tutelata come dovrebbe, Maria scrive: “a morte lo stato, a morte Berlusconi”.
Per Francesco Puleio, il sostituto procuratore che ha chiesto e ottenuto la condanna della signora Maria, la “regina delle prove” è in un’altro dei file trovati nel computer, e sono…le istruzioni per la fabbricazione di un ORDIGNO NUCLEARE, che ora anche io vi rivelerò!!! “Per prima cosa procuratevi 110 kg. di plutonio dal vostro fornitore locale; suggeriamo di contattare l’organizzazione terroristica del luogo.”…
…queste “dettagliate” ma soprattutto “credibili” istruzioni si concludono così: “adesso che avete un ordigno nucleare, potete usarlo per spettacoli pirotecnici o per difesa nazionale”.
“Ecco fatto!!! Ora ho tutto quello che serve per incastrare la Columbu!!!” Questo è quello che deve aver pensato l’acuto sostituto procuratore, quando ha deciso in via definitiva che Maria andava arrestata.
Infatti viene prima condannata a 4 anni, ma alla fine sconta solamente 6 mesi di carcere più 6 mesi di domiciliari. La cosa grottesca è che quando Maria ricorre in appello il giudice dichiara: “le accuse sostenute erano ridicole, ed in prigione non ci doveva proprio andare”, a questo punto viene assolta, ma purtroppo solo dopo aver già scontato 12 mesi della pena.
Di questa assurda storia se ne è occupato anche Luigi Pelazza un inviato del programma televisivo “Le Iene” che, sbalordito dalla vicenda si è immediatamente recato dal sostituto procuratore Francesco Puleio per domandare spiegazioni in merito all’enorme e imbarazzante, errore giudiziario.
Puleio però non gradisce per niente la visita, e dopo averlo sbattuto fuori dal suo ufficio, rilascia un comunicato…che se vogliamo essere sinceri, non corrisponde proprio del tutto alla verità… ecco il LINK e giudicate voi stessi.
Ora mi chiedo perché si fanno errori giudiziari così grossolani e superficiali, e soprattutto perché si lascia la libertà a certi incompetenti di commetterli. Ricordo inoltre, che a Maria non è stato dato nessun risarcimento e nessuno le ha chiesto scusa per l’accaduto.
…Forza nUova… |
Ebbene si, ieri mattina in via Napoleona, una via con un’alto tasso di immigrati a Como, si è inaugurata l’apertura della nuova sede di Forza Nuova.
…il 2011 sta per finire e se tiriamo le somme per quel che riguarda le carceri in Italia osserviamo una situazione a dir poco drammatica.
Vi do un paio di numeri, ad oggi in Italia i detenuti sono 67.428 di cui 24.401 stranieri e 37.213 con sentenze passate in giudicato, detto questo l’altro dato fondamentale da sapere, è quanti posti sono a disposizione: 45.817.
Quindi in Italia abbiamo circa 22mila detenuti in più, stipati in celle piccolissime con condizioni igienico sanitarie indecenti.
Come mai le carceri italiane sono così piene? E’ possibile che ci siano tutti questi criminali?
La risposta è NO! In realtà l’indagine fatta dall’osservatorio ANTIGONE*, ci fa vedere una situazione ben diversa e una delle cause del sovraffollamento è probabilmente la Fini-Giovanardi, legge ideologica sulle droghe – ci spiega il presidente dell’associazione – che riempie le carceri di persone pericolose soltanto verso loro stesse. Sempre dalla stessa indagine si scopre che in Italia il 37% dei detenuti ha violato questa legge, media molto alta se consideriamo che in Europa si aggira intorno al 15/18%, colpa anche dell’ ex Cirielli che diminuisce i termini di prescrizione dei reati e aumenta le pene ai recidivi, quindi troviamo per esempio piccoli spacciatori che ricevono pene più severe senza la possibilità di misure alternative.Sono proprio quelle che mancano in Italia infatti, secondo un’altra indagine, scopriamo che nel 2009 quelli che hanno scontato la pena con misure alternative al carcere sono poco più di 13mila, contro i 123mila della vicina Francia.
Abbiamo grandi e piccole città con le loro strutture e in ognuna di esse il numero dei detenuti supera sempre quello della reale capienza disponibile, anche in questo caso voglio darvi un paio di numeri: Bologna per esempio ha una capienza massima di 497 detenuti, ma ne sono presenti ben 1.168 con un’ indice di sovraffollamento del 235%, poi Milano “S.Vittore” con 712 posti ma 1635 detenuti con un tasso del 230%, Venezia “Santa Maria Maggiore” con 168 posti ma 352 detenuti e il 210% di tasso e, infine, Lamezia Terme con 30 posti, 91 detenuti e un incredibile tasso del 303%. Questi che ho appena elencato sono i dati significativi di alcune città, ma la cosa tremenda è che la lista è lunghissima, praticamente ogni carcere italiano è sovraffollato e in condizioni pietose.
In carcere non esiste dignità e soprattutto di carcere ultimamente, si muore.
Proprio qualche giorno fa nell’ O.P.G. di Reggio Emilia è morto suicida un detenuto; ad Asti 5 agenti di polizia penitenziaria sono finiti sotto processo per abuso di potere e violenze, colpevoli di aver maltrattato due detenuti che durante l’interrogatorio hanno dichiarato di essere stati spogliati completamente e rinchiusi per due mesi in una cella priva di vetri alle finestre, di letto, lavandino e sedie, con il cibo razionato a pane e acqua, senza contare le botte che con cadenza regolare gli erano inflitte. Non scordiamoci Stefano Cucchi, Giuseppe Uva e potrei continuare all’infinito perché purtroppo l’Italia degli ultimi anni si è resa protagonista molto spesso di queste indecenti vicende . Anche qui i numeri parlano chiaro: dall’inizio dell’anno alla data del 25 ottobre 2011 i morti nelle carceri sono 154 di cui di cui 53 per suicidio, nel 2010 invece i morti sono stati 184 di cui 66 per suicidio. E se consideriamo che in carcere si suicida 1 detenuto ogni 1000, mentre fuori dal carcere si suicida 1 persona ogni 20.000 circa, la situazione è critica.
In Italia in realtà dal 1932 esiste un’ente pubblico chiamato “cassa delle ammende” istituito dal Ministero della Giustizia e gestito dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria.
La cassa delle ammende è destinata a raccogliere fondi da sanzioni disciplinari o pecuniarie disposte dai giudici, proventi realizzati dai manufatti dei detenuti, vendita dei corpi di reato non reclamati e tali fondi dovrebbero essere destinati a programmi di riabilitazione e reinserimento dei detenuti. Ma è realmente così?
Praticamente no, perché la cassa delle ammende si trova ora più che mai in una situazione drammatica di mancanza di fondi. Nel 2008 ha inserito nei progetti quello dell’ edilizia penitenziaria, al fine di finanziare il piano carceri e mettere fine almeno al sovraffollamento, ma purtroppo anche qui con i dati alla mano, vediamo che non è stato proprio così, anzi si è aggiunto il problema delle carceri fantasma:
dati forniti dall’osservatorio Antigone:
e adesso? tutte queste strutture? Detto questo, è chiaro che l’Italia non è in grado di fronteggiare neanche questa emergenza, d’altronde l’Italia è anche questo: sprechi, corruzione, mafia, degrado.
La cosa più preoccupante di tutto questo, a mio avviso, è la totale mancanza di rispetto per i detenuti, come se il fatto di aver commesso dei reati, più o meno gravi, possa giustificare un trattamento simile: credo che la dignità umana debba essere rispettata sempre e comunque.
E’ un paese malato, che sta irrimediabilmente contagiando anche i suoi abitanti…
*l’osservatorio ANTIGONE è un’associazione politico/culturale per i diritti e le garanzie nel sistema penale. Ne aderiscono magistrati, operatori penitenziari, studiosi, parlamentari, insegnanti e cittadini.
Locandina del comitato |
…Viterbo 12 novembre 2011, sabato mattina. Nel reparto di medicina protetta riservato ai detenuti viene trovato morto Cristian De Cupis di 36 anni.
Si trova in quel reparto da giovedì.
Il mercoledì Cristian è a Roma, alla stazione Termini, dove viene arrestato dalla polizia ferroviaria per resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale. Immediatamente dopo l’arresto però, viene portato al Pronto Soccorso dell’ ospedale Santo Spirito per una serie di escoriazioni che, a detta dei pubblici ufficiali, Cristian si è procurato da solo tentando di sfuggire all’arresto.
In realtà durante la visita Cristian dichiara ai medici in almeno due occasioni di essere stato pestato dai poliziotti che lo avevano arrestato.
La mattina seguente, giovedì 10 novembre, Cristian viene trasportato nella struttura protetta per detenuti dell’ ospedale Bellcolle di Viterbo, e il giorno dopo viene sottoposto ad una serie di accertamenti fra cui anche una TAC.
Sempre venerdì arriva anche il giudice per la convalida dell’arresto, il quale gli concede i domiciliari che inizieranno appena dimesso dall’ospedale.
Sabato Cristian muore poco prima delle sue dimissioni, e l’autopsia effettuata qualche giorno dopo confermerà l’infarto, cosa alquanto strana perché aveva solo 36 anni e non era malato di cuore.
Intanto dopo la sua morte viene data la notizia anche ai familiari, i quali non erano stati informati neanche del fermo, proprio come successe alla famiglia di Stefano Cucchi, avvertiti dell’arresto solo dopo il decesso, perché?
Nei giorni seguenti il garante per i detenuti del Lazio Angiolo Marroni, ha denunciato immediatamente l’accaduto e dichiara che non ha dubbi dell’avvenuto pestaggio di Cristian, e a testimonianza di questo c’è un avvocato che ha visto gli agenti della POLFER pestare il giovane, e subito avrebbe telefonato a Marroni avvisandolo dell’accaduto.
Ora speriamo che venga fatta luce su questa vicenda, Cristian come altri, troppi ragazzi, è stato vittima di un sistema sbagliato, malato e violento che purtroppo, in questi ultimi anni a fatto troppe vittime e ha distrutto molte famiglie.
indignati Bologna…11/11/11_(2) |
Ricordo a tutti quelli che ogni tanto se lo “scordano” che riunirsi e manifestare è un diritto di ogni cittadino, come cita anche la Costituzione Italiana negli articoli 17 e 21, e personalmente sono stanco e schifato dalle cazzate che ho sentito dopo la grande manifestazione del 15 ottobre a Roma, sfociata in guerriglia per colpa di qualche black block.
Nel dettaglio la buffonata alla quale mi riferisco (perché è di questo che si tratta, e per fortuna è rimasta tale), è quella RIDICOLA trovata di Maroni, subito sostenuta da Giovanardi (che forse intravedeva la possibilità di nuovi lucrosi affari a spese della collettività), di far pagare un tot a manifestante al fine di garantire il risarcimento di eventuali danni…
…ci mancava solo questo, la privatizzazione dell’intangibile diritto costituzionale di riunione e manifestazione.
E poi scusate… l’incasso? Provate ad immaginare la fine che farebbe…!